Non è il titolo di un filmaccio anni ’80 o del solito post di avvistamenti alieni…
Parte i Prefazione
Questo post non ha intenzione di essere l’ennesima presentazione di un prodotto elettrico, che riscuoterebbe il successo tipico di chi in questi mesi si riempie la bocca di mobilità sostenibile perché è bello così, funziona, fa green washing e ti mettono like.
Se non hai voglia di leggere e sei interessato all’ennesimo prodotto di Elon, salta alla “Parte ii”
Il settore dei trasporti pesanti è una piaga anche in Italia.
Ma non fraintendetemi, nessuno ha intenzione di togliere lavoro ad una categoria che sarà gradualmente sostituita dall’automazione e dall’elettrico in circa vent’anni, il settore dei trasporti è una piaga prima ancora per gli stessi trasportatori: vessati di costi quando sono imprenditori di loro stessi, sfruttati al secondo sulle commesse di consegna da terzisti. E lo stress che resta in cabina, la stanchezza e le insoddisfazioni si mischiano ai fumi di scarico diesel, inquinante cancerogeno accertato eppure accettato (perché lo si sapeva almeno dal 2009…), veleno che non fa distinzioni dal momento che assieme ad altre polveri sottili ed ossidi che provengono da altri settori che devono cambiare, viene respirato da tutti, bambini, mamme, cani gatti. E dal nostro camionista.
L’inquinamento non è razzista
Nessuna distinzione di sesso, orientamenti, status sociale. E le emissioni sono quelle cosiddette locali, ovvero vicino a chi le respira.
Quindi vorrei prevenire i pippaioli che commenteranno dicendo “e come la generiamo la corrente elettrica, col carbone no?!” no, informati meglio.In Italia quasi il
42% dell’energia proviene dalle rinnovabili e la marmitta di una centrale è sicuramente più pulita, lontana, filtrata e controllata di quella della tua nuova turbodiesel common rail, magari di quelle “
col trucco” (
è di cinque giorni fa la notizia dell’imminente maxi multa anche per Peugeot).
Torniamo al nostro ossido-nanoparticella e compagnia: essi prendono la strada dei bronchi anche dei tuoi figli, superandone agevolmente i filtri: dietro ad essi, il flusso ematico. Da li, una volta in circolo si comporteranno come gli pare e piace, dipende da quello che troveranno ed ogni organismo reagirà in maniera simile e diversa allo stesso tempo.
Può non succedere nulla, ma i numeri dicono altro: morti premature, malattie=costi sanitari – alla fine col danaro si fanno esempi semplici ed efficaci.
E questo succede in tutto il mondo.
Cina ed India sono impressionanti, perché popolose ed in costante crescita.
Ma anche in Europa, quindi in casa tua, nonostante la crisi si muore di inquinamento al pari in percentuale: Qui la ricerca globale, roba da mal di testa e qui lo stato globale della qualità dell’aria
Dunque anche quello dei trasporti si, è un settore che va elettrificato, quanto prima. Va automatizzato, quanto prima.
Produrrà meno morti e più disoccupati? Forse. Ma per disoccupati si possono pensare soluzioni, i primi invece hanno la peggio in ogni caso.
Il camion Elettrico di Tesla
Quello che Musk nel tempo ha detto descrivendo il camion è relativo ad una grande autonomia e ad una rilevante capacità di carico. Queste le sue parole:
Cosa dice Musk del suo camion:
“È un veicolo pesante, a lunga percorrenza, un semi-rimorchio. Quindi ha la più alta capacità di carico e con una lunga autonomia. Essenzialmente è pensato per alleggerire il settore dei trasporti pesanti. E questo è qualcosa che, oggi, la gente non crede sia possibile. Pensano che un camion elettrico non abbia potenza sufficiente o abbastanza spazio.
A questi con il camion Tesla, vogliamo dimostrare che no, un camion elettrico effettivamente può produrre più coppia di qualsiasi camion diesel e se si facesse il tiro alla fune, il camion Tesla trainerebbe il camion diesel in salita“
Fantasia e Know How: precedenti
Queste ed altre affermazioni di Elon Musk hanno prodotto in tanti, non solo addetti del settore, una curiosità che è andata oltre al semplice concetto di camion, perché ricordiamo che quello che verrà presentato a fine ottobre fa parte del “Master Plan Part Deux” di Tesla, piano che ha un direttore come Jerome Guillen che prima dei successi ingegneristici di Model S ha guidato i successi di Daimler proprio del “Cascadia truck program”, uno dei semirimorchi più famosi d’America (vedi foto sotto).
Le fantasie di tanti e non nascondiamo, le nostre elucubrazioni sul tema, riguardano ad esempio il fronte batterie, stante che difficilmente un camion si fermerà al supercharger. Dunque queste saranno inserite nel rimorchio, così che all’arrivo possa essere cambiato con un nuovo rimorchio con batterie cariche? le batterie nel rimorchio hanno un senso: possono avere una capacità enorme e far parte – come su Model S ed X – del pianale dello stesso, diventandone portanti e non ingombrando prezioso spazio.
Come il camion presentato dalla Nikola Motor Company, anche per il camion della Californiana guidata da Musk la logistica starà alla base di tutto: sarà la divisione Tesla Network a gestire ricariche, carichi e scarichi dei beni, percorsi e forse anche guida autonoma del camion in arrivo tra il 2019 ed il 2020? Il Network farà la differenza sui costi globali, dal momento che Musk parla del camion come di un sistema innovativo, a basso costo e “divertente” come mai prima.
si affannano nel presentare prototipi elettrici, ibridi e nell’annunciare nuovi prodotti e soluzioni. Ancora una volta l’azienda che non è “solo” un carmaker, che non implementa ed inventa “solo” software ed hardware, stimola settori di mercato abituati nella “bambagia” nera del petrolitico, era che è sempre più vicina all’estinzione. Per fortuna.
Daniele Invernizzi
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