Ambiente
Blocco delle auto: ennesimo fallimento della politica dei carburanti
- In copertina il contenuto dei gasoli tradizionali a confronto con quelli contenenti Cetano. Si noti che la slide è di ben 14 anni addietro
Il blocco delle auto Euro 3 al Nord è l’ulteriore dimostrazione del fallimento 5S. Il MISE, guidato da Di Maio, sembra sconoscere i gasoli cetanizzati che eviterebbero di bloccare le attività produttive padane.
Con l’autunno, ricomincia da circa 40 anni la solita solfa dell’inquinamento atmosferico. Per chi, come me e pochi miei collaboratori del Gruppo ERGAM, questo è stato il motivo di interesse scientifico dal 1983, quando pubblicammo sull’Espresso il primo articolo dedicato a questo problema lombardo, allora con ben diverse caratteristiche, sapere che oggi la questione passa per il Ministero Sviluppo Economico, preoccupa più delle polveri sottili. Ma il problema riguarda 3.5 milioni di cittadini che usano al Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto) l’auto per la flessibilità economica che oggi il terziario impone.
Il bando in queste regioni produttive del Paese sulle vetture Euro 3 a gasolio, immatricolare tra il 2001 e il 2005 imporrà a 5/6% della popolazione italiana il cambio immediato dell’auto, salvo penalizzazioni sulle attività produttive. In Emilia-Romagna la lotta al diesel si estende agli Euro 4. Un provvedimento serio che sembra scaturire da un accordo con i lobbysti. E nessuno si preoccupa di ricordare che invece la soluzione c’è ed è immediata. Già da tempo il Gruppo Europeo dell’Automotive Medicine ha emesso il seguente comunicato stampa che salverebbe le tasche di 4 milioni di lavoratori che usano il diesel per le loro attività.
Da oltre 3 decenni Esperti di Malattie Respiratorie, Meteorologi e Urbanisti hanno lanciato l’allarme per i decessi da smog che in questi ultimi anni hanno raggiunto quota 8 milioni/anno nel pianeta. Ogni anno scompare una città come Londra. Abbiamo anche denunciato che le emissioni di Anidride Carbonica ( CO2 ) è ben poca cosa rispetto le emissioni di gas tossici e nocivi come gli Ossidi di Azoto e di Anidride solforosa.
Oltre 36 mila morti in Italia ogni anno si potrebbero evitare se fosse stata accolta la nostra richiesta di rettifica dei carburanti solforati con l’immissione nel gasolio di Cetano che riduce del 45/60 % la dispersione aerea di particolato e polveri sottili ( PM10, PM 1, PM 0.5). Una nuova politica industriale dei carburanti con incentivazione darebbe da subito ottimi risultati. Il fatto è che il cittadino-consumatore quando si reca al rifornimento esclude la possibilità di utilizzare l’Eco-Diesel, parzialmente metanizzato, perché più costoso di ben 15/20 cent/ litro. Spetta al Governo consentire che le Industrie Petrolifere possano immetterlo, mediante incentivo, ad un prezzo più contenuto. Questo può essere fatto sin da domani mattina con un Decreto Ministeriale.
Dunque non solo nuova politica del traffico urbano ma soprattutto nuova politica dei carburanti puliti. È l’introduzione del cetano che consentirebbe di migliorare subito la qualità dell’aria riducendo polveri sottili e particolato. Il cetano è un idrocarburo paraffinico a catena lineare, di formula C16H34, costituente dei petroli e di alcuni oli essenziali. Esso migliora la combustione per motori diesel con un’ottimizzazione del rendimento energetico. Detta proprietà e indicata dal suo numero distintivo.
Esso ci consente di essere già in regola con le normative europee.
– Direttiva 98/70/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 ottobre 1998 relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel e recante modificazione della direttiva 93/12/CEE del Consiglio (GU L 350 del 28.12.1998, pag. 58).
– M1 Direttiva 2000/71/CE della Commissione del 7 novembre 2000 L 287 46 14.11.2000
– M2 Direttiva 2003/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 marzo 2003 L 76 10 22.3.2003
– M3 Regolamento (CE) n. 1882/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 settembre 2003 L 284 1 31.10.2003. Come si desume dalla tabella 2.1 dell’allegato, il contenuto di cetano sarebbe dovuto arrivare alla quota fissata del 51% . (Ferrara A. et al, la vita al tempo del petrolio, Agora & Co, Lugano, 2017).
In pratica un Diesel Blu senza zolfo. Grazie alla buona combustione del “Blu”, si ottengono anche sensibili incrementi prestazionali, guadagnando 4/5 cavalli dal motore, con una progressione più regolare ai bassi e alti regimi. Migliorano anche i consumi in una variabile compresa tra l’1 ed il 4%.
Adeguarsi alle normative europee, evitando così l’effetto Beijing della coltre killer, consentirebbe una maggiore vivibilità delle città.
Allora se abbiamo la disponibilità pronta dei gasoli Blu o Eco, perché il MISE non li incentiva consentendo un recupero della respirabilità in città di almeno il 30%? Il prezzo alla pompa è di circa 20/30 cent in più, Il MISE potrebbe abbattere questa differenza con un intervento immediato di stanziamento o di bonus come avviene in Lombardia per i cittadini frontalieri. Invece di ripetere il leit motiv delle accise d’antan che vanno sanate, date subito un incentivo per il gasolio cetanizzato consentendo ai motori Euro 3 di circolare. Senza considerare la ipocrita propaganda dell’elettrico che con il suo 0.6% risolverà il problema dopo il 2050, quando tutti saremo già stati uccisi dal dissennato uso dei combustibili fossili.
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