Ambiente

Dagli orti sui tetti alla raccolta differenziata, ecco 4 eco-start up in ascesa

22 Settembre 2015

C’è Junker, l’app che ti dice come fare la racconta differenziata in qualunque posto tu sia, partendo dal codice a barre degli imballaggi. OrtiAlti trasforma i tetti dei palazzi in orti che impermeabilizzano gli edifici e producono frutta e verdura a chilometro zero; Hangreen realizza moduli da giardino verticali automatizzati e low cost. E poi TheGreenWatcher, la piattaforma globale che permette di segnalare attività commerciali e aziende ecosostenibili ma le aiuta anche a diventarlo. Nascono tutte dalla capacità di trasformare i problemi in opportunità le quattro startup a tema green che si sono presentate a Innovation paves the path to a “second life”, organizzato il 18 settembre da Autogrill per il decimo anniversario dalla pubblicazione del rapporto di sostenibilità presso il padiglione Coca Cola a Expo.  Le idee selezionate dal gruppo sono belle e possibili, fanno risparmiare tempo e soldi a cittadini e amministrazioni pubbliche e hanno tutte il pregio di favorire la creazione di comunità consapevoli attente al riciclo e alla sostenibilità ambientale. Il tema, del resto, sembra essere uno dei cavalli da galoppare per uscire dalla crisi: secondo le ultime stime CENSIS la green economy italiana vale 10 miliardi di euro e la terza edizione del Rapporto sulla Green Economy in Italia ci piazza al 12° posto tra i 28 Paesi europei per eco-innovazione (nel 2012 eravamo al 15esimo).

 

Junker, la differenziata è semplice con una app

«Per lavoro continuavo a spostarmi da Bologna a Trento, due città con la raccolta differenziata molto spinta ma con sistemi completamente diversi di gestione dei rifiuti», racconta Benedetta De Santis, ingegnere informatico che insieme al collega Giacomo Farneti ha fondato Junker. L’idea di mettere in relazione le regole di smaltimento delle città e gli imballaggi identificati tramite il codice a barre arriva a fine 2013. Per circa due mesi si lavora per realizzare il cuore di Junker: un software, unico in Europa, che oggi contiene nel suo database informazioni sugli imballaggi che compongono oltre un milione di prodotti, ne indica la scomposizione nelle materie prime e i bidoni a cui sono destinati. Gli aggiornamenti sono quotidiani: se il prodotto scansionato non viene riconosciuto, l’utente può trasmettere all’ app la sua foto e ricevere la risposta in tempo reale mentre la referenza viene aggiunta a quelle esistenti. A gennaio 2014 nasce la società e viene subito notata da HERA, l’agenzia ambientale dell’Emilia Romagna, che la ingloba all’interno della sua piattaforma di servizi ai cittadini.

ricerca prodotto pringles su junker (1)

In mezzo riconoscimenti che vanno dal premio Innovami 2013 al FORUM PA 2015, Junker oggi viene utilizzata da circa 4 milioni di utenti, con più di 66 mila ricerche effettuate. Di primo acchito tutti pensano di fare la differenziata correttamente, la verità è che quando i dubbi nascono per non sbagliare, e magari incorrere in multe, si butta tutto nell’indifferenziato.  «Smaltirlo però costa in media il 15% in più: 21,69 centesimi di euro/kg contro i 18,99 centesimi di euro/kg per la frazione differenziata (Fonte Green Book 2014 Ispra)», spiega Noemi de Santis, responsabile della comunicazione. Il servizio, scaricabile dagli utenti gratuitamente sia su dispositivi iOS che Android, è invece in abbonamento per le amministrazioni e le aziende ambientali: 10 centesimi a cittadino per i centri fino a 100 mila abitanti. Oltre all’intera regione Emilia Romagna, a breve altri 16 comuni lombardi entreranno nel circuito di Junker e si sta lavorando ad accordi con altri quattro del Lazio.

 

 OrtiAlti, il verde produttivo sui tetti delle città

I tetti degli edifici occupano circa il 20% delle superfici urbane. Spazio quasi sempre inutilizzato che l’impresa sociale OltiAlti ha pensato di trasformare in verde pensile produttivo. Si progetta lo spazio assieme a chi lo abita o ne usufruisce e insieme a un network di imprese del verde se ne cura la realizzazione. Bastano 15 cm di terra per impiantare i semi. L’idea, nata nel 2010, è quella di sostituire il catrame o cemento che fanno da finitura con orti e verde. Per impermeabilizzare efficacemente i palazzi, ridurre i consumi energetici, produrre verdura e frutta a km 0 e dare vita a uno spazio di rigenerazione urbana e comunitaria. Le prime a sperimentare il progetto sono proprio le founder Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito che sul tetto del loro studio di architettura in via Goito a Torino, realizzano OURSECRETGARDEN, il primo rooftop community garden della città. «L’orto in effetti rimane segreto per poco – racconta Elena Carmagnani- e nel 2010 il progetto vince il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2010 di Legambiente Italia».

 

OrtiAlti

Da cinque anni non si è mai interrotto il percorso di riconoscimenti che ha portato al primo premio per l’imprenditoria femminile We Women For Expo. Dopo la realizzazione degli ‘ortialti’ di Casa Ozanam, ex fabbrica torinese oggi ristorante e ostello gestito da una cooperativa sociale, c’è in cantiere il suo gemello che coprirà tutta la superficie del nuovo centro commerciale Carrefour di Nichelino (TO). I costi sono alla portata di tutti, circa 120 euro al metro quadro, detraibili al 65% come spese per il risparmio energetico. «Un tetto trasformato in orto aumenta di oltre il 15% il valore dell’edificio su cui si realizza, ne riduce il consumo energetico del 10-30% , assorbe oltre il 35% di acqua piovana e lo isola dal punto di vista acustico», continua la fondatrice. Ma soprattutto diventa un luogo da vivere e curare insieme. Per questo ben vengano i condomini, ma OrtiAlti punta soprattutto a lavorare con le aziende e le amministrazioni pubbliche. Per cambiare volto alla città.

 

 The GreenWatcher, il portale europeo che segnala le aziende ecosostenibili

Sai se il ristorante o l’attività commerciale nella quale vai più spesso è ecosostenibile? The GreenWatcher, il più grande portale europeo dedicato alle attività commerciali, ricettive e di ristorazione eco-sostenibili e a tutti coloro che scelgono la via ‘green’ per gli la vita quotidiana, ti aiuta a capirlo e ti invoglia a diventarlo.

the green watcher

 

La startup toscana, immaginata a gennaio 2014 e che oggi impiega una decina di persone, permette da un lato al pubblico di segnalare gli aspetti di sostenibilità notati nei luoghi che frequenta ogni giorno aiutando a creare una mappa interattiva a disposizione di tutti, dall’altro permette alle aziende di valutare in modalità self-service il proprio impatto ambientale attraverso un form da compilare sul sito e rilascia un certificato di eco-sostenibilità espresso in termini di kWh/mq, CO2, tipologie di materiali utilizzati nello spazio, modalità di smaltimento dei rifiuti. «Delle oltre 5000 aziende che compaiono sul sito 1/4 sono italiane», spiega Amina Mauro, architetto e founder della piattaforma. «Ristoranti, alberghi, piccole catene commerciali alle quali The GreenWatcher si affianca per curarne anche la comunicazione con articoli tematici realizzati dalla nostra redazione e la newsletter inviata alle migliaia di iscritti al portale».  New entry l’app, per iOS e Android, che premia i consumatori che lasciano almeno una recensione con sconti e offerte promozionali da parte di strutture eco friendly della zona nella quuale si abita.

 

 Hangreen, orti e giardini verticali hi-tech e low cost

Hanno circa 18 anni i giovanissimi ideatori di Hangreen, startup sarda nata a giugno 2015 che realizza moduli da giardino verticale automatizzati e controllabili anche dallo smartphone tramite app. «Il tutto è nato con un progetto scolastico realizzato insieme a un professore dell’Istituto tecnico industriale Primo Levi di Cagliari a novembre 2014», spiega uno dei fondatori. Poi la partecipazione e la vittoria alla Startup Weekend di Cagliari e l’incubazione da Make a Cube³, il primo incubatore e acceleratore in Italia specializzato in imprese ad alto valore sociale.

hangreen 3

L’idea non è nuova ma ha il vantaggio di essere hi-tech quel che basta, gradevole dal punto di vista estetico ed economica. Il modulo di giardino verticale, in tre dimensioni che vanno dai 30-50 ai 100-120 euro, è realizzato a partire da un vecchio pallet e sfrutta un dispositivo in grado di individuare la temperatura, la luminosità dell’ambiente e l’umidità del terreno, in modo da garantire alla pianta le migliori condizioni ambientali di crescita possibili. Le informazioni possono essere poi visualizzate sullo smartphone ma anche sulla struttura stessa. Così si sa sempre quando annaffiare o fornire cure extra. Il tutto si completa con un serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana e una batteria che potrà essere ricaricata tramite un alimentatore o attraverso un piccolo pannello fotovoltaico. Hangreen adesso è alla ricerca di un finanziatore perché per mettere in piedi il negozio online e far partire la produzione servono almeno 100 mila euro.

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