Costume
Sesso e disabilità: una relazione possibile
Nel 1999 presso l’Assemblea Generale della WAS (World Association For Sexual Health), ad Hong Kong, vengono sanciti undici diritti sessuali per tutte e tutti, definiti come “diritti universali umani, basati sulla libertà, dignità e uguaglianza”. Tali diritti devono essere tutelati – secondo il dossier del 2008 intitolato “Sexual health for millennium” – attraverso tutti i mezzi con l’obiettivo di fare in modo che le persone e la società sviluppino una sessualità salutare.
Lo Stato, quindi, si deve attivare per abbattere le barriere fisiche o culturali che non permettono l’accesso al diritto alla sessualità: ad esempio – afferma Max Ulivieri, attivista per i diritti delle persone con disabilità, scrittore e attore – si possono rovesciare gli stereotipi di Bellezza, divulgando la diversità dei corpi, tramite i mass-media (corpi di chi è troppo alto o basso, troppo magro o grasso, di chi è affetto da patologie deformanti) e, per quanto riguarda le barriere fisiche: ogni persona deve poter frequentare i luoghi di socializzazione, entrare nei locali, utilizzare i mezzi pubblici. Max Ulivieri, inoltre, è fondatore del progetto LOVEGIVER (nato nel 2013): il progetto è formato da un comitato di psicologi, medici, educatori e attivisti che si pre-occupano di diffondere (e di far mettere in pratica) i diritti all’affettività e all’emotività collegandoli a quello della sessualità anche per persone con disabilità gravi. L’assistente sessuale (il lovegiver, appunto) supporta i disabili fisico-motori, attraverso la propria professionalità, nello sperimentare l’erotismo, tramite: esperienze corpo a corpo, suggerimenti e stimolazioni del piacere. Come detto, parallelamente, promuove l’educazione sessuo-affettiva.
In Italia il tema è ancora un tabù, a differenza di alcuni Paesi europei in cui la situazione è migliore (Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito); nel nostro Paese, infatti, è ancora fermo in Senato – in attesa di approvazione – il ddl 1442 denominato “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità”, che sarebbe molto utile per avviare una procedura legittima, secondo l’idea che i corpi siano tutti imperfetti e che ogni essere umano abbia il diritto di vedere tutelata la propria salute psico-fisica che passa anche attraverso le relazioni erotico-sessuali.
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