Ambiente
LA SOLITA STORIA: ARRIVA IL FREDDO E CI DIMENTICHIAMO DEL GLOBAL WARMING
Ci siamo. Finalmente è arrivato l’inverno.
Da Nord a Sud, l’Italia sta per essere investita da quella che in gergo tecnico viene definita un’irruzione di aria artico-continentale, in quanto proveniente dai quadranti dell’est europeo e, in origine, dalla Siberia.
Si tratta della configurazione meteorologica più invernale possibile per l’Italia, in quanto l’afflusso di una simile massa d’aria comporterà un repentino abbassamento delle temperature non soltanto in quota, ma anche a livello pellicolare, ovvero al suolo.
Al Nord dello stivale sono attese nei prossimi giorni temperature massime attorno allo zero e minime fortemente negative, ma anche al Centro e al Sud si raggiungeranno valori notturni molto bassi: -4 a Roma e Firenze, -2 a Napoli, 0 a Bari.
La neve cadrà copiosa sui settori adriatici anche a livello del mare, e persino in Sicilia a quote di bassa collina. Il resto dell’Italia rimarrà all’asciutto di precipitazioni nevose, come spesso accade in caso di irruzioni fredde da est, ma proprio i cieli tersi e la tramontana ci regaleranno delle giornate di ghiaccio, in quella che va configurandosi come una delle ondate di freddo più intense degli ultimi anni.
Ok, e allora? E’ inverno ed è normale che faccia freddo, mi direte.
Si, beh, mica tanto.
Se diamo un’occhiata alle statistiche, scopriamo che il Novembre appena trascorso è stato il più caldo dal 1800 ad oggi, con temperature fino a 3,3 gradi sopra la media del periodo, rispetto a quelle registrate fra il 1971 e il 2000. Lo indicano i dati elaborati dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr) pubblicati a chiusura dell’anno meteorologico 2014 (dicembre 2013 – novembre 2014).
Non solo. Quest’anno, il 2014, è stato in assoluto il più caldo mai registrato in Italia, con temperature di 1,4 gradi sopra la media, al punto da battere il primato detenuto dal 2003, passato letteralmente alla storia per la sua estate particolarmente torrida.
A spingere il 2014 al primo posto della classifica non è stata però l’estate, che tutti ricordiamo come piuttosto fresca, ma sono stati l’inverno (con quasi due gradi sopra la media, secondo solo all’inverno 2006-2007) e l’autunno (il più caldo di sempre, con +2,1 sopra la media).
Ed ecco allora perché, di questi tempi, un’ondata di freddo intenso, sia pure a fine dicembre, diventa una notizia da prima pagina.
Ovviamente, l’anomalia non è solo italiana, ma mondiale.
Se si amplia la propria ricerca, si scopre infatti che il 2014 non è stato soltanto l’anno più caldo mai registrato in Italia, ma anche il più caldo mai registrato a livello mondiale, ed ha scalzato il precedente record che anche qui apparteneva al 2003.
Tanto per essere chiari, parliamo di misurazioni che tengono conto degli ultimi due secoli!
Ebbene, se questi dati ancora non bastassero a fornire un quadro generale della situazione, ecco che il CNR ha stilato la “top 10” degli anni più caldi mai registrati dal 1800 ad oggi. Sono, in ordine: 2014, 2003, 1994, 2000, 2011, 2007, 2001, 2002, 2009, 2008.
Sono dati talmente eloquenti che non necessitano di commenti. E non è casuale che, invece, il record dell’anno più freddo degli ultimi due secoli risalga addirittura al lontanissimo 1816 (-2.63 gradi rispetto alla media).
Solo un paio d’anni fa, nel frattempo, i ghiacci artici hanno toccato il nuovo minimo storico della loro estensione, con conseguente innalzamento record del livello degli oceani, e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi dovuto all’aumento delle temperature su scala globale è esponenziale. Con tutto quello che ciò comporta, sia a livello ambientale che economico.
Il Global Warming non è un’opinione, come qualcuno continua a ritenere, ma una realtà scientifica ormai ampiamente dimostrata, così com’è dimostrata la sua origine prevalentemente antropica (si stima sia intorno al 95%), e i piccoli sforzi fatti dalla comunità internazionale per arginarlo sono fino ad ora assolutamente, drammaticamente inadeguati. Mancano le risorse, manca l’interesse, manca la volontà di cambiare rotta.
La questione ovviamente è complessa e articolata, e non interessa qui dilungarsi ulteriormente in tecnicismi. Quello che mi preme piuttosto è ricordare a tutti che, quando si parla di riscaldamento globale, si parla di medie climatiche. E che quindi, proprio per questo motivo, è assolutamente irrilevante in tal senso che l’Italia, un punto nel mondo, possa essere investita, a conclusione dell’anno più caldo mai registrato dal 1800, da 3 o 4 giorni di freddo tipicamente invernale.
Certo, dati scientifici a parte, è anche una questione di gusti. È legittimo desiderare inverni con 20 gradi di giorno, con buona pace dell’alternanza delle stagioni, ed è altrettanto legittimo lamentarsi per una settimana di freddo intenso a dicembre.
Soltanto, per carità, finiamola con questa storia tutta italiana del “ma quale Global Warming, non senti che bel freschetto che c’è fuori?”
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