Filosofia

Vangelis, combattente per la libertà

20 Maggio 2022

La stampa mondiale ricorda oggi l’opera di uno dei grandi compositori di musica da film, Vangelis Odysseus Papathanassiou, noto come Vangelis. È morto a 79 anni, in una clinica di Parigi, in seguito al Covid. Ma per chi ama la grande musica moderna, Vangelis Papathanassiou è stato uno dei più grandi tastieristi prog degli anni 60, ed un grande combattente per la libertà.

Di lui si sa che, da ragazzino, avendo imparato a suonare il piano ad orecchio, e non avendo voglia di imparare a leggere gli spartiti, imparasse a memoria composizioni complicatissime, con ore di prove, pur di poter superare gli esami senza dover imparare a scrivere una sola nota. Si sa che, già a 12 anni, aveva una piccola band di amici di scuola, che mischiava la musica popolare greca con il rock’n’roll americano e la musica dei neri d’America. Una band che lo accompagna fino alla fine del liceo, quando è costretto a compiere il grande passo: l’iscrizione al conservatorio. O quello, o niente carriera.

Gli Aphrodite’s Child nel 1967. Demis Roussos a sinistra, Vangelis Papathanassiou al centro

La Grecia è un paese povero ed arretrato, e nel 1966 la sua debole democrazia viene schiantata da una congiura di alcuni colonnelli dell’esercito, che impongono una dittatura fascista – ironia della sorte, in una delle nazioni che aveva maggiormente sofferto sotto il peso dell’invasione italiana e tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Vangelis fa parte degli studenti che protesta contro il colpo di Stato, e per anni scriverà testi infuocati per la libertà della Grecia.

Vangelis, come la grande attrice Irene Papas, ama la tradizione ellenica, la filosofia dei suoi avi, e la libertà. Finisce nelle liste di proscrizione del regime ed è costretto a scappare in Francia. A Parigi incontra molti altri esuli, come il cantante Demis Roussos, e fonda una band, gli Aphrodite’s Child, antesignana della musica che, nello stesso periodo, stava nascendo in Inghilterra, con i King Crimson, Emerson Lake & Palmer, gli Yes. La band ha un successo mondiale, e pubblica tre album che sono gli unici dischi di musica progressive pubblicati fuori dall’Inghilterra negli anni 60.

L’interno della copertina del disco “666”

Ma la politica e la filosofia restano per lui il centro della vita. È famoso per non aver mai fatto pubblicare nemmeno una riga sui suoi amori (scoperti solo quando, ormai vecchio, ha raccontato dei suoi due matrimoni ad una rivista), a non essersi mai ubriacato, a non aver mai consumato droga, a non essere mai stato coinvolto nelle feste, nelle combriccole, nelle onde del jet-set. Demis Roussos lo considerava un vecchio musone, e le liti tra i due hanno portato alla fine della band.

Prima di sciogliersi, Vangelis (insieme a Irene Papas) ha registrato il suo vero capolavoro, l’album doppio “666”, che è la messa in musica dell’ultimo libro del Nuovo Testamento, quello dell’Apocalisse, usato come metafora di un mondo occidentale decadente che, non avendo imparato nulla dalle stragi della guerra, sprofonda nelle dittature e nell’ignoranza. Un disco che si vende ancora oggi, difficile da ascoltare, se si considera musica ciò che è stato pubblicato nel XXI secolo. Un capolavoro di musica ellenica antica trasposta nel jazz e nel rock, con i testi letti dalla voce dell’icona femminile della libertà di un popolo orgoglioso ed oppresso.

Vangelis ed Irene Papas nel 1970, durante la registrazione di “666”

Tutto ciò che è venuto dopo non va messo in discussione. Vangelis è diventato ricco e famoso, e la Grecia è tornata alla democrazia, pur continuando a soffrire per la povertà e l’arretratezza. Non vi propongo i brani più difficili, ma uno di quelli più famosi, il primo registrato con l’organo Hammond, nel 1967, quando la musica elettronica ancora non poteva esistere. In memoria di un grande musicista e di un uomo di cultura e passione politica, come purtroppo ne sono rimasti pochi.

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