Ambiente
I danni ambientali del metano
Sono trascorsi tre anni da uno dei peggiori disastri ambientali della storia, dimenticato in fretta perché rischiava di danneggiare la politica energetica americana, incentrata sulle nuove trivellazioni alla ricerca di shale gas.
Il metano è più leggero dell’aria e, se non viene bruciato, raggiunge gli alti strati dell’atmosfera.
Le stime indicano che attualmente circa l’1,5% dell’intera produzione mondiale – che equivale grosso modo a quanto consumiamo ogni anno in Italia – viene liberato in atmosfera.
Sulla base di recenti osservazioni della Nasa, la quantità di metano libero è in aumento e, se arrivasse al 2% della produzione, verrebbero meno i benefici derivanti dal bruciare gas piuttosto che carbone.
Il nuovo metodo di ricerca del gas, utilizzato prevalentemente negli Stati Uniti e in Canada, consiste nel fratturare le rocce impregnate di gas di tanti piccoli pozzi con perdite molto maggiori di quelle derivanti dallo sfruttamento di un unico giacimento, che però, come accaduto in California, comporta rischi ben maggiori.
Ma anche il processo di liquefazione del gas, per renderlo trasportabile via nave, è pesantemente energivoro.
L’idea quindi che il metano, sia esso gassoso o liquefatto, possa essere considerato un combustibile pulito, e per questo alternativo al carbone, risulta totalmente errata.
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