Acqua

La Linea dell’Acqua, viaggio per immagini alla scoperta del territorio lombardo

27 Dicembre 2018

Le risorse non sono inesauribili. Di sicuro non lo è l’acqua, il bene comune per eccellenza, importantissimo nella storia dell’uomo e dei territori che vive. Per la Lombardia, e per la zona di Milano in particolare, l’acqua è stato il motore di crescita, sviluppo e trasformazione del tessuto urbano. Sviluppo però, spesso, può far rima con sfruttamento. La sfida del futuro è quella della tutela del paesaggio, rispettandone la sua bellezza, e del Bene Comune. «Acqua, aria, sole: sono loro i primi maestri a insegnarci che ogni azione umana, compresa quella politica, comincia dalla cura del Bene Comune», scrive Luca Doninelli, scrittore e giornalista, nella prefazione del libro La Linea dell’Acqua.

Il testo, pubblicato con l’agenzia fotografica Contrasto, da Cap, la società che gestisce il servizio idrico integrato in circa 200 comuni della Città metropolitana di Milano e di altre province lombarde, è legato ad una mostra organizzata nel mese di ottobre al Museo della Permanente di Milano.

Il Gruppo Cap, infatti, ha scelto di raccontare i suoi novant’anni attraverso lo sguardo e le fotografia di Lorenzo Maccotta e la voce di Luca Doninelli.

Il libro offre la possibilità di fare un viaggio per immagini (i testi si limitano alla prefazione e ad una conclusione firmata dalla società) alla scoperta del territorio lombardo. Un territorio in cui l’acqua è la grande protagonista, motore di lavoro e sviluppo economico, ma al tempo stesso testimonianza del passato, ed è diventato, fin dai tempi di Leonardo Da Vinci, sinonimo di sperimentazione e innovazione.

Dal lontano 1928 l’azienda è cresciuta insieme al suo territorio tra l’Adda e il Ticino, con gli uomini e le donne che l’hanno abitato e lo abitano oggi. L’acqua è un bene comune e il racconto per immagini e parole che troviamo in questo libro non può che essere corale, in cui pubblico e privato si intrecciano.

Gli scatti realizzati dal fotografo Lorenzo Maccotta raccontano luoghi, paesaggi e suggestioni, ma anche processi, impianti e cantieri che segnano il territorio del milanese, in cui l’acqua è la grande protagonista, caratterizzato da una forte, costante e ininterrotta simbiosi fra natura e lavoro degli uomini. La prima immagine, quella che apre il racconto, è la verde riva del fiume Adda (a Trezzo sull’Adda) con i pescatori sulla sfondo in una giornata estiva. L’ultima, invece, ritrae l’ombroso e violaceo canale di scarico delle acque reflue depurate del Lambro a Peschiera Borromeo.

La Linea dell’Acqua è così un percorso tra falde, fiumi, canali, rogge, laghi artificiali e bacini idrici (si pensi anche solo a quel microcosmo che è l’Idroscalo di Milano), e poi impianti di depurazione, acquedotti, centrali di trattamento delle acque potabili, laboratori.

«Dal 1928 ad oggi – scrive Doninelli nella prefazione del libro – quel territorio è mutato molte volte. Industrializzazione, inurbamento, inquinamento, dismissione delle grandi industrie, immigrazione. Territorio ricco, quello lombardo. Ricco e irrequieto. […] Si può dire che tutta la Lombardia, e in special modo il milanese, sia una grande opera idraulica, iniziata allo scopo di imbrigliare e rendere utile una ricchezza idrica enorme ma di difficile gestione. Non è un caso che uno dei padri fondatori di Milano, Leonardo da Vinci, giunga in questa città dopo aver affrontato (e fallito) la soluzione di un problema idraulico: la canalizzazione delle paludi in val di Chiana».

Il grande romanzo della regione milanese, come la chiama Donineli, è quindi in gran parte un romanzo d’acqua e che ha bisogno di essere riscritto di continuo ma nel rispetto del paesaggio, che necessita di continui interventi (idraulici, elettrici, edilizi…) ma soprattutto di cura. La sfida è proprio questa: avere cura del paesaggio, della sua bellezza, e del Bene Comune.

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