Ambiente

Kampf der Titanen im Das Auto

23 Settembre 2015

TOFE IST CONCESSIONARIA?

Il grande Forattini avrebbe forse disegnato un Obama che curiosa tra i tubi di scarico delle vetture europee che invadono il mercato americano. Dove per altro possono essere ricomprate dagli stessi europei a prezzi decisamente più competitivi, giocando sui cambi e sulle minori tassazioni (l’IVA equivalente  oscilla dal 6 al 14% circa, in base allo Stato, con una media generale inferiore al 10%… ).

Comunque il mercato americano con la cura Obama sta cambiando pelle, reattività ed anche tipologia di presenza. Da sempre legato alla vettura a motore con alimentazione benzina, ha sempre confinato il gasolio, alla trazione commerciale, utilizzandolo solo per grandissimi motori da trucks e trazione ferroviaria. Ma in questi ultimi anni è arrivato l’ibrido che ha imposto scelte ben precise. Sul fronte dello sviluppo della ricerca sull’ibrido, su cui sono lanciati altri costruttori come Ford, GM, Honda e Toyota, il mercato statunitense non ha mai mostrato particolare entusiasmo ed anche secondo Forbes, l’interesse degli americani nei confronti di queste soluzioni sarebbe in calo, anche perché il consumatore è attratto da vetture muscolose, performanti, di cui è un esempio la Jeep.

La percentuale di riacquisto dei veicoli a gasolio è cresciuta del 9% negli ultimi anni, dal 19% del 2008 fino al 28% del 2011. Al contrario lo stesso indicatore per i modelli ibridi è crollato del 35% solo nel corso dell’ultimo anno. Sono stati i tedeschi di Volkswagen, Audi, BMW e Mercedes ad introdurre alcune motorizzazioni diesel su Volkswagen Golf e Jetta, Audi A3 e Q7, BMW X5 e Mercedes Classe M e Classe R. Un’invasione dunque di fronte alla quale la reazione non poteva che essere pesante.  Non per nulla già da tempo Sergio Marchionne, storico concorrente di “Das Auto”, aveva affermato tempo addietro, in epoca non sospetta ( marzo 2011), «Pensiamo che il mercato sia pronto per ascoltare le ragioni del diesel». Dunque la linea politica americana, ispirata dalla Casa Bianca, tende a modificare il mercato verso auto piccole, come la 500L, su cui, nella sua visita ufficiale del 23 settembre, è arrivato Papa Francesco alla Casa Bianca ( il messaggio è chiarissimo).

A latere dal Dipartimento dell’Energia di Washington si ha notizia che le scorte di petrolio negli USA sono cresciute di altre 10,949 milioni di barili a 482,393 milioni, il livello più alto di sempre. Si tratta di un aumento triplo rispetto alle attese degli analisti, con Bloomberg a pronosticare un rialzo compreso tra 3,4 e 4,77 milioni di barili. Solo l’American Petroleum Institute aveva stimato una crescita maggiore, pari a +12,2 milioni di barili. L’utilizzo degli impianti è salito al 90,1% della loro capacità dall’89,4% della settimana precedente, sopra le attese dell’89,9%. Questo significa che le compagnie sarebbero quasi al limite delle loro capacità produttive e che i serbatoi americani, dove sono conservate le scorte, si stanno riempiendo sempre più e probabilmente saranno colmi entro fine anno. Il dato in sé rappresenta la conferma che l’offerta di petrolio globale, già considerata in eccesso di 1,5-2 milioni di barili al giorno, sarebbe destinata a crescere nelle prossime settimane e mesi, man mano che le compagnie USA non troveranno spazio disponibile nei serbatoi e sulle navi-cisterna e dovranno immettere sul mercato tutti i barili estratti, accentuando il calo delle quotazioni di questi mesi.

Quanto sopra evidenzia un mercato rigenerato, in crescita, orientato verso l’alimentazione a gasolio con una tendenza al ringiovanimento, visto che il parco auto presenta mediamente vecchio di 12 anni. Ma è un parco auto gigantesco, al pari dei paesi asiatici, con 255 milioni di vetture di cui solo 30-35% a gasolio. Un parco auto da riconvertire. Con un particolare debole verso le supercar come Ferrari e Maserati, di proprietà FCA; Lamborghini, di proprietà VW; Bentley ( VW). Ebbene il mercato, sia pure di nicchia di queste auto, fa registrare nell’ultimo anno un boom  della Bentley Motors (VW) con un aumento del 9%, con oltre 11.000 unità vendute, mentre  Lamborghini, sempre VW, fa registrare un aumento del 19% . La stessa Rolls Royce (BMW)ha registrato un aumento del 12% nelle vendite, con il 5° anno consecutivo di record. Ma l’ italiana Maserati ha avuto una crescita enorme (del 136%) grazie alla nuova berlina Ghibli.

Questo dunque lo scenario in cui si inscrive la vicenda VW: il mercato americano cambia pelle e si deve difendere da intrusioni pericolose e possibilmente nocive. Scegliere dunque un escamotage non era impossibile. E si è fatta la scelta di un parametro ambientale, che gli americani  negli ultimi tempi hanno cominciato ad apprezzare e che è considerato il must del politically correct. Tuttavia pochi hanno considerato che l’inquinamento da polveri sottili, che gli ultimi Euro5 della VW possono conferire, è fattore minimale rispetto a quanto avviene in Europa e non solo per l’esiguità dei diesel in circolazione. Certo, il raggiro, o presunto tale, giocherà negativamente sulla pubblica opinione.

Per ultimo va detto che il problema è noto da tempo. Basta leggere un qualsivoglia numero di Quattroruote, per evidenziare, nel box relativo ai consumi delle auto testate che i consumi dichiarati dalla Casa e spesso omologati non coincidono quasi mai con quelli registrati alle prove. Da Quattroruote, luglio 2015, pag. 108: viene valutato un motore turbo diesel 1.6 con consumo omologato di 19.6 km/l e risultato ai test 13.9 km/l. La differenza di 5.7 km/l indica, oltre a maggior consumo, maggiori emissioni.La normativa europea del controllo delle emissioni va corretta e riproposta sulla strada anzichè su banco. Ma è l’Università di Urbino che approfondisce la problematica già nel 2014 con il progetto Sefira, finanziato dall’Unione Europea. Lo studio descrive che la relazione controversa tra le emissioni dichiarate, testate e rilevate nei cicli di guida reale era stata descritta negli scorsi anni da numerosi studi indipendenti sollevando dubbi sull’utilità del sistema degli Euro Standard per le autovetture. Il progetto Sefira ha emesso nel dicembre 2014 una nota tecnica per sottolineare questo problema in relazione alla discussione sulle nuove direttive per la qualità dell’aria in corso a Bruxelles. Sefira suggerisce di collegare l’adozione di tecnologie affidabili per la riduzione delle emissioni all’adozione di politiche ambientali rivolte ad ottenere dei sostanziali cambiamenti nel comportamento individuale e nelle più ampie relazioni ecologiche in ambito urbano.

Come si vede dunque il panorama è più articolato di quanto non possa sembrare quella che, analizzata asetticamente, apparirebbe una vicenda poco trasparente, capace tuttavia di incrinare il mito teutonico della meccanica perfetta sempre.

a cura di European Research Group on Automotive Medicine E.R.G.A.M.

 

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