Ambiente

Ministro Costa, sarà il governo delle stangate?

22 Settembre 2019

La mossa senza sorpresa del Ministro Costa con ipotesi di accise aggiuntive sui carburanti dà adito ad alcune considerazioni.

Vero è che la sofferenza del pianeta sotto la morsa dello smog, e non solo CO2, sta determinando accelerazione dei cambiamenti climatici; vero è che la coscienza di tutti si sta orientando (male) verso la ricerca delle energie rinnovabili; ma è anche vero che molti miti sono da sfatare e che la transizione ecologia è nel segno di un coro ipocrita verso le rinnovabili mentre i Governi producono  accordi  in totale disattenzione delle risoluzione delle ultime COP a partire dalla Parigi 21 del dicembre 2015, specie sui nuovi oleodotti mediterranei (Poseidon, TAP, TANAP); da oltre 3 decenni Esperti di Malattie Respiratorie, Meteorologi e Urbanisti hanno lanciato l’allarme per i decessi da smog che in questi ultimi anni hanno raggiunto quota 8 milioni/anno nel pianeta. Ogni anno scompare una città come Londra. Abbiamo anche denunciato che le emissioni di Anidride Carbonica (CO2) sono ben poca cosa rispetto le emissioni di gas tossici e nocivi come gli Ossidi di Azoto e di Anidride solforosa.

Oltre 40 mila morti in Italia ogni anno si potrebbero evitare se fosse stata accolta la nostra richiesta di rettifica dei carburanti solforati con l’immissione nel gasolio di Cetano che riduce del 45/60 % la dispersione aerea di particolato e polveri sottili (PM10, PM 1, PM 0.5). Una nuova politica industriale dei carburanti con incentivazione darebbe da subito ottimi risultati. Il fatto è che il cittadino-consumatore quando si reca al rifornimento esclude la possibilità di utilizzare l’Eco-Diesel, parzialmente metanizzato, perché più costoso di ben 15/20 cent/ litro. Spetta al Governo consentire che le Industrie Petrolifere possano immetterlo, mediante incentivo, ad un prezzo più contenuto. Questo può essere fatto sin da domani mattina con un Decreto Ministeriale.

Dunque non solo nuova politica del traffico urbano ma soprattutto nuova politica dei carburanti puliti. È l’introduzione del cetano che consentirebbe di migliorare subito la qualità dell’aria riducendo polveri sottili e particolato. Il cetano è un idrocarburo paraffinico a catena lineare, di formula C16H34, costituente dei petroli e di alcuni oli essenziali. Esso migliora la combustione per motori diesel con un’ottimizzazione del rendimento energetico. Detta proprietà e indicata dal suo numero distintivo.

Esso ci consente di essere già in regola con le normative europee

– Direttiva 98/70/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 ottobre 1998 relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel e recante modificazione della direttiva 93/12/CEE del Consiglio (GU L 350 del 28.12.1998, pag. 58).

– M1 Direttiva 2000/71/CE della Commissione del 7 novembre 2000 L 287 46 14.11.2000

– M2 Direttiva 2003/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 marzo 2003 L 76 10 22.3.2003

– M3 Regolamento (CE) n. 1882/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 settembre 2003 L 284 1 31.10.2003. Il contenuto di cetano sarebbe dovuto arrivare alla quota fissata del 51% . (Ferrara A. et al, La vita al tempo del petrolio, Agora & Co, Lugano, 2017; Oil Geopolitics, Agorà &CO, Lugano 2019).

In pratica un Diesel Blu senza zolfo. Grazie alla buona combustione del “Blu”, si ottengono anche sensibili incrementi prestazionali, guadagnando 4/5 cavalli dal motore, con una progressione più regolare ai bassi e alti regimi. Migliorano anche i consumi in una variabile compresa tra l’1 ed il 4%.

Adeguarsi alle normative europee, evitando così l’effetto Beijing della coltre killer, consentirebbe una maggiore vivibilità delle città.

Ora dunque il Ministro Costa avrebbe tutti gli elementi per chiedere al MISE, all’ENI e all’Industria petrolifera che alimenta il mercato italiano accelerazione della produzione, a costi compatibili e non esosi, come avviene attualmente, di BIOCARBURANTI.

Anziché esercitare azioni vessatorie sui pressi del gasolio per autotrazione e di uso domestico, come appare inevitabile, penalizzando circa 22 milioni di auto a gasolio, utilizzare gli strumenti per avviare il Protocollo delle Autostrade del mare , al fine di:

–       ridurre il traffico pesante sulle autostrade, con immediati risvolti positivi per lì’intera penisola riducendo il carico di inquinanti e PM10;

–       limitare le possibilità di gravi incidenti come quello avvenuto a Borgo Panigale il 5 agosto 2018 https://www.glistatigenerali.com/lifestyle_trasporti/la-tragedia-di-casalecchio-impone-un-cambiamento-di-rotta-tav/;

–       incentivare così il trasporto Ro-Ro lungo le direttrici Tirrenica e Adriatica ( Autostrade del mare).

Le vie del mare nell’integrazione europea, Frontiere, marzo 2019 http://www.frontiere.eu/le-vie-del-mare-nellintegrazione-europea/

Il mantra delle rinnovabili, che sono ancora da venire, il leit-motiv delle vetture elettriche il cui uso, al momento attuale, comporterebbe un aumento del carico inquinante per l’aumentata produzione alla fonte (centrali elettriche a gas e turbogas) impedisce che si avvii un sereno dibattito sulla transizione energetica onde evitare che questa diventi il velo che copre nuove e inutili tassazioni.

Che siano in arrivo super-stangate non ci sono dubbi, ma che il rimedio debba essre quello di utilizzare la via delle rinnovabili per nascondere nuove accise, questo appare francamente poco accettabile.

 

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