Ambiente
Greta Thunberg e quei ragazzi attenti al cambiamento climatico
Si chiama Greta Thunberg, 16 anni. Da pochi mesi è diventata un’icona globale della lotta al cambiamento climatico. Da agosto scorso ha preso una decisione semplice, scioperare tutti i venerdì dalla scuola per manifestare contro i politici che non stanno facendo niente per il cambiamento climatico. Lei è svedese e tutti i venerdì con coerenza è davanti alla sede del Parlamento di Stoccolma con i suoi cartelli di cartone. A lei si stanno unendo tanti altri ragazzi nel suo paese e in tutto il mondo in un movimento che viene chiamato ‘School strike 4 climate’ o anche ‘Fridays for Future’, ‘Youth for climate’ o ‘Youth strike 4 climate’. Nel dicembre scorso è intervenuta alla COP24, la conferenza delle Nazioni Unite suo cambiamento climatico che si è tenuta a Katowice in Polonia. Lì ha tenuto un discorso che ha sorpreso tutti e da allora non si è più fermata. La prossima tappa della sua marcia è lo sciopero generale del 15 marzo per il clima.
Vestire i suoi panni deve essere complicato. Greta è una tipina molto coerente, dice che piuttosto che prendere un’areo preferisce andare in nave, perché così le emissioni di anidride carbonica sono minori. Dice anche che non capisce perché una sedicenne come lei non dovrebbe essere presa sul serio. Dice anche di essersi stufata di sentirsi dire che i giovani sono la speranza del futuro e ci va giù dura quando dice che sarebbe meglio se il mondo degli adulti potesse davvero aiutare quello dei giovani. Sul suo esempio in tanti si stanno mobilitando, compresi sei studenti svizzeri che si sono fatti 26 ore di treno per incontrarla e assicurarsi il suo supporto a una petizione contro le emissioni di CO2 da presentare all’assemblea parlamentare elvetica.
Ai politici, a tutti i politici Greta imputa circa trent’anni di inazione, un dolce far niente sui temi del clima per cui tutti adesso stiamo pagando le conseguenze. Lei invece la questione l’ha presa davvero sul serio e per ora sono già stati 25 i suoi venerdì di sciopero. E da lì a diventare un’icona globale il passo è stato breve, lei stessa dice che fino a prima dell’estate si sentiva come una ragazza invisibile, una che sta nello scantinato e che non dice niente, poi da un momento all’altro, da quando cioè ha deciso di esporsi, tutti stanno a sentirla. E i suoi venerdì di protesta sono giornate che lei passa al freddo, standosene davanti al Parlamento di Stoccolma con un cartello che esplicita la causa per cui combatte. A metà giornata suo padre le porta qualcosa da mangiare e una bevanda calda, poi Greta continua la sua protesta fino a sera.
Racconta che le questioni del cambiamento climatico, dei ghiacciai che si sciolgono, delle microplastiche sparse nell’oceano hanno sempre attirato fin da bambina la sua attenzione. E le immagini di questi fenomeni erano sempre davanti ai suoi occhi, tanto da portarla a 11 anni a uno stato di vera e propria depressione legata al fatto di non poter fare niente per migliorare la situazione in cui il nostro mondo vive ormai da tempo. Poi crescendo è maturata in lei la consapevolezza che l’unica soluzione a quello stato di cose era agire, muoversi in qualche direzione, cercando di stimolare negli altri una riflessione. Adesso dice di stare meglio, di aver trovato un significato alla sua vita e anche di sapere cosa fare. Al contrario di quanto si possa pensare sostiene di essere timida e comunque di voler usare la propria voce solo per dire ciò che è necessario.
Nel frattempo con il suo esempio ha dato origine ha un movimento globale, vastissimo. Venerdì scorso in 40 città inglesi gli studenti delle scuole superiori sono scesi in strada unirsi alla protesta di Greta. Cercate sul web, l’hashtag da utilizzare è questo #schoolstrike4climate, vedrete che ovunque dall’Australia al Belgio, dall’America e al Regno Unito gli studenti che scendono in strada per chiedere ai politici un cambiamento concreto nelle politiche ambientali sono migliaia. La prossima tappa importante, dopo i prossimi venerdì di sciopero, è la giornata del 15 marzo che prometto di essere già la più grossa mobilitazione mai organizzata a favore dell’ambiente. I gruppi Friday for Future si stanno organizzando un po’ ovunque per garantire la massima partecipazione alle iniziative che verranno organizzate un po’ ovunque anche in Italia.
Il movimento lanciato da Greta, da questa ragazza di poche parole che a 11 anni aveva perfino smesso di mangiare pensando al disastro ambientale che ci siamo procurati, è nato sulla base di alcune semplici premesse, quelle contenute nel discorso che lei stessa ha tenuto alla conferenza COP24. Rileggiamole, magari venerdì 15 marzo scenderemo in strada anche noi insieme ai ragazzi delle nostre città. «Sono le sofferenze dei molti che pagano per i lussi dei pochi. Nel 2078 celebrerò il mio 75esimo compleanno. Se avrò figli, forse passeranno quel giorno con me. Forse mi chiederanno di voi. Forse chiederanno perché non avete fatto niente quando c’era ancora il tempo per agire. Dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa, invece rubate il loro futuro proprio davanti ai loro occhi».
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