Ambiente
Al Parlamento Ue troppo ambiente e niente imprese
Ho partecipato ai lavori del Parlamento europeo e alla discussione intorno all’accordo sui cambiamenti climatici siglato in occasione della conferenza ambientale di Parigi, la cosiddetta COP21, una discussione avviata niente meno che dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon. Ascolto affermazioni eclatanti da parte di tutti i leader di partito. Ne esce un messaggio quasi all’unisono: il clima è il primo problema della politica mondiale. Poi penso a quello che succede fuori da queste mura, nelle famiglie nelle aziende, nella vita delle persone! E penso che questo parlamento è lontano anni luce dalla realtà.
Il grande problema dell’Europa, oggi, non è il rilancio di una cultura ambientale, che ha ormai ampiamente permeato l’opinione pubblica, i governi e le imprese del Vecchio Continente, ma il rilancio dell’economia e dell’industria europea, più che mai in difficoltà. Assistiamo giorno dopo giorno a fenomeni sempre più gravi di deindustrializzazione nell’UE sotto i colpi delle pratiche scorrette della Cina sia sul piano dell’economia di mercato che del ricorso a produzioni fortemente inquinanti.
È sconfortante assistere al livello e agli orizzonti del dibattito politico europeo. Anziché abbracciare acriticamente gli obiettivi della COP21 serve un piano europeo per una nuova industria. Occorre spingere – come abbiamo cercato di fare con l’approvazione in commissione industria dell’emendamento di incentivo all’industria 4.0 per le piccole e medie imprese (‘digital enablers’) – per uno sviluppo economico europeo che sia sempre un passo avanti nel mondo, anziché tutelare posizioni arretrate e di privilegio.
Altrimenti molto presto l’Europa sarà il continente maggiormente ecosostenibile per il solo fatto che avranno chiuso tutte le fabbriche, tutte le aziende e scopriremo allora che non solo un accettabile livello di inquinamento è un problema, ma lo è anche la povertà.
Massimiliano Salini, europarlamentare (componente della commissione industria e della commissione d’inchiesta sulla misurazione delle emissioni nel settore automobilistico)
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