Scuola

Torino, la guerra spiegata ai ragazzi (ma c’è chi dice no)

4 Ottobre 2024

L’anno scolastico è appena iniziato, ma già piovono le denunce di iniziative di indottrinamento alla guerra tra i giovani. Il Piemonte è al centro delle polemiche su corsi di orientamento al lavoro e scuole di cultura aeronautica a cura dei militari e festival di destra rivolti alle scuole. Ma c’è chi dice no.

L’anno scolastico è appena iniziato, il fantasma della guerra si affaccia ai nostri confini e di qui nelle nostre aule scolastiche, suscitando aspre polemiche. Succede, in particolare, in Piemonte, dove l’Osservatorio contro la Militarizzazione della Scuola e dell’Università a metà settembre ha stigmatizzato l’iniziativa del Comando militare della regione, che ad agosto ha indirizzato una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici per ricordare che anche quest’anno organizzerà “per gli studenti degli istituti scolastici di primo e secondo grado del Piemonte, conferenze di Orientamento e di Informazione e visite scolastiche presso i reparti della Forza Armata”.

Secondo l’Osservatorio l’esercito fa leva sulla crisi sociale che minaccia i giovani all’uscita dalle scuole superiori “offrendo loro uno sbocco lavorativo garantito, specialmente in quei territori dove il tasso di abbandono scolastico e la disoccupazione giovanile sono elevati e i NEET in vertiginoso aumento”. Ma, prosegue, è “una modalità operativa che di fatto trasforma le scuole in un terreno di conquista di una ideologia bellicista e di controllo securitario”. Di contro l’Osservatorio chiede di “smilitarizzare la scuola” e farne “il luogo ideale per la costruzione di una società di pace e diritti” e alle scuole di non aderire alle iniziative promosse dalle forze armate.

A Vercelli, invece, come in altre città italiane, nei giorni sono stati presentati i corsi di cultura aeronautica per gli allievi degli istituti tecnici: un ciclo di conferenze a carattere divulgativo, riguardanti i principi del volo ed il funzionamento dell’aeroplano e una fase pratica presso l’Aeroporto di Cameri, accanto al quale si trova l’unica linea di produzione europea di F35, in cui gli studenti sperimenteranno procedure pratiche di imbarco e sbarco e voli di ambientamento su velivoli ad elica (Siai-208) pilotati dagli istruttori dell’Aeronautica Militare. Al termine è prevista la consegna di un attestato di partecipazione che consentirà di ottenere punti supplementari in alcuni concorsi dell’Aeronautica Militare. Per i due migliori allievi classificati, inoltre, la possibilità di frequentare uno stage di volo su aliante gratuito presso il 202° Gruppo Volo del 60° Stormo di Guidonia.

A suscitare in assoluto più polemiche, però, è il Giovani Adulti Festival, una tre giorni, dal 25 al 27 settembre, per gli studenti delle scuole torinesi, presso la Cascina Giajone, oggi in uso alla Circoscrizione 2 del capoluogo. Nel programma incontri come “La guerra spiegata ai ragazzi”, con Renato Daretti e Gianluca Favro, il primo presidente dell’Associazione Nazionale Incursori dell’Esercito (e istruttore nel reality “La caserma” su RAIDUE), il secondo autore del volume 9° Col Moschin. Gli Incursori Paracadutisti a fumetti. Inoltre dibattiti col fior fiore (si fa per dire) del giornalismo e dell’intelligentsia di destra – Borgonovo, Belpietro, Cruciani, il prete tiktoker don Ambrogio Mazzai e la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi – e, in netta minoranza, di sinistra – lo scrittore Giulio Cavalli, ex candidato di Vendola alle regionali lombarde e l’attore Moni Ovadia, candidato con Santoro alle recenti europee, a dimostrazione che l’iniziativa è “aperta”. Dulcis in fundo: laboratori di arti marziali e scuola di armi medievali.

A organizzare è l’associazione di promozione sociale “Fiori di ciliegio”, presieduta dal consigliere comunale di FdI a Ciriè Davide D’Agostino, vicino all’assessore regionale di FdI, Maurizio Marrone, che nell’ultimo biennio, secondo l’opposizione, avrebbe erogato alla onlus finanziamenti per 310.000 euro per organizzare attività di “riqualificazione urbana”. Tra queste il murales dedicato all’ “ultimo samurai Yukio Mishima, artista e intellettuale”, lo scrittore nazionalista giapponese suicidatosi facendo harakiri nel 1970, dopo aver fatto irruzione con un gruppo di nazionalisti in una caserma, sequestrato il comandante e arringato i soldati presenti contro i “traditori del Giappone”. E quello dedicato a Bobby Sands, militante dell’IRA, morto in carcere nel 1981 a seguito di uno sciopero della fame (anche in questo caso la onlus mescola figure e immaginari di colori politici opposti, seguendo un filone consolidato dell’estrema destra).

D’altro canto tra i partner dell’associazione figurano anche soggetti rigorosamente non partisan, come la fondazione Caritorino, la terza più grande in Italia, e pilastro del capitalismo torinese, pur squassata di recente da scandali e faide interne, e addirittura l’Unione Europea, che le ha attribuito il marchio di qualità del Corpo Europeo di Solidarietà, con la seguente motivazione: “L’ONG Fiori di Ciliegio promuove l’inclusione sociale dei giovani che vivono nelle periferie metropolitane, in particolare dei rifugiati provenienti da paesi in guerra, coinvolgendoli in attività di street art, riqualificazione degli spazi urbani, attività culturali, sportive e di solidarietà, favorendo la loro integrazione nelle scuole e nelle università, accompagnandoli in percorsi di fiducia nelle istituzioni pubbliche”.

La reazione dell’opposizione è netta. Il PD evoca i Balilla, l’organizzazione giovanile del regime fascista. AVS accusa la giunta regionale di sottrarre soldi alla spesa sociale per promuovere il neofascismo. La realtà appare più complessa. “Si tratta di forme di sdoganamento del militarismo e del patriottismo che sono riconducibili, certo, ma non riducibili al fascismo” è l’opinione di Cosimo Scarinzi, sindacalista della CUB Scuola, che fa parte dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola ed è stata tra le prime organizzazioni a denunciare il caso. “Il patriottismo, in realtà, è stato sdoganato anche dalle forze moderate che si rifanno all’antifascismo, insieme all’illusione securitaria, cioè all’idea che il problema delle aggressioni a operatori sanitari e insegnanti, per fare un esempio concreto, si risolva esclusivamente per via amministrativa e poliziesca, Insomma legge e ordine”. Un fenomeno che, prosegue Scarinzi, la CUB e le altre componenti dell’Osservatorio provano a contrastare portando il tema nei collegi docenti e nelle assemblee sindacali, anche presentando mozioni di orientamento pacifista.

Col clima di guerra che incombe sarà interessante vedere fino a che punto questo genere di iniziative diventerà un argomento di dibattito dentro e fuori le aule.

Immagine di copertina: pagina fb Giovani Adulti Festival. L’articolo è tratto dalla newsletter di PuntoCritico.info

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