Ambiente

Inquinamento, trasformare gli edifici in purificatori

27 Settembre 2023

«La maggior parte della popolazione europea vive in ambienti inquinati. Per questo le soluzioni al problema dell’inquinamento atmosferico riguardano tutti e quindi devono essere democratiche». Parte da questa consapevolezza l’intuizione imprenditoriale di Raffaella Moro.

Con l’azienda di famiglia impegnata nel settore delle energie fossili, petrolio e gas, e nello sforzo di diversificare l’offerta, Moro è riuscita a sviluppare una nuova tecnologia fotocatalitica in grado di purificare l’aria sia all’interno sia all’esterno degli edifici, senza lasciare scorie. Da qui è nata REair, azienda del settore clean-tech, che il 26 settembre a Milano ha riunito esperti e addetti ai lavori per fare il punto sulle nuove tecnologie disponibili e sull’impatto degli interventi finora messi in opera.

L’evento ‘Liberi di respirare: ambiente, qualità dell’aria e salute’ è stato aperto da Walter Ricciardi, professore ordinario dell’Università Cattolica di Roma, già presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ed esperto di chiara fama internazionale. Nel focus sull’architettura urbana sono intervenuti Stefano Capolongo, architetto e professore ordinario di Hospital Design e Urban Health e direttore del Dipartimento Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano, Rosa Draisci, direttrice del Centro Nazionale Sostanze Chimiche, Prodotti Cosmetici e Protezione del Consumatore dell’Istituto Superiore di Sanità e Fabrizio Capaccioli, presidente del Green Building Council Italia.

«Finora si è combattuto l’inquinamento con il tentativo di ridurre le fonti», ha ricordato Moro. «Riduzione del traffico, modifiche dei sistemi di riscaldamento e incentivi per le tecnologie che utilizzano energie rinnovabili». Benissimo, tuttavia con la popolazione mondiale in costante crescita, tali iniziative non sono sufficienti o, almeno non danno i risultati sperati.

Secondo il rapporto 2021 dell’Agenzia europea per l’Ambiente oltre il 90 per cento della popolazione dell’Unione europea è stato esposto a livelli nocivi di biossido di azoto, ozono e particolato fine pm2,5. Un dato che sale al 97 per cento se si considera la popolazione che vive in aree urbane.

«Noi cambiamo questo approccio e proponiamo soluzioni che abbattono direttamente i principali inquinanti», ha affermato Moro.

La fotocatalisi è una tecnologia che permette di trattare le superfici con dei rivestimenti grazie ai quali le pareti, interne o esterne agiscono come purificatori d’aria, e che abbattono in particolare le polveri sottili (ossidi di azoto Nox).

Le prime applicazioni pratiche della tecnologia sono incoraggianti, come emerso nei casi esposti dal Sole 24 Ore per la nuova sede di viale Sarca, dall’aeroporto di Venezia, dall’istituto Gonzaga di Milano e da Vincenzo Acone, amministratore delegato di Acone Associati, sche ha presentato il progetto relativo allo storico palazzo di Via Pirelli 39, noto come Pirellino. A coprire il cantiere nel quale si sta lavorando alla riqualificazione dello stabile, infatti, c’è una delle affissioni pubblicitarie più grandi del pianeta, 4mila metri quadrati, trattata con la tecnologia REair. Un esempio concreto di come anche le affissioni pubblicitarie possano contribuire all’abbattimento delle emissioni urbane: sulla base dei test eseguiti sarà in grado di abbattere fino a 500 kg di ossidi di azoto (NOX) corrispondenti alla piantumazione di 1.200 alberi da città.

Lo stesso edificio dove si è svolto l’evento, in via Monte Rosa 91 ed ex sede del Sole 24 Ore, è stato riqualificato dal gruppo assicurativo Axa utilizzando la tecnologia fotocatalitica, come ha raccontato Francesco Rovere, Senior Development Manager di AXA IM Alts. «Grazie al trattamento eseguito sugli oltre 16.500 metri quadri di vetro che ricoprono il building, abbiamo potuto abbattere circa 2.000 kg di ossidi di azoto all’anno, che equivalgono alla piantumazione di 4.800 alberi da città».

Solo a Milano, l’applicazione della tecnologia fotocatalitica sul 20 per cento degli edifici consentirebbe di abbattere 73,4 tonnellate l’anno di emissioni inquinanti, l’equivalente dei benefici apportati da una foresta di 180 mila alberi.

Ha concluso l’evento Angelo Lino Del Favero, consigliere delegato R&S di REair e già direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha ricordato come «crisi ambientale e i cambiamenti climatici sono un fatto assodato e una preoccupazione condivisa dal mondo scientifico. Il focus, però, deve spostarsi dall’analisi del fenomeno agli strumenti per contrastarlo, con il contributo dei grandi progetti della comunità Europea, dell’OMS, degli apporti del mondo imprese; un tema che va esplorato e approfondito costruendo una visione di alleanza fra istituzioni, mondo scientifico e imprese».

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