Ambiente
L’Europa che non vuol cambiare aria
A fronte della sconcertante notizie dei challenges sperimentali su esseri viventi a base di Car-Exaust (Ossidi di Azoto, Ossidi di Zolfo e naturalmente Anidride Carbonica) l’Europa glissa sul problema dell’inquinamento urbano, lasciando senza giustizia le famiglie di oltre 400 mila vittime nel vecchio continente. 36 mila in Italia e 40 in Gran Bretagna, ad esempio, con la presunzione legittima che il calcolo sia sottostimato perché, come è noto, la diagnosi ultima di decesso non prevede una connessione causale con lo smog tranne che nel caso di intossicazione acuta da CO (monossido di carbonio), per suicidio con vetture a benzina, incongruo uso di apparecchi termici domestici (stufe a gas) o lunghi stazionamenti in siti indoor fortemente inquinati ( meccanici o lavoratori dei trasporti a rischio).
EuObserver ci dà notizia di un vertice Europeo, convocato per un alert, dei Ministri Ambiente dei Paesi Membri. Ma è sconcertante che il Vertice di oggi, 30 gennaio, inizi oggi ore 9 e termini ore 11. Due ore per dare respiro a un Continente di 500 milioni di abitanti sembrano pochine. Tuttavia Anton Lazarus, portavoce (Gruppo ambientalista europeo dell’Economia) ha detto che la riunione non ha lo scopo di risolvere il problema ma di “politicizzare la questione”.
Decidere di non decidere dunque. E le ragioni sono tante. Il Parlamento è in scadenza con rinnovo nel giugno 2019. Da oggi a quella data ben difficilmente si potranno prendere risoluzioni. Inoltre, la ragione è primaria, gli Stati oggetto di contenzioso sono 23 su 27 e di questi 19 sottoposti a procedure d’infrazione, già comminate. Ed ancora questa riunione avviene a stagione invernale ormai alle spalle quando si profilano mesi di bel tempo a riscaldamento domestico spento. Quindi tutto rinviato alla prossima stagione invernale che però sarà alle soglie della scadenza della Legislatura Europea. E nel frattempo le città sono diventate “Camere a gas”!
Fonte: Teffer P. Il “vertice” chiave della qualità dell’aria dell’UE durerà solo due ore – EuObserver, 29 gennaio 2018
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