Ambiente
La ragazzina che sta male
Guido nel traffico. Un tizio supera il camion senza freccia e procede a 110 in corsia di sorpasso. Il SUV dietro che pressa. Sbuffo. Manca ancora più di mezz’ora di strada per arrivare al lavoro e sono già stufa. Accendo la radio. Pubblicità. Cambio canale. Una canzone da discoteca alle 8 di mattina. Cambio canale. Una voce affannata, a tratti tremula, frasi che incalzano in un inglese perfetto. Tra poco ho lezione e sorrido al pensiero della mia pronuncia troppo italiana (pest manàgement…no, no…Pest mànagement! Mànagement!). La voce alla radio continua, irremovibile, quasi fastidiosa e, da sottofondo ai miei pensieri, emerge. Di colpo la voce distoglie la mia attenzione dal traffico, dal deficiente che ancora sta superando il camion, dal SUV dietro che sfanala, e inizia a parlarmi. Mi parla di delusione, di tradimento, “non vi perdoneremo mai” dice. Resto perplessa e ascolto. “Change is coming, whether you like it or not”. “Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”. Silenzio. Un cronista lo rompe e fa il nome di Greta Thunberg, la ragazzina con le trecce, diventata un’icona dell’attivismo ecologista. Girano molte foto di Greta, accovacciata a terra di fronte al Parlamento svedese e lo zainetto di scuola a fianco, la cuffia di lana spessa calata sul viso tondo e il nasino rosso dal freddo, l’impermeabile giallo limone, le trecce scompigliate dal vento durante il viaggio in barca a vela che la porterà al summit dell’ONU. Al summit Greta pronuncerà quelle parole così dure che mi hanno destato dal viaggio nel traffico ipnotico dell’autostrada A1.
E’ sera. Finita la cena, i bimbi a nanna, indugio un poco prima di affrontare i rituali del sonno ristoratore. Quella vocina è ancora dentro di me. Cerco su youtube “discorso di Greta all’ONU” e la vocina si incarna in un viso un pò smagrito, lineamenti addolciti e occhi gelidi. “Il mio messaggio è che vi terremo d’occhio”. E i suoi occhi ruotano velocemente, come in cerca di qualcosa, mentre dal pubblico parte un applauso seguito da qualche risata compiaciuta. D’un tratto, il viso imperturbabile mostra una smorfia contrita. Il nasino si arrossa, questa volta non per il freddo, e la ragazzina riprende il suo discorso ansimando, la voce si spezza, i lineamenti si deformano e la fronte si corruga. Greta sta male. Porta un peso troppo pesante per le sue spalle. La prenderanno ancora in giro e ancora la venereranno. Commenti feroci e lodi spropositate la sommergeranno. Però è una ragazzina, ricordiamolo sempre, e non ha modo di difendersi dalle odiose strumentalizzazioni, da una parte o dall’altra, da chi la deride e da chi la beatifica. Teniamo caro il messaggio che ci vuole dare, perché glielo dobbiamo, e teniamo cara la sua energia, ma sempre consapevoli che è una ragazzina e che ha bisogno forse più di altri di essere protetta.
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