Ambiente
Quando la pax coincide con l’atarassia
“Lo scrutatore non votante
È indifferente alla politica
Ci tiene assai a dire, “Ohissa!”
Ma poi non scende dalla macchina
È come un ateo praticante
Seduto in chiesa alla domenica
Si mette apposta un po’ in disparte
Per dissentire dalla predica”
Quanto costa la pace? E quanto bisogna aspettare prima che le anime si ribellino all’abuso, al sopruso, alla carneficina. Quanto bisogna girare la testa compiendo atti di strategica codardia, far finta di non vedere prima di poter reagire. Le strategie si usano solitamente nei progetti di guerra. Chi non pianifica guerre, onestamente dichiara i propri intenti.
Seduti nel salotto di casa propria, si parla, si commenta, si organizzano piani, si diffamano persone. Si ha fame di vendetta che si traduce in distorsioni che si partecipa pubblicamente senza alcun ritegno. Perché chi non pone confine tra il lecito e l’illecito, moralità e immoralità, tratta gli altri alla stregua di animali vogliosi. La cupidigia è così vistosa che abbaglierebbe persino un cieco. Di giorno col sole, o di notte con la luna, si strepita, si schiacciano persone integerrime di cui non si sa nulla, dissimulando dietro la facciata perbenista che ha la forma di un libro. L’indecenza con cui ci si è comportati in passato viene continuamente reiterata, e si diffonde a macchia d’olio coprendo di sporcizia tutto ciò che mi riguarda.
Le politiche e le azioni antiebraiche non fecero la loro comparsa nel 1933. La prima si manifestò durante l’impero romano. Poco dopo sotto il regno di Costantino, la Chiesa cristiana acquisì una tale influenza a Roma, che il cristianesimo divenne religione di Stato; da quel momento la Chiesa ispirò l’azione dell’autorità civile.
In foto: Marcello Dudovich
Il vero Borsalino antica
casa è inimitabile
Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso
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