Snam CCS Ravenna

Ambiente

Ercoli (Snam): CCS in crescita, serve coordinamento per gli investimenti

La Carbon Capture and Storage (CCS) è in crescita in varie parti nel mondo. I piani di Snam, anche nell’ambito del progetto Ravenna CCS, condotto in joint venture con Eni

9 Aprile 2025

La Carbon Capture and Storage (CCS) è in crescita in varie parti nel mondo. Snam sta affrontando i passaggi autorizzativi necessari alla realizzazione delle pipeline necessarie a trasportare la CO2 degli emettitori nei giacimenti off-shore dell’Adriatico. Un punto della situazione lo fanno Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit di Snam, e Paolo Testini, Director CCS project and carbon removal development di Snam.

Ercoli (Snam): “CCS in crescita, ma occorre coordinare tutti gli attori per favorire gli investimenti. Efficace l’approccio graduale adottato dall’Italia.”

La CCS è in crescita in varie parti del mondo e occorre implementarla efficacemente su larga scala, rendendola accessibile a una gamma sempre più ampia di industrie.” Così Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit di Snam, intervenuto oggi a OMC Med Energy a margine del panel “CCS as a lever for decarbonization: CCS business development.” La domanda da parte delle aziende energivore, ha spiegato ancora Ercoli, non manca e chiede soluzioni affidabili per allentare la pressione del sistema ETS derivante dalla necessità di acquistare quote di CO2 da poter emettere. Ulteriori avanzamenti potranno venire sbloccando gli investimenti necessari a costruire e consolidare la catena del valore della CCS. “Questo – spiega Ercoli – comporta la definizione di un modello di business robusto e di un quadro normativo e regolatorio”, cui il Mase sta opportunamente lavorando.

Snam, a sua volta, sta affrontando i passaggi autorizzativi necessari alla realizzazione delle pipeline necessarie a trasportare la CO2 degli emettitori nei giacimenti off-shore dell’Adriatico, il tutto nell’ambito del progetto Ravenna CCS, condotto in joint venture con Eni. “È un progetto anzitutto di ambito regionale” – ha spiegato Ercoli – che poi potrà espandersi in una logica anche europea, coerente con la vision di Snam e con lo stesso Pniec. “Nel periodo del Piano Strategico 2025-2029 – ha ricordato ancora Ercoli – Snam investirà circa 500 milioni di euro per sviluppare il trasporto di CO2 a livello nazionale e l’infrastruttura di stoccaggio a Ravenna, in collaborazione con Eni. L’investimento netto sarà suddiviso in circa 200 milioni di euro per l’iniezione e lo stoccaggio di CO2 e 300 milioni di euro per la rete nazionale dedicata.”

L’Italia, in ogni caso, ha finora adottato un approccio graduale che si è dimostrato efficace. Un esempio chiave di questo è proprio quanto messo in campo per consentire la prima fase del progetto Ravenna CCS. “È anche opportuno – ha commentato Ercoli – che emettitori e fornitori di infrastrutture si impegnino in una pianificazione a lungo termine e coordinata per allineare le decisioni di investimento e garantire che la capacità di trasporto e stoccaggio necessaria sia disponibile quando necessario. Questo comporta la sincronizzazione delle tempistiche dei progetti e delle strategie di investimento per evitare colli di bottiglia e garantire un’integrazione senza soluzione di continuità lungo la catena del valore. Ed è proprio in tale prospettiva – ha concluso Ercoli – che è fondamentale stabilire quadri normativi chiari e stabili, con incentivi che favoriscano gli investimenti.”

CCS, Testini (Snam): “Lavoriamo ai progetti per trasportare la CO2, saremo pronti per il quadro regolatorio del Mase”
“Siamo al lavoro per trasformare la vision multi-molecola di Snam in una realtà concreta e operativa”. Con queste parole il Director CCS project and carbon removal development di Snam Paolo Testini è intervenuto oggi a Ravenna a OMC Med Energy a margine della presentazione del paper “Development of a CO2 pipeline transport network in the Po Valley”, dedicato ai progetti per la realizzazione delle condotte necessarie a trasportare verso il sito di stoccaggio permanente situato nell’offshore ravennate la CO2 catturata dalle industrie energivore del Nord Italia, a partire dalle aree più prossime a Ravenna nei bacini industriale del ravennate e del ferrarese. Oltre che sul trasporto via pipeline, Ravenna CCS, il progetto di cattura e stoccaggio della CO2 realizzato in JV paritetica da Eni e Snam, potrà contare anche sulla soluzione del trasporto navale, con un hub di ricezione a Ravenna, pensata per emitter del centro-Sud Italia ed, eventualmente, di altri paesi del Mediterranneo (Ravenna CCS è un PCI Europeo). E così, mentre è in corso la fase 1, con iniezioni di CO2 che dalla centrale Eni di Casalborsetti stanno già raggiungendo i giacimenti esauriti di gas situati sotto i fondali del Mar Adriatico, si guarda già avanti, affrontando il tema delle opere infrastrutturali essenziali alla fase 2, quella cioè aperta alle industrie cosiddette “hard to abate” da allacciare a una rete di trasporto che possa portare a destinazione la CO2 derivante dai loro processi.
“Per disegnare la rete nel modo migliore – ha spiegato Testini – stiamo tenendo conto di diversi fattori, dalla dislocazione dei distretti industriali alle diverse possibilità offerte da tracciati di pipeline più o meno ramificati. Una parte di questi progetti è ancora in fase di studio, ma per il primo nucleo abbiamo già avviato i necessari procedimenti autorizzativi”. Incoraggianti, nel frattempo, i segnali che arrivano dalle indagini di mercato effettuate: “Nel 2024 abbiamo raccolto – prosegue ancora Testini – manifestazioni di interesse non vincolante da parte di oltre 60 aziende, per un totale di più di 170 siti industriali in Italia fra esistenti e programmati. I volumi di CO2 per cui è stato espresso interesse al trasporto e stoccaggio a Ravenna CCS sono pari a 27 Mtpa al 2030 e di 34 Mtpa al 2040, a dimostrazione del fatto che RavennaCCS, con una capacità di 4 e 16 Mtpa rispettivamente entro e oltre il 2030, è supportato da una forte domanda.” Oltre l’ottimismo, del resto, c’è anche e soprattutto tanto lavoro: “Stiamo anticipando investimenti importanti – conclude infatti Testini – per creare condizioni di sistema funzionali alla traiettoria di transizione. Chiaramente, rimaniamo in attesa della definizione del quadro normativo e regolatorio in capo al Mase, che definirà il perimetro esatto dentro al quale potremo e dovremo muoverci. Lato nostro, faremo in modo di farci trovare pronti.”
Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.