Governo
Une éducation manquée
Abbiamo finalmente capito che essere un capitano a Salvini non basta più. È troppo poco, soprattutto in preparazione alle elezioni europee. Salvini vuole diventare generale e, forse, superare quel grado, magari diventare generalissimo. È dai tempi di Francisco Franco che non ce n’è più in giro.
L’uscita del capitano sui quattordicenni che uccidono e spacciano, che dimostrano, secondo lui, una capacità di intendere e di volere da adulti, e che vanno condannati come un cinquantenne, senza scorciatoie, senza se e senza ma la dice abbastanza lunga sulle capacità dell’aspirante futuro generale.
Dopo aver letto – o forse glielo hanno riassunto e raccontato perché uno come lui non avrà il tempo di leggere nemmeno Topolino come, peraltro, ha dimostrato – il capolavoro vendutissimo del generale Vannacci, il capitano si dev’essere preso d’invidia. Invidia nera. Basta col capitanato, adesso mi spetta il generalato. Ma per essere generale bisogna assolutamente spararle grosse, da generale, appunto. E quindi è passato al nuovo slogan, senza un minimo di analisi del sistema complesso che possono essere la malavita e la società in un centro come Caivano. D’altro canto le analisi dell’altro genrale, quello vero, sembrano fatte consultando i tarocchi di Marsiglia.
Forse qualcuno (ma ahimè la Bestia non c’è più, essendo stata soppiantata da quella vera) dovrebbe fargli notare che, sebbene gravissimo, lo spaccio non è un reato grave quanto l’omicidio o lo stupro, anche se a volte i reati possono sovrapporsi e gli spacciatori possono essere anche dei killer e degli stupratori, ma ogni reato ha una collocazione giuridica ben precisa. Forse l’aspirante generale vuol far colpo su un elettorato sempre più ansioso di repressione perché stanco dell’assenza dello Stato per troppo tempo. Uno Stato di cui Meloni e, soprattutto, Salvini fanno parte da decenni. Salvini è stato pure ministro dell’Interno, perbacco! Si risveglia solo oggi? Dov’era prima? Lo sanno tutti, al Papeete a fare bisboccia anziché curarsi di Caivano, che forse non sapeva nemmeno che esistesse. Soprattutto assente, Salvini, dal Parlamento europeo, dove riceveva fior di stipendio da noi pagato per starci. Oggi, invece, si manifesta per assicurare che lo Stato (ossia lui) c’è e che punisce i malfattori. Magari anche coll’olio di ricino.
Cavalcare la tigre, si chiama. Lo Stato deve bonificare fa eco Meloni, anche lei accortasi solo oggi che Caivano esiste, e lo fa coll’esercito e le forze dell’ordine, annunciandolo in pompa magna mentre i camorristi, evidentemente avvertiti da questi annunci, traslocano da altre parti e non si fanno trovare. Cucù. La bonifica consiste nel mostrare i muscoli tramite le forze dell’ordine, naturalmente, e nel proclamare pene severissime da cinquantenni ai giovani malfattori.
Mai che si dica porteremo lo stesso numero di insegnanti e assistenti sociali insieme ai poliziotti, apriremo cinema teatri biblioteche, spazi polivalenti, luoghi di animazione, sport, cultura. Perché è colla cultura che si vince tutto questo, non unicamente colla forza. Lì c’è un lavoro immane da fare, allontanando i più giovani dalle famiglie tossiche per recuperarli, come prima cosa. Le famiglie, proprio quelle che piacciono tanto ai signori del Dio, Patria e Famiglia. La famiglia può anche essere il fulcro della criminalità se i genitori e i loro parenti sono criminali da generazioni o complici di criminali.
Naturalmente un capitano orientato verso il generalato tutte queste cose le salta a piè pari perché sono superflue, giochi intellettuali da intellettualoidi di sinistra, lui ha capito assolutamente tutto (come sempre, d’altro canto, e lo dimostra di continuo per la felicità di chi scrive le sue parodie).
Stiamo aspettando il nuovo manuale del capitano, ovviamente autopubblicato, visto anche il successo finanziario di Vannacci. Ormai gli editori sono degli orpelli inutili.
Facciamo un tototitoli. Come potrebbe intitolarsi un capolavoro letterario di Salvini?
Una proposta potrebbe essere: L’Italia raddrizzata. Esprime l’idea di un’Italia ingobbita per il peso dei migranti e dei meridionali scansafatiche che il generalissimo raddrizzerà, soprattutto colle cattive.
Poi, per non smancare nemmeno quest’occasione per un argomento che gli sta particolarmente a cuore: Il Ponte verso il futuro.
Una terza ipotesi: Legge dura ma legge. Poco originale e tradotta perché ormai il latino chi lo mastica più? Un po’ sibillino perché potrebbe riferirsi a un pubblico che per “legge” intenda proprio la lettura.
Andiamo avanti. Accattivante potrebbe essere Prima rifare gli italiani. Anche se poi si tralascerebbero tutti gli stranieri che, sicuramente, pur da secondi sono la causa dei cattivi comportamenti degli italiani.
Il Paese dei Patocchi, sarebbe troppo indice di autocoscienza, troppo ben sperare.
Eccolo. Proverei con Ricomincio da Caivano, in modo da battere il ferro mentre è caldo, dove il nostro aspirante generale propone le pene da infliggere ai quattordicenni delinquenti: si comincia colle pene corporali da collegio inglese ottocentesco per poi finire agli occhi sbarrati colle palpebre tenute aperte da spilli stile Arancia Meccanica. Ecco, Ricomincio da Caivano potrebbe essere il nuovo viatico del Capitano che vuol raggranellare i voti della destra extraparlamentare e sfondare a Bruxelles, arruolando magari il vero generale, e altri simpatizzanti nelle sue crociate che sembrano più crociere a tema.
Tutti hanno sempre la soluzione in mano, lo slogan. Bisogna veramente risvegliarsi dall’apatia e dallo stupore di cotanta ignoranza, opposizioni. Piantatela di litigare (o fingere di litigare) tra voi, il nemico è altrove. Si perde solamente tempo prezioso.
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