Acqua

Cap Holding: ricavi a 344 e investimenti sulla sostenibilità nel bilancio 2020

20 Maggio 2021

 

Il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano presenta il bilancio 2020: gli investimenti hanno permesso di sostenere territorio e stakeholder nell’affrontare l’emergenza pandemica e puntare su progetti di economia circolare conferendo all’azienda il ruolo strategico di solution provider. EBITDA a quota 86,14 milioni.

Ricavi che superano i 344 milioni di euro, risultato netto d’esercizio di 18,56 milioni di euro e 86,14 milioni di EBITDA. Gruppo CAP, l’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, nel settore idrico prima azienda in-house italiana per patrimonio e tra le prime per abitanti serviti, presenta il bilancio consolidato 2020: nell’anno della pandemia gli investimenti in infrastrutture a servizio del territorio hanno superato i 105 milioni di euro, pari al 45% dei ricavi della tariffa.

La strategia adottata nel 2019, attraverso un Piano di Sostenibilità, articolato secondo tre principi guida “Sensibili, Resilienti, Innovatori”, ha permesso nel 2020 alla water utility di contrastare l’impatto della crisi economica, sociale e sanitaria scatenata dalla pandemia adottando misure tempestive a sostegno della comunità e degli stakeholder. Non solo: ha anche consentito di rilanciare un percorso importante, un vero e proprio “Green New Deal” della Città metropolitana di Milano, all’insegna di nuovi investimenti strategici che confermano CAP come big player nello sviluppo dell’economia circolare in Lombardia, capace integrare la gestione sostenibile dell’acqua con quella dei rifiuti per incentivare il processo di decarbonizzazione alla base della rivoluzione verde e della transizione ecologica invocata dal PNRR.

“La strada indicata dal nostro Piano di Sostenibilità e le importanti scelte fatte in termini di investimenti sono state determinanti per far fronte a un anno così difficile, tanto per le aziende quanto per il territorio che serviamo, ha commentato Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. L’economia circolare è stata la leva su cui abbiamo puntato per rilanciare gli investimenti e tornare a crescere in un momento di incertezza e forte crisi come il 2020. I nostri depuratori sono diventati fabbriche verdi, piattaforme integrate per la produzione di biocarburante ed energia pulita. Oggi Gruppo CAP è molto di più di un’azienda di servizi, è a tutti gli effetti un solution provider per il territorio: si occupa di acqua, di rifiuti e di energia, e lo fa in modo innovativo”.

“Per un’azienda come CAP, fortemente connessa con il suo territorio, parlare di ripresa significa far ripartire i cantieri, fare investimenti sull’innovazione di tecnologie e impianti, dare vita a partnership in un contesto di open innovation, continua Russo. Gli investimenti sul territorio fatti nel 2020 sono il frutto di una gestione industriale integrata della risorsa idrica che impegna il 33% della tariffa nello sviluppo di infrastrutture e servizi sempre più automatizzati, nelle sfide dei progetti di economia circolare, ricerca scientifica, simbiosi industriale. Un dato ben superiore alla media nazionale, che si attesta al 24% (Blue Book 2019), da vedere alla luce di un percorso in continua evoluzione che guarda a obiettivi ambiziosi, come il recupero della maggior quantità possibile di energia e materia dalle attività produttive, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi prodotti dalla depurazione dell’acqua dell’87%”.

Il progetto di bilancio consolidato è stato approvato giovedì 22 aprile dal Consiglio di Amministrazione di CAP Holding S.p.A. insieme alla Dichiarazione Consolidata di carattere non finanziario ai sensi del D.lgs. 254/2016. In dettaglio, il totale dei ricavi si attesta nel 2020 a 344.735.249 di euro, per la quasi totalità frutto del servizio idrico, mentre il saldo di gestione è pari a 18.568.952 di euro. La differenza tra valore e costi della produzione nel 2020 è stata pari a 30.503.221 euro. L’EBITDA è pari a 86.140.537 euro. Gli investimenti in immobilizzazioni tecniche si attestano a 105.331.819 euro.

A distanza di più di un anno dall’inizio della pandemia, il consuntivo dell’esercizio 2020 ha dimostrato una forte capacità di reazione da parte di Gruppo CAP, con prestazioni tecniche-gestionali di valore assoluto dal punto di vista del livello di investimenti realizzati e del rispetto degli obiettivi di qualità fissati dall’Autorità (ATO), con una sostanziale tenuta degli indicatori della situazione economica e finanziaria. L’utility ha da subito attivato misure di sostegno al reddito in modo da garantire il lavoro e la stabilità occupazionale di tutti i lavoratori. È inoltre intervenuto in favore dei propri dipendenti, attraverso un forte incremento dello smart working (87,5%) su cui l’azienda sta allocando parte dei 34 milioni di euro destinati a progetti di digitalizzazione

Per sostenere tutti i Comuni gestiti e gli ospedali pubblici del territorio della Città metropolitana di Milano, CAP ha stanziato 10 milioni di euro, di cui 1,8 milioni destinati alle strutture ospedaliere pubbliche e 8,2 ai comuni. Ha inoltre adottato incisive misure a favore dei fornitori, anticipando pagamenti, fornendo assicurazioni gratuite per le anticipazioni e autorizzando avanzamenti dei lavori anche in deroga ai contratti. Ha sostenuto cittadini e imprese, posticipando le scadenze delle bollette e avviando la possibilità di rateizzare i pagamenti. Anche le procedure di gara sono state semplificate per facilitarne l’accesso, attraverso una serie di sgravi burocratici e l’impiego della piattaforma Skype, di droni e della tecnologia 3D.

Sono 34 i milioni investiti nei progetti dedicati all’economia circolare nel 2020. A San Giuliano Milanese, Robecco sul Naviglio, Bareggio, Canegrate, Rozzano, Pero, sono state avviate attività di produzione a regime di biogas e biometano a basso impatto ambientale che impiegano rifiuti organici, la cosiddetta FORSU, provenienti dall’industria agro-alimentare dell’hinterland milanese. La genesi risiede nel Protocollo di Intesa sottoscritto a fine 2019 dalla Città metropolitana di Milano, ente autorizzativo degli impianti, e Gruppo CAP che, secondo uno studio effettuato da Kyoto Club, utilizzando i biodigestori anaerobici già presenti nei depuratori, può convertire in energia pulita 107 tonnellate di scarti organici, arrivando ad alimentare  fino a 39.000 tra veicoli, mezzi aziendali e trasporti pubblici: 2,5 volte il numero di auto circolanti alimentate a metano nella Città metropolitana di Milano.

Da qui, nel 2020, le partnership con Danone e con la piattaforma ThinkAbout, realtà che opera nell’ambito della riduzione dello spreco alimentare, che rende disponibili i prodotti alimentari a fine ciclo, destinati a diventare rifiuti: nell’impianto di depurazione Sesto San Giovanni diventano biogas e poi energia termica. Stessa cosa oggi succede a Robecco sul Naviglio, con gli scarti alimentari delle mense di Milano Ristorazione. Sempre a Robecco, CAP ha dato vita a un’altra applicazione nell’ottica del recupero delle materie di scarto: da luglio 2020 ogni giorno si recuperano circa 10 tonnellate di sabbia, estratte dal processo di depurazione, da reimpiegare come materie prime nei cantieri aziendali, evitando lo smaltimento in discarica e l’utilizzo di nuove sabbie, estratte dalle cave.

La gestione sostenibile degli impianti passa attraverso un attento e continuo processo di innovazione tecnologica e digitalizzazione: a Pero nel 2020 Gruppo CAP ha installato nella sua rete i “detective elettronici”, che adottano la tecnologia sviluppata dall’azienda Kando: sensori applicati in prossimità delle reti fognarie in grado di identificare la provenienza delle sostanze tossiche e di smascherare eventuali scarichi illeciti. Inoltre, il 90% delle acque trattate da Gruppo CAP viene costantemente monitorato per essere riutilizzato a scopo irriguo grazie a un sistema di telecontrollo aziendale, dotato di un sistema di intelligenza artificiale che registra i big data, dialogando con i 40 impianti di depurazione presenti sul territorio.

Nel 2019 Gruppo CAP ha deciso di integrare la sostenibilità nel proprio business definendo il Piano di Sostenibilità, una strategia industriale che partisse dall’analisi dei punti di forza e debolezza e dall’individuazione dei rischi e delle opportunità dell’azienda, e identificasse le principali sfide di industria sostenibile a partire dai principali trend sociali, economici e ambientali in un orizzonte di lungo periodo, il 2033.

Per risollevarsi quanto prima dalla crisi globale, il ruolo di aziende pubbliche come CAP è quello di fare ripartire l’economia rilanciando gli investimenti, partendo dall’assunto che ripresa economica e sostenibilità non sono fattori contrapposti, ma complementari. I fattori ESG (Environment, Social, Governance), rappresentano per l’economia delle imprese gli asset per affrontare le sfide del presente e far crescere il territorio su cui opera e sono requisiti sempre più strategici per il mondo della finanza.

La ricerca “Il settore idrico nel mirino della finanza Esg. Utilities e infrastrutture pubbliche quali opportunità”, promossa da Gruppo CAP e sviluppata in collaborazione con l’ufficio studi di ETicaNews, punta a promuovere il dialogo tra i player attivi sul fronte della finanza sostenibile (sia investitori attivi sul fronte equity che finanziatori operanti sul fronte del debt market) e le utilities pubbliche del servizio idrico integrato, che possono oggi accreditarsi sempre di più come potenziali soggetti da finanziare sia sul fronte degli investimenti strettamente idrici sia sul fronte di investimenti volti a promuovere l’economia circolare e la transizione verso modelli di business più sostenibili, in particolare nel contesto attuale.

L’indagine pone l’attenzione su tre items principali: “infrastrutture pubbliche for circular economy”, “utilities pubbliche come opportunità” e infine “lo sguardo e il commitment della finanza”. Nell’attuale scenario di investimenti infrastrutturali, caratterizzato anche dall’iniezione di spesa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato dal Governo, la connessione tra finanza ed economia reale, favorita dagli ESG, può giocare senz’altro un ruolo chiave nel favorire l’afflusso di capitali verso imprese attive nella progettazione, gestione e manutenzione di infrastrutture idriche sostenibili. Un afflusso di capitali oggi reso sempre più accessibile anche grazie a innovativi strumenti di debito tra cui gli water impact bond, i Sustainability linked bond e gli Esg linked loan. I risultati finali verranno poi predisposti in un position paper che verrà presentato nel secondo semestre del 2021.

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