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La sedia sdraio
È una delle più grandi invenzioni dell’umanità: la sedia sdraio.
È il trono dei pigri che si “acquattano” e si “spandono” in essa, rilassando tutte le membra che si sciolgono e riposano, soprattutto quando la sedia sdraio è allungata da un’altra sedia dove appoggiare anche i piedi nella posizione orizzontale.
Ti senti un re: quando è messa al cospetto del mare. In tal guisa ha diverse funzioni:
1- crea una posizione strategica, perché prendi il sole più succulento. Non puoi grondare sudore.Da un lato ti senti accarezzato dal raggio che sfiora la tua pelle appena bagnata dall’acqua piena di sale, dall’altro avverti la brezza marina che ti rinfresca e ti assale.
2- Puoi vedere che escono dall’acqua bellissime fanciulle o signore attempate che si sentono osservate e perciò si predispongono alla corte del tuo sguardo: qualcuna, civettuola, ci sta ed accenna ad un sorriso compiacente. Qualche altra, più spinta ed audace, ti invita ad un saluto e molto garbatamente annuisce con il capo alla cortesia manifestata.
3- Nei lidi organizzati passano anche barman che ti offrono una bevanda fresca o una tagliata di frutta di cocomero, melone con ghiaccio. In questo caso la sedia sdraio ha bisogno di un appoggio, un ancillare sedia ove allocare la pietanza e la bevanda prelibata e desiderata, in modo che non ti possa muovere. Il movimento infatti deve essere rimosso ed è antitetico al corpo rilassato nella sedia sdraio. Bisogna solo allungare l’altro braccio, per portare alla bocca il frutto desiderato o la bevanda fresca.
4- Se riesci ad appoggiare la testa in quelle sedie un po’ più rigide e ben fatte, volgi lo sguardo al cielo e la leggerezza ti prende, perché la mente allontana le incertezze ed i cattivi pensieri e si pone in uno stato di dissociazione, come consigliano gli psicanalisti.
In tal foggia la sedia sdraio diventa un letto, perché chiudi gli occhi ed un sonnellino ti assale e ti avviluppa piano piano, dolcemente. Devi stare immobile:il corpo si riposa e non riesci ad alzarti per tutto l’oro del mondo.
Se in quel momento ti chiama la tua signora perché è arrivata la sua amica o la di lei mamma, non sai che pesci pigliare, perché sei invitato(costretto) ad alzarti e non vuoi. Fai il cenno della testa a mo ‘di saluto e spingi il petto in avanti, facendo capire che non intendi muoverti. Ma non è così: tua moglie ti annichilisce con uno sguardo e con un ghigno accompagnato da intraducibili e sconce parole percettibili sole per te, ti fa smuovere e sei costretto a quell’atto che giammai avresti voluto compiere: alzarti.
Cade anche la frutta: la bevanda dolce diventa amarissima. Tua moglie la vorresti ammazzare perché ha rotto un incantesimo con la natura ed il tuo corpo. Ma devi ubbidire, giocoforza: il matrimonio va in crisi acuta ed irreversibile. È meglio cedere: alzati e basta: non profferire parole, saluta e parla di cose insignificanti.
5- La sedia sdraio se è allocata in un cortile o su una loggetta di un balcone di sera,diventa l’oggetto più desiderato.Puo’ diventare casus di accesa colluttazione e rissa, perché tutti la vogliono possedere: assurge a preda ambita di guerra.
Quando infatti hai fatto una doccia e ti sei ben asciugato, devi solo sederti ed apprestarti a sentire le cicale.
Puoi in questo caso:
a) prendere l’Ipad per leggere il giornale;
b) ascoltare un po’ di musica;
c) accompagnare il pensiero con una buona lettura;
d) comporre sms o WhatsApp con amici compiacenti;
e) navigare su Facebook.
f)Riordinare e verificare le mails arrivate al telefonino, indispensabile, tra l’altro, per qualche chiamata ancora da effettuare.
6- Se invece ti accomodi dopo cena, sei satollo e non riesci a muoverti: si rappresenta plasticamente l’impedimento più naturale: l’inevitabile processo digestivo, che esige la stasi. La passeggiatina è per piccoli borghesi adusi al rispetto di prescrizioni mediche. Acquattato nella sdraio puoi, di converso, sorseggiare un amaro o un grappino.
La sedia sdraio allora ti incatena, ti avvolge, ti rapprende.
La sedia sdraio: trionfo e trono dei pigri: adagia il tuo corpo e riposa: null’altro conta.
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