Acqua
Gli otto paradossi che complicano la relazione tra l’acqua e gli italiani
L’Italia è il secondo paese più idrovoro d’Europa, ha il 21 per cento del proprio territorio a rischio desertificazione e, come ha sottolineato il 22 febbraio il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli a Expo 2020 Dubai «inizia ad avere grandi problemi di approvvigionamento idrico in tante parti della penisola. Le esperienze di paesi che hanno aree desertificate in grande parte del loro territorio ci servono per capire come si può produrre cibo in situazioni climatiche estreme».
In queste condizioni ragion vorrebbe che tutti i cittadini, non solo i decisori, si facessero carico di informarsi e di attuare comportamenti tendenti al risparmio di una risorsa tanto fondamentale quanto scarsa. Al contrario, gli italiani conoscono poco le complesse dinamiche del ciclo dell’acqua (e pazienza), come pure cosa esce quando aprono un rubinetto, in termini di quantità, qualità e valore.
È la sintesi della ricerca realizzata dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti, presentata oggi alla Centrale dell’Acqua di Milano. Dalla ricerca emergono alcuni paradossi sulla percezione dei cittadini sulla risorsa acqua.
Paradosso del costo dell’acqua: quasi 6 cittadini su 10 ritengono che l’attuale spesa in bolletta sia troppo onerosa, quando in realtà l’Italia è uno dei Paesi con le tariffe più basse d’Europa (2,08 euro/m3 – dato medio nazionale) – che corrisponde alla metà di quella francese (4,08 euro/m3 – dato medio del Paese). In alcune zone del Paese, come ad esempio Milano, il costo è pari a 0,80 euro per metro cubo, il 20 per cento in meno rispetto ale paese europeo dove il servizio idrico è meno caro, la Grecia. Per altro, più del 90 per cento dei cittadini non è a conoscenza del costo reale, ritenendo di pagare troppo per il servizio. L’86 per cento dei rispondenti sovrastima la propria spesa annua e quasi un terzo dei rispondenti pensa di pagare circa il doppio in più rispetto alla spesa reale.
Paradosso del consumatore attento: una bassa tariffa fa scendere la soglia d’attenzione e – nonostante l’utilizzo responsabile di acqua sia il terzo comportamento sostenibile più adottato dai cittadini – più di 2/3 sottostimano il proprio effettivo consumo giornaliero con il conseguente protrarsi di abitudini errate che acuiscono lo stress idrico complessivo. Un esempio per tutti: solo un cittadino su tre utilizza dispositivi di ottimizzazione dei consumi domestici.
Paradosso della scarsa fiducia: solo il 29,3 per cento dei cittadini beve abitualmente acqua del rubinetto, anche se si registrano rilevanti difformità tra i territori italiani con un progressivo cambio di abitudini a favore dell’acqua di rubinetto a partire dal Centro Nord. Eppure la qualità dell’acqua di rete sia tra le più alte in Europa. Così rimaniamo primi al Mondo per consumo di acqua in bottiglia: un dato stridente se consideriamo che 1 metro cubo di acqua di rete equivale a duemila bottiglie d’acqua da mezzo litro. Una scelta poco vantaggiosa anche in termini economici: molti italiani decidono di spendere circa 1.500-2.000 euro per l’acqua minerale invece di 2,08 euro per la pari quantità di acqua di rubinetto.
Paradosso della disponibilità a pagare per un servizio migliore: in netto contrasto con il primo paradosso, la ricerca evidenzia che più della metà dei cittadini sarebbe disposta a sostenere un piccolo aumento in bolletta per rendere il servizio più efficiente e sostenibile e l’83 per cento di questi rispondenti dichiara una disponibilità a pagare tra i 5 e gli 11 Euro in più all’anno per agevolare interventi di efficientamento e di risparmio idrico. Dato da non sottovalutare perché, secondo l’Osservatorio Valore Acqua, un aumento delle tariffe di soli 10 centesimi a m3, pari a 8 Euro in più all’anno per famiglia media ISTAT, si tradurrebbe in 900 milioni di euro addizionali di Valore Aggiunto e 400 milioni di investimenti aggiuntivi, fondamentali per l’Italia che investe 46 euro per abitante all’anno nel settore idrico, quasi la metà dei 90 euro della Francia e dei 92 euro della Germania e un terzo dei 135 euro per abitante del Regno Unito). Con ricadute sia in termini sociali che ambientali: 3.400 occupati in più nel ciclo idrico e una riduzione di 211 milioni di metri cubi di prelievi di acqua per uso potabile.
Paradosso del bonus sconosciuto: rimangono poco conosciuti gli strumenti di agevolazione economica previsti in bolletta per le fasce più vulnerabili della popolazione: il bonus idrico, la possibilità di rateizzazione della bolletta e l’esistenza di tariffe agevolate.
Paradosso di cosa c’è dietro l’acqua del rubinetto: oltre il 37 per cento degli italiani non conosce il proprio gestore e ancor più dimostra scarsa consapevolezza del ruolo e dei compiti che svolge.
Paradosso della distanza: secondo la maggioranza degli italiani i problemi di siccità e approvvigionamento idrico sono importanti, ma riguardano più altri continenti o si presenteranno in un futuro distante. Invece, «prepararsi fin d’ora a un futuro climatico inedito è indispensabile», ha spiegato Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana. «Un anticiclone come quello che si è installato da dicembre sull’Europa occidentale, qualora si insediasse nei mesi estivi con l’agricoltura in attività, porterebbe temperature oltre i 40°C e uno stress idrico imponente.
L’OCSE ha infatti stimato che entro il 2050 il 40 per cento della popolazione sarà esposto al rischio di stress idrico. Dieci dei diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) introdotti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel settembre 2015 sono influenzati da una gestione efficiente delle risorse idriche. Disporre di una filiera efficiente a 360° è un requisito essenziale per il funzionamento e la competitività di un paese e della sua economia.
Al netto dell’efficienza variabile dei nostri acquedotti che scontano perdite medie del 45 per cento (a Milano la quota si abbassa al 14 per cento), qualcosa nel settore privato si sta muovendo per applicare nuove tecnologie a reti di distribuzione comunque datate dove non obsolete. Per esempio, SIT – partner della Community Valore Acqua – è entrata di recente nel mercato dei cosiddetti “water meters” (contatori d’acqua) con l’obiettivo di applicare una forte competenza ottenuta di circa 10 anni di esperienza nello smart gas metering (contatori o misuratori intelligenti che permettono di ricavare dati puntuali di consumo relativamente al gas) anche al settore dell’acqua. Il mercato dello smart metering nel settore acqua è infatti ancora ridotto, ma molto promettente. Se globalmente rappresenta al momento solo il 9 per cento dei contatori, negli Stati Uniti la quota supera il 30 per cento, in Germania è in forte ascesa e ci sono progetti di evoluzione tecnologica un po’ in tutti i paesi, comprese Italia e Spagna.
Del resto la scarsità crescente della risorsa sta lanciando la corsa al controllo di precisione e alla riduzione delle perdite, che significa certo risparmio dal punto di vista ambientale, ma anche maggiori guadagni. Ad oggi, la quota di acqua che le utility non riescono a contabilizzare tocca fino al 40 per cento. Una cifra ormai insostenibile nel medio e lungo periodo.
«Lo storico, recente inserimento della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione italiana introduce per la prima volta una visione di sviluppo sostenibile che tenga in considerazione le future generazioni e definisca con chiarezza la società che vogliamo diventare», afferma Valerio De Molli, Managing Partner & Amministratore delegato di The European House – Ambrosetti. «È una svolta epocale, che va nella direzione tracciata dal 2019 dalla community Valore Acqua per l’Italia. Una filiera dell’acqua efficiente e sostenibile, infatti, deve essere in cima alle priorità italiane ed europee dei prossimi anni. La terza edizione del ‘Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia’, che presenterò a Roma il prossimo 22 marzo, nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Acqua, analizzerà lo stato dell’arte della gestione dell’acqua in Italia e condividerà un decalogo di proposte e azioni concrete per accelerare, alla pari di altre economie, il rilancio del paese verso modelli di produzione e consumo sostenibili».
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