Beni comuni
Riapertura delle scuole… e se la Chiesa desse una mano?
In questo periodo di attesa rispetto alle decisioni del ministero dell’istruzione per il prossimo anno scolastico, cresce la consapevolezza che il livello di complessità da gestire richiede sostegno e buona volontà da parte di tutte componenti in gioco: politica, mondo scolastico, famiglie, società civile.
All’interno di un piccolo gruppo di spiritualità familiare di Lecco, nel quale si condivide il percorso di fede, ma in aderenza alla realtà, è sorta la proposta – semplice, forse ingenua – di domandare che diocesi e parrocchie mettano a disposizione delle scuole le loro strutture (aule di catechismo, saloni, teatri, cinema parrocchiali) per venire incontro a uno dei problemi più difficilmente risolvibili a breve termine: quello delle aule troppo piene rispetto alle esigenze di sicurezza oggi necessarie.
L’idea nasce dalla consapevolezza che questi spazi sono già a norma, ma inutilizzati per molte ore al giorno e che sarebbe un bel segnale da parte della Chiesa italiana, che potrebbe così non fermarsi a domandare una soluzione, ma diventarne parte.
Questa proposta è stata fatta propria anche dall’associazione Donne per la Chiesa che ora la sta promuovendo attraverso i suoi canali social e quindi sta girando ben oltre i confini di Lecco e della Lombardia.
È di due giorni fa la notizia che il Vescovo di Milano ha invitato i parroci a collaborare con le scuole cattoliche, ma questa proposta va oltre questo tipo di approccio e chiede che la Chiesa apra le proprie porte a tutto il mondo della scuola e non solo a quello delle paritarie confessionali.
È evidente che la questione degli spazi è solo una piccola parte del problema e che questi stessi spazi, anche qualora fossero concessi, richiederebbero nuovo personale insegnante e ATA per essere fruibili, ma è pur sempre una proposta concreta e percorribile nel breve periodo. Si parla, infatti, di un appoggio temporaneo, ma che darebbe modo di studiare altre soluzioni senza pregiudicare l’inizio del nuovo anno scolastico.
Anche se singole disponibilità sarebbero importanti, l’auspicio di chi sta promuovendo quest’iniziativa è quello che sia la Conferenza Episcopale Italiana ad assumerla e a farsene promotrice presso il Ministero della pubblica istruzione.
Sarebbe il segnale di una Chiesa attenta alle esigenze concrete delle famiglie, senza connotazioni ideologiche, senza altro intento che quello di essere d’aiuto in una situazione di inaudita complessità. Insomma sarebbe un bellissimo segnale!
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