Scuola

Un ragazzo a scuola è nell’800, torna a casa e si trova nel XXI secolo

10 Ottobre 2022

È una delle poche pacate e sensate riflessioni che restano dell’ultima campagna elettorale.

Un ragazzo che oggi frequenti un istituto tecnico o un liceo, continua ad esercitare un modello d’apprendimento praticamente identico a quello di due secoli fa.

Uno studente universitario apprende il sapere che l’ateneo gli propone, privo di qualunque riferimento alla realtà del mercato del lavoro e alle condizioni che dovrà affrontare una volta concluso il ciclo di studi.

Per questo durante il Summer Camp della Soft Skills Academy tenutosi a Pila,in Val D’ Aosta, ad inizio settembre, oltre 800 studenti universitari provenienti praticamente da tutta Italia hanno elaborato un percorso per rafforzare quelle competenze trasversali di cui sono completamente privi anche dopo il percorso universitario.

Organizzato da una società milanese, il corso prevede di rafforzare quelle competenze che le aziende considerano fondamentali e che nel ciclo di studi non vengono invece fornite proprio a coloro che dovranno entrare a far parte del mondo del lavoro.

Imparare a lavorare in gruppo, per esempio, rafforzare la propria consapevolezza, imparare a gestire lo stress, acquisire doti di resilienza, adottare metodi per gestire i rapporti professionali: queste sono le lacune del nostro sistema industriale registrate dalle imprese che sollecitano la formazione ad occuparsi anche di questi aspetti fondamentali.

Nel summer camp, in 5 giorni di lavoro di gruppo, i ragazzi hanno fatto proprio questo: affrontato e cominciato ad acquisire quel sapere necessario per intraprendere un ruolo professionale. Colmando i vuoti lasciati dal sistema scolastico.

Luogo cui approdano, la scuola e l’Università, tornando, per forma ed obiettivi, a modalità declinate in modo sempre uguale negli ultimi due secoli: ovvero ripetere e sottolineare dei testi, con lo scopo di apprendere nozionisticamente qualcosa, senza tuttavia venire testati alla reale dimensione del lavoro, senza essere connessi alle effettive esigenze delle imprese. A scuola come in un ateneo, ciò che si studia è dimenticato il giorno dopo l’interrogazione, generando l’effetto dell’analfabetismo di ritorno.

“Il summer camp nasce con l’obiettivo di trasferire ai ragazzi quelle abilità trasversali necessarie nel mondo del lavoro”, dichiara il coordinatore del progetto, Massimo De Donno. Cinque giorni di crescita e di team building che rappresentano l’inizio di un percorso poi ampliato durante l’anno in cui la crescita continua, grazie a frequenti incontri con direttori generali o amministratori delegati che accettano d’incontrare gli studenti e intercettare quel sapere di cui necessitano e di cui potranno beneficiare negli anni a venire, una volta all’interno del sistema.

“Abbiamo la possibilità di crescere e imparare – dice Giordano, 20 anni – qui trovo le ragioni e le motivazioni attraverso il lavoro di gruppo”. “Condividiamo esperienze ed emozioni, andiamo dentro noi stessi, per imparare ad ascoltare e ad ascoltarci” – dice Silvia – 26 anni, laurea in business management alla Bocconi di Milano. Due multinazionali le hanno offerto un lavoro. Lei ha scelto diversamente.

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