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La Great Barrington Declaration pone un problema serio

12 Aprile 2021

Tutti noi siamo ormai prostrati dalle restrizioni con cui ci troviamo a convivere, con differente intensità, da oltre un anno. La stanchezza da pandemia è solo una parte del fenomeno: negli ultimi mesi, come dimostra la rivolta di IoApro o gli scontri durante la seconda ondata, il disagio sociale è andato assumendo dimensioni considerevoli.

Qualche mese fa uno sparuto gruppo di “intellettuali” decise di fornire un’alternativa a queste restrizioni, per alleviare i problemi economici e le sofferenze personali: la Great Barrington Declaration.
L’idea era questa: le restrizioni hanno un effetto devastante sulla salute mentale (parzialmente vero) e sull’economia (parzialmente falso), per questo è necessario differenziare, isolando i soggetti fragili mentre le altre persone, libere di contagiarsi, raggiungono Herd Immunity.

La proposta non è stata ben accolta dagli esperti. Fauci, ad esempio, non usò mezzi termini per commentarla. I problemi sono due: uno di policy e uno puramente scientifico.

Partiamo dalla questione scientifica. L’idea di raggiungere herd immunity attraverso infezione naturale non è supportata da studi scientifici. Ciò si lega in particolare sulla differenza che intercorre- da ogni punto di vista- tra l’infezione naturale e la vaccinazione.

In un articolo sul The New York Times, la questione viene presentata nella sua complessità. L’infezione naturale, per certe malattie, stimola una risposta più efficace del vaccino. Per il SarsCoV2 tuttavia non abbiamo certezze in merito, nonostante come mostra uno studio pubblicato sul The New England Journal of Medicine, coloro che si sono sottoposti al vaccino Moderna hanno mostrato più anticorpi rispetto a chi ha invece contratto il virus.

Supposizioni su una presunta immunità raggiunta nella popolazione sono stati fatti negli Stati Uniti dal senatore Paul e in Italia dal Prof.re Boldrin. Queste inferenze si scontrano, però, con la realtà. Il patogeno non ha trovato più ospiti per via delle misure non farmaceutiche prese per far fronte alla pandemia-quarantena degli infetti e dei contatti stretti- e non per una presunta immunità di gregge.

In secondo luogo, sempre dal punto di vista scientifico, permettere al virus di diffondersi liberamente nella popolazione più giovane avrebbe portato, come è successo, un aumento delle varianti. Come fa notare provocatoriamente Thomas Manfredi un’elevata trasmissione porta a errori di trascrizione, ovvero varianti.

Durante l’ultimo anno abbiamo spesso usato la metafora bellica per descrivere la pandemia. Quella metafora, seppur suggestiva, aveva dei limiti non indifferenti. A differenza di un nemico, infatti, il virus non ha alcun interessa a uccidere l’ospite: da entità biologica quale è, il virus vuole replicarsi. Non a caso pandemie del passato come quella di Spagnola si sono concluse, probabilmente, con una mutazione meno letale. Una mutazione meno letale ha un vantaggio perché, non uccidendo l’ospite, ha più infetti che trainano il contagio, diventando prevalente. Ma le variazioni sono, appunto, aleatorie. Non possiamo controllare una variante.

In Brasile, ad esempio, dove il Presidente Bolsonaro ha scelto una via non ortodossa, ne sono emerse già tre: oltre alle giù note P1 e P2, nei giorni scorsi è stata individuata una nuova variante a Belo Horizonte.

Infine, se è vero che la malattia indotta dal SarsCoV2, la Covid 19, mostra una maggior letalità nelle fasce più anziane della popolazione, non siamo ancora certi degli effetti di lungo periodo- quello che chiamiamo Long Covid. Soprattutto: anche volendo accettare un numero esiguo di morti, quale sarebbe la popolazione anziana da isolare? Perché un conto è isolare gli over 75, un conto è isolare chi ha più di 50 anni.

Veniamo ora alle problematiche pratiche della proposta.

La proposta di un lockdown per anziani venne sponsorizzata in Italia da intellettuali ed economisti afferenti all’area liberal-libertaria. Ad esempio, Rustichini, Ichino e Favero in un articolo pubblicato su Il Foglio. Questa proposta, che apparirà forse nuova e intrigante, venne già presa in considerazione nel report dell’Imperial College, come mostrato in figura.

 

Questa proposta non è stata presa in considerazione proprio per la difficoltà tecnica di implementazione.

In figura, ad esempio, vedete i contatti giornalieri per fasce d’età in Italia e Germania con persone anziane. Gli anziani e le anziane non escono, non diffondono il virus. Come abbiamo visto ques’estate, i giovani e le giovani funzionano da serbatoio di infetti perché, ovviamente, hanno più contatti e sono più propensi a frequentare eventi Superspreader

Ci si chiede come sia possibile, visto l’elevato numero di contatti intergenerazionali dovuto anche alla struttura della società italiana, isolare gli anziani senza implementare misure da DDR.

In questi giorni la GBD è tornata alla ribalta, almeno nella bolla di Twitter. Gianluca Codagnone, ad esempio, si chiede in quali congressi verranno invitati. E ciò ha fatto nascere un dibattito interessante a cui hanno partecipato svariati economisti e intellettuali.

Credo che, oltre al problema dell’infondatezza delle proposte della GBD segnalata da Codagnone, ci sia un problema più stringente. Ovvero il rapporto che c’è tra politica e ricerca.

La GBD, come fa notare Antonio Scalari su Valigia Blu, è stata finanziata dai soliti think tank di destra libertaria che nel corso degli anni hanno influenzato il dibattito pubblico e non solo.

Qui il punto è semplice, diretto: al di là di invitare o meno scienziati e scienziate che hanno firmato la GBD ai convegni, fino a quanto possiamo permetterci che discipline scientifiche e proposte di policy siano influenzate dai soliti noti? Perché qui sta tutto il problema: un conto sono discipline economiche o sociali. Un conto sono, appunto, le politiche da cui dipende la vita o la morte delle persone. Nessuno, credo, protesta quando il Cato finanzia ricerche che supportano le loro tesi. Così come nessuno lo fa quando a farlo sono invece associazioni di sinistra. Ma quando, dalle proposte, dipende direttamente la vita o la morte di migliaia di persone, possiamo fare finta di niente?

Su questo, a mio parere, è necessario riflettere, tanto dal punto di vista pratico tanto della disciplina legale in merito.

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