Acqua

Le utility come partner per la crescita dei territori nell’era Covid

22 Ottobre 2020

In una fase di gravi difficoltà per il Paese, le imprese del settore idrico possono giocare un ruolo cruciale per la ripresa. Water Alliance – Acque di Lombardia ha messo in campo sinergie industriali e strategie proprio per fronteggiare la crisi sociale ed economica causata dal Coronavirus. L’obiettivo è creare valore per le comunità e potenziare gli investimenti sul territorio.

Water Alliance è composta da Acque Bresciane, Alfa, BrianzAcque, Como Acqua, Gruppo CAP, Gruppo TEA, Lario Reti Holding, MM, Padania Acque, Pavia Acque, SAL, Secam e Uniacque, tredici aziende pubbliche del servizio idrico integrato che insieme garantiscono un servizio di qualità a circa otto milioni e mezzo di abitanti e che hanno deciso di fare squadra per coniugare il radicamento sul territorio e le migliori pratiche nella gestione pubblica dell’acqua.

«Siamo in un paese soggetto a siccità e dissesto idrogeologico, con una rete infrastrutturale idrica obsoleta, il 70% delle infrastrutture hanno più di 30 anni. Bisogna puntare sugli investimenti che contribuirebbero in maniera sostanziale a far ripartire l’economia con importanti ricadute anche a livello locale», ha commentato il viceministro allo sviluppo economico Stefano Buffagni in un talk digitale organizzato da Water Alliance sulle imprese idriche come motore della ripartenza. Il Governo, secondo il ministro, sta lavorando all’ammodernamento dell’infrastruttura idrica, introducendo soluzioni tecnologiche avanzate di monitoraggio e telecontrollo, offrendo un servizio migliore, più efficiente e sostenibile ai cittadini.
Peraltro, i cambiamenti climatici in corso domineranno il futuro dell’umanità̀ con ripercussioni sul tessuto sociale ed economico dei territori. I futuri investimenti dovranno tenerne conto, per garantire non solo qualità̀ e sicurezza ma soprattutto la capacità di resilienza del sistema.

All’interno di un contesto di recessione globale causato dalla pandemia da Covid-19, le imprese di pubblica utilità possono promuovere modelli di sviluppo sostenibili per le città e i territori e possono così migliorare anche i servizi dedicati ai cittadini e il loro benessere.

Water Alliance, con un fatturato di circa un miliardo di euro e più di tremilaseicento dipendenti è diventata un modello non solo per il sistema Lombardia, ma per tutto il Paese e mira a migliorare proprio i servizi offerti a più di milleduecento comuni per un totale di otto milioni e mezzo di abitanti serviti, attraverso una rete idrica di circa 40 mila chilometri e una rete fognaria di 34 mila chilometri. Il sistema è in continua evoluzione e grazie a una portata di investimenti, stimati attorno ai due miliardi di euro per il periodo 2020-2025, rappresenta una novità nel panorama delle utilities italiane in grado di ammodernare ed efficientare il servizio idrico nel suo complesso e creare valore per la comunità.

Gli investimenti riguardano e riguarderanno l’efficientamento delle infrastrutture idriche, grandi progetti di economia circolare (ottimizzazione della risorsa idrica e recupero dei fanghi), al passo con le sfide della transizione energetica, programmi di ricerca e sviluppo per rendere sempre più elevati gli standard di qualità dell’acqua.
Le indicazioni della UE (Green New Deal) spingono infatti verso una transizione energetica imperniata sull’economia circolare. In quest’ottica le utility e le multiutility dovranno trasformarsi in aziende industriali e in “solution partner” al fianco di quelle aziende di produzione che vogliono adottare strategie circolari per territori smart e sostenibili. «Quando parliamo di smart land e smart city non possiamo tacere dei ritardi che ancora il nostro Paese ha», ha commentato Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP, durante la Digital Business Week di Palermo. «Basta vedere alcuni numeri: l’attesa per un’autorizzazione di un impianto può arrivare fino a 8 anni; 21% è la percentuale di conferimento dei rifiuti in discarica, toccando punte del 70 % in alcune Regioni del Mezzogiorno; 47,9% è il tasso di dispersione di acqua nelle reti con punte di oltre il 60% in alcune aree del sud. La disomogeneità tra industrializzazione e infrastrutturazione tra Nord e Sud è uno dei gap da colmare e senza dubbio il Recovery Fund e i finanziamenti connessi possono rappresentare un’opportunità».

Le utility come Gruppo CAP hanno oggi l’opportunità di sviluppare nuovi modelli di business accanto alle aziende industriali di tutti i settori produttivi, se sapranno interpretare il loro ruolo di ponte tra industria e territorio, tra esigenze produttive e dinamiche di radicamento territoriale. Per questo uno dei modelli più̀ interessanti è la rete di imprese che già̀ in alcuni territori si sta sperimentando. La rete tra imprese riesce a garantire proprio la sinergia industriale, lo scambio di esperienze e la possibilità per le utility di diventare “fornitori di soluzioni integrate”, lasciando intatto e anzi rafforzando il dialogo con i territori, la rappresentanza locale, che caratterizza il tessuto dell’impresa di pubblica utilità̀ in gran parte d’Italia e anche nel mezzogiorno.

«Oggi la sostenibilità ha assunto connotati più evoluti», ha affermato Matteo Colle, responsabile relazioni esterne e Csr di Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, intervenendo in occasione del Forum dell’Innovazione Sostenibile 2020. «Non è solo un asset strategico, ma la chiave per garantire l’evoluzione del business e abilitare la crescita delle imprese. Essere sostenibili oggi significa non solo avere a cuore gli impatti che imprese e organizzazioni hanno sul territorio, sull’ambiente e sul tessuto economico, ma vuol dire occuparsi dei cambiamenti sociali, economici e culturali che sono in corso, tanto più se i cambiamenti sono repentini e disruptive come l’emergenza che stiamo vivendo».

Proprio nell’ottica del piano di sostenibilità, durante l’emergenza Coronavirus, Gruppo CAP ha deciso  di donare 10 milioni di euro per sostenere i comuni e gli ospedali serviti da CAP. L’azienda ha inoltre adottato diverse altre misure, sia in favore dei fornitori, accelerando anche oltre i tempi di legge i pagamenti, fornendo assicurazioni gratuite per le anticipazioni e autorizzando avanzamenti dei lavori anche in deroga ai contratti; in favore dei propri dipendenti, attraverso un forte incremento dello smart working e dando notevoli supporti in ordine all’utilizzo di autoveicoli aziendali. Inoltre, le bollette per comuni, imprese, ospedali, case di cura e non profit sono state rinviate in modo da gravare il meno possibili sulla liquidità e le scadenze delle bollette emesse sono state prorogate di diversi mesi con la possibilità di rateizzarle senza costi aggiuntivi.

«Nel nostro Piano di sostenibilità̀, presentato lo scorso anno, avevamo indicato gli strumenti giusti per essere preparati ad affrontare una crisi imprevedibile, seguendo tre linee guida: essere sensibili, resilienti e innovatori», ha commentato il presidente Russo. «Essere sensibili significa per noi essere parte di una comunità̀ e avere responsabilità̀ nei confronti di tutti gli stakeholder. Essere resilienti e innovatori significa essere pronti al cambiamento. Il nostro approccio ci ha consentito di reagire in fretta e in maniera efficace alla situazione, adottando una strategia inclusiva per la nostra comunità̀».

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