Ambiente
Alla scoperta del Kolpa, il fiume magico che congela il tempo
Maja Slivnjak è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia. Il post è sponsorizzato da:
Non è colpa del fiume Kolpa se ha un nome che in italiano suona male. Perché in realtà il Kolpa è uno dei fiumi più belli della Slovenia. Le sue acque limpide e pulitissime ne fanno un habitat perfetto per i pesci, e una mecca per gli appassionati di pesca (che arrivano a frotte da ogni angolo d’Europa per lanciare lì le lenze). Non a caso dal 2010 è una località EDEN, acronimo che in inglese significa European Destinations of Excellence: un’iniziativa targata Unione Europea per promuovere il turismo sostenibile di altissima qualità.E infatti io lo considero davvero un angolo di paradiso… (guardate questo video, per esempio).
Il Kolpa è fantastico per gli sport acquatici, a cominciare dal nuoto (in estate la temperatura delle sue acque può raggiungere i 30°) e dalla canoa. Non è un fiume esigente, pure i principianti possono affrontarlo. Nei periodi successivi a forti piogge, però, è l’ideale per gli amanti del kayak: infatti il corso del fiume è sbarrato da una cinquantina di briglie di pietra, che in passato facevano funzionare mulini e segherie, e questo lo rende davvero divertente da “cavalcare” per i patiti del kayak. E costoro se hanno voglia di tirare un po’ il fiato hanno solo l’imbarazzo della scelta, tra campeggi e locande nei dintorni. Perché anche se l’acqua del Kolpa è dolce e non salata, si tratta di una vera e propria “Riviera fluviale” che si snoda tra boschi, prati e campi.
Io per esempio ho passato alcune splendide estati di “dolce far niente” sulle rive del Kolpa. Che ha senz’altro dei poteri magici, dato che in certi pomeriggi di agosto riesce a rallentare il tempo sino a congelarlo, tanto è vero che al tramonto, quando è il momento di ripiegare la sdraio e tornarsene a casa, non si capisce bene se siano passati pochi minuti da quando si è arrivati, o un centinaio di ore. All’ombra di un tiglio o di un salice, immersa nella frescura emanata dalle sue acque tranquille, ho potuto finire (con molta calma, a volte leggiucchiando, altre divorando le pagine come ciliegie) libri che a Lubiana o Milano non avevo nemmeno intaccato, come “Vita e destino” (Adelphi) di Vasilij Grossman o “Oblomov” (BUR) del grande Gončarov.
L’ho già scritto in un precedente post. Io amo le “vacanze vuote”, nel senso di vacanze un po’ diverse, lontane da certi pacchetti turistici infarciti di gite frenetiche, pranzi e cene, shopping tour, serate danzanti, sortite ai musei e ai siti storici e così via… Secondo me la vacanza deve essere soprattutto un modo per tornare a essere padroni di se stessi, del proprio tempo. Un’opportunità per gustarsi anche il silenzio, il tepore di una bella mattina di sole, il mormorio dell’acqua che si avvia verso il mare. Il fiume Kolpa forse non è suggestivo come il Tago o la Loira, e di sicuro non ha la rilevanza storica del Danubio o del Po, però è perfetto per chi è in cerca di un po’ di otium in una natura incontaminata.
In realtà chi ama la natura sulle rive del Kolpa troverà pane per i suoi denti. Magari questo fiume di appena 292 chilometri non sarà come il Tibisco, che si diceva fosse composto per due terzi di pesci e un terzo di acqua, però è ricchissimo di vita. Ad esempio ospita una trentina di specie di pesce, alcune delle quali estremamente rare, nonché castori, lontre, testuggini palustre europee. Alle sue acque, la notte, si abbeverano anche linci, lupi e orsi, e gli amanti del bird-watching possono avvistare svariati tipi di uccelli, ad esempio gli aironi cenerini che nidificano presso il villaggio di Miliči.
Tale è l’esuberante ricchezza biologica del Kolpa che il fiume ha dato origine all’omonimo Parco naturale del Kolpa, tra i villaggi di Stari trg e Dragoši, all’interno della municipalità di Črnomelj. Si tratta di un’oasi naturale di 6500 ettari che è uno dei fiori all’occhiello di tutta la Slovenia. Il mio paese, del resto, è molto attento alla natura, come dimostra il fatto che il 55% del suo territorio è protetto a livello ambientale. Questo non significa “imbalsamare” la natura, o impedire una rispettosa fruizione agli esseri umani: ad esempio il Parco Naturale del Kolpa è frequentato da ciclisti ed escursionisti, cacciatori di funghi, amanti della montagna e appassionati di equitazione.
In realtà il Kolpa ha anche rilevanza geopolitica: per 113 chilometri segna il confine tra il mio paese e la Croazia, che si estende a sud con le sue lunghissime coste, le sue isole e le sue città medievali. È dunque un fiume che si intreccia con la storia slovena, e anche con quella della Croazia. In effetti il fiume, che è un tributario del Sava (a sua volta tributario del Danubio), ha origine proprio in terra croata, e per la precisione nella bella regione montuosa della Gorski Kotar.
Le terre attraversate dal Kolpa sono accoglienti, e traboccano di leggende, tradizioni e ottime culture enogastronomiche. In effetti la piccola regione della Bela Krajina, nota in italiano con il nome di Carniola bianca o Marca bianca, è un territorio dove si mangia davvero molto bene. Il piatto forse più celebre, e che consiglio a tutti di assaggiare, è la pogača. Questa deliziosa focaccia, cosparsa di sale e cumino, è una ricetta tradizionale del territorio, e va gustata con calma, magari proprio in riva al Kolpa.
In copertina, il fiume Kolpa (foto di Dunja Wedam, www.slovenia.info). Maja Slivnjak, autrice dell’articolo, è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia.
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