Scuola
WeSchool aiuta le scuole e lancia la sfida della didattica integrata
Si ritorna a scuola dopo il lungo stop causato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 e le tre regole principali saranno uso delle mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale e igiene. Quanto alle modalità di svolgimento delle lezioni si parla per il momento della tradizionale esperienza di scuola in presenza integrata dalla didattica a distanza.
Nelle secondarie di secondo grado (scuole superiori), a settembre, è probabile che si adotti da subito la didattica a distanza/digitale in modalità integrata con quella in presenza. Dall’infanzia alla secondaria di primo grado, invece, gli istituti dovranno essere pronti «qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti». Il Piano scolastico per la didattica digitale integrata dovrà essere allegato al Piano triennale per l’offerta formativa di ciascuna scuola.
WeSchool, la startup che dal 2016 aiuta i docenti con una piattaforma di classe digitale e con corsi sulle metodologie didattiche innovative, durante il lockdown è stata utilizzata per la didattica a distanza, permettendo a più di 1 milione di utenti attivi ogni giorno da smartphone o da computer di non interrompere la continuità didattica. Peraltro è stata l’unica piattaforma italiana tra le tre indicate sul sito del Ministero dell’Istruzione.
«La didattica a distanza del lockdown, talvolta inefficace per mancanza di strumenti adeguati o perché ripeteva la dinamica frontale delle aule, ha avuto lo straordinario effetto di aumentare le competenze digitali di tutta la scuola italiana», racconta Marco De Rossi, fondatore e ad di WeSchool. «Questo ci permetterà con il back to school di diffondere sempre di più il modello di didattica integrata in cui crediamo, in cui la tecnologia è usata sia in aula sia a casa ed è al servizio del docente per fare una didattica sempre più coinvolgente e cooperativa».
Oggi “la scuola digitale” ha 1.7 milioni di utenti registrati e permette ai docenti di condividere materiali e video, fare esercizi, discutere con gli studenti e innovare la didattica in aula con lavori di gruppo, test istantanei e con metodologie come la classe capovolta o il teach-to-learn, in cui sono gli studenti, supportati dai docenti, ad essere al centro del processo di apprendimento.
La startup inoltre chiude un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro sottoscritto da P101, lead investor con i fondi P102 e Italia 500 – Azimut, TIM Ventures, CDP Venture Capital Sgr, Club Digitale e Club Italia Investimenti 2.
«TIM Ventures ha creduto fin dalla sua nascita in WeSchool, investendo dall’inizio nella nuova didattica innovativa che sta diventando sempre più importante», dichiara Carlo Nardello, presidente di TIM Ventures e chief strategy, customer experience and transformation officer di TIM. «La partecipazione alla crescita di una piattaforma che è oramai diventata una delle infrastrutture digitali della scuola italiana conferma ancora una volta il ruolo centrale di TIM nella digitalizzazione del Paese».
Il nuovo CdA di WeSchool è composto da Marco De Rossi (ad), Andrea Laudadio (presidente) per TIM, Andrea Di Camillo (P101), Anna Paola Concia e Salvo Mizzi.
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