Ambiente
La lettera: “NextGenerationEU e PNRR sono un’occasione da non perdere”
In concomitanza con il via dato da Ursula von der Leyen al programma di rilancio europeo da 20 miliardi NextGenerationEU e la partenza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del governo italiano, sulla pagina web di MDFF, Milano Design Film Festival, è apparsa pochi giorni fa una lettera aperta rivolta al “Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, a tutti i Ministri competenti e a tutte le forze sociali, politiche e culturali che hanno a cuore il nostro futuro e quello dei nostri figli”. La lettera chiama la cittadinanza a una campagna di raccolta firme per una “mobilitazione pubblica sullo sviluppo urbano e la prevenzione e la cura del territorio, che rimetta al centro con lungimiranza i valori di responsabilità e generosità”, cogliendo la straordinaria occasione offerta da NextGenerationEU e PNRR per affrontare problematiche sempre più impellenti.
Promotori sono proprio MDFF insieme a The Good Life Italia. La proposta è guidata dagli architetti Andrea Boschetti e Alfonso Femia insieme al gruppo di lavoro formato da Silvia Robertazzi e Porzia Bergamasco di MDFF, Stefano Cardini, vicedirettore del magazine The Good Life Italia, Roberta De Ciechi dell’Atelier(s) Femia e Serena Capasso di 54 Word. Fra i firmatari si trovano Nadia Urbinati, Marcello Flores, Gianni Biondillo oltre che moltissimi architetti fra cui anche Michele De Lucchi e Patricia Urquiola.
Preceduta da una serie di dati – che quantificano dal numero di cittadini che vivono a rischio di alluvione alle scuole a rischio sismico, dalla spesa pubblica per la protezione della biodiversità e del paesaggio alle morti per inquinamento – la lettera propone “otto azioni imprescindibili per uno sviluppo delle città e dei territori davvero sostenibile”. Alla politica e alle forze sociali viene dunque chiesto di: ascoltare – i cittadini per promuoverne la partecipazione; condividere – il suolo, il paesaggio, le infrastrutture; ricucire – le fratture fra città e territorio; ridurre – il consumo di suolo; forestare; includere– i ceti meno abbienti in politiche dell’abitare che siano appunto inclusive; favorire – assetti urbani che vadano oltre le solite opposizioni fra centro e periferia, zone residenziali e industriali e siano “policentrici, reticolari, interdipendenti”; superare – governance con “visioni parcellizzate e di breve termine”.
A fronte della sofferenza e della fragilità sia del paesaggio naturalistico sia dei centri urbani, causate da decenni di urbanizzazione priva di “lungimirante pianificazione territoriale”, iniziative come questa sono sintomo della crescente urgenza di mobilitarsi in direzione di uno “sviluppo ambientale e sociale sostenibile di città e territori come dovere di solidarietà e atto di generosità anche nei confronti delle generazioni future”.
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