
Ambiente
Legge anti fast fashion, la Francia è il primo paese al mondo contro la moda usa e getta
Un anno dopo la sua adozione unanime da parte dell’Assemblea nazionale, la legge anti-fast fashion, in Francia, sarà finalmente esaminata dal Senato il prossimo 19 maggio
La produzione tessile è responsabile di circa il 20 per cento dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei vari processi a cui i prodotti vanno incontro, come la tintura e la finitura. Il lavaggio di capi sintetici rilascia ogni anno 0,5 milioni di tonnellate di microfibre nei mari. Oltre a questo problema globale, l’inquinamento generato dalla produzione di abbigliamento ha un impatto devastante sul pianeta.
Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, gli acquisti di prodotti tessili nell’UE nel 2020 hanno generato circa 270 kg di emissioni di CO2 per persona. Questo significa che i prodotti tessili consumati nell’UE hanno generato emissioni di gas serra pari a 121 milioni di tonnellate. I cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11 kg.
La Francia si dichiara contro il fast fashion
Adottato dall’Assemblea nazionale nel marzo 2024, il disegno di legge per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile, chiamato legge anti fast fashion, era in una fase di stallo. Il prossimo 19 giugno in Francia, la Commissione per l’assetto territoriale e lo sviluppo sostenibile del Senato finalmente lo esaminerà.
Il 30 gennaio 2024 il disegno di legge per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile è stato presentato all’Assemblea nazionale, poi approvato il 14 marzo da 146 deputati che hanno espresso voto favorevole. Il testo è stato infatti adottato ma è in attesa di un’ulteriore approvazione.
La legge potrebbe essere il primo provvedimento al mondo a regolamentare l’industria della moda usa e getta, con sanzioni per i prodotti molto inquinanti e il divieto di pubblicità (anche mezzo influencer) per il fast fashion.
Cosa prevede le legge anti fast fashion?
Definire chiaramente il concetto di fast fashion
Uno degli obiettivi del disegno di legge è quello di definire il concetto di fast fashion. Il testo adottato propone che un decreto governativo stabilisca le soglie che determinano quando un’azienda è considerata praticante la fast fashion, in base al numero di capi di abbigliamento rilasciati annualmente. Questo permetterà di individuare le imprese con cicli produttivi rapidi e prodotti usa e getta, responsabili di un significativo degrado ambientale.
La legge anti fast fashion prevede che le industrie informino i consumatori sull’impatto ambientale dei loro acquisti e sulle possibilità di riutilizzo e riparazione di abiti e accessori. Le aziende dovranno fornire informazioni dettagliate sulle pratiche di produzione, sui materiali utilizzati e sull’impronta ambientale complessiva dei prodotti.
Per promuovere il riutilizzo, il governo ha introdotto inoltre un emendamento che specifica che la legge si rivolge solo ai prodotti nuovi e non a quelli di seconda mano. L’obiettivo è stimolare un’economia circolare, riducendo i rifiuti e prolungando la vita dei prodotti esistenti attraverso il riutilizzo e la riparazione.
Sanzioni previste dalla legge anti fast fashion
I peggiori pagano i migliori
Per i prodotti tessili e gli accessori verrà introdotto un sistema di bonus-malus in base al loro score ambientale, che dovrebbe essere implementato in Francia nei prossimi mesi. Questo sistema incentiverà le aziende ad adottare pratiche più sostenibili, in quanto gli score ambientali migliori saranno ricompensati finanziariamente.
I prodotti con il peggiore impatto ambientale subiranno una sanzione ecologica di 5 euro per prodotto, che aumenterà di 1 euro all’anno fino a raggiungere i 10 euro per prodotto nel 2030. I fondi raccolti da queste sanzioni verranno reinvestiti nei bonus per le aziende che producono tessuti ecologici.
Divieto di pubblicità
Come faranno gli influencer?
La legge vieta la pubblicità per prodotti di fast fashion e la promozione di aziende, brand o negozi definiti fast fashion. Il divieto si estende anche agli influencer commerciali che non potranno più promuovere questi prodotti. Le violazioni comporteranno multe: fino a 20.000 euro per le persone fisiche e fino a 100.000 euro per le persone giuridiche. Questa misura è stata pensata per ridurre l’influenza pervasiva della pubblicità sulla fast fashion, che spesso incoraggia un consumo eccessivo spingendo le persone ad acquistare articoli di cui non hanno bisogno e che durano poco.
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