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Obiettivi e strumenti per la scuola digitale
Dopo esserci indignati per la proposta del Presidente degli Stati Uniti di armare gli insegnanti, pensiamo alla nostra scuola. Da due anni e mezzo è attivo il Piano Nazionale Scuola Digitale, un pilastro della tanto discussa legge su “La Buona Scuola”, un programma organico che sta intervenendo sul sistema scolastico italiano a più livelli:
– sul piano infrastrutturale con investimenti in connettività e dotazioni tecnologiche (es. le Lim);
– sul piano organizzativo con l’istituzione degli animatori digitali, la formazione degli insegnanti e la dematerializzazione della burocrazia (es. i registri elettronici);
– sul piano didattico con contenuti e ambienti digitali e con l’innovazione dell’insegnamento, dalla didattica per materie alla didattica per competenze.
Nel frattempo l’evoluzione della tecnologia ha radicalmente cambiato il modo con il quale ci formiamo sia all’interno del percorso scolastico che, successivamente, in un approccio alla formazione continua giorno dopo giorno più necessaria.
Le stesse piattaforme digitali hanno mostrato un crescente protagonismo nel fornire piattaforme, funzionalità e servizi per le scuole al punto che oggi sono player rilevanti della didattica e dell’editoria scolastica.
Eccone alcuni strumenti importanti, ma non particolarmente conosciuti:
– motori di ricerca verticali dedicati alla letteratura accademica (es. Google Scholar);
– piattaforme di “content curation” per sviluppare la capacità critica di avvalersi di dati ed informazioni e tradurli in spiegazioni coerenti di ciò che è stato compreso. Esempi sono Pinterest, Medium, Wakelet, Evernote, Adobe Sketch e Microsoft Sway;
– le piattaforme di collaboration per mettere in pratica l’”intelligenza sociale”: validi già oggi sono in questo senso strumenti come Slack, Dropbox, Google Drive, Bit.ly, Wikispaces e Sharetable;
– corsi online, anche gratuiti, come le piattaforme Oilproject, Udemy, Khan Academy e Coursera;
– le soluzioni per la didattica digitale offerte da Apple, Google ed Amazon, quest’ultimo ormai un distributore leader dei testi scolastici.
In un mondo sempre più ricco di stimoli e informazioni, la scuola dovrà soprattutto insegnare a valutare l’attendibilità delle informazioni con spirito critico e a sviluppare capacità di concentrazione in grado di far vivere la multimedialità come una risorsa e non come una causa di distrazione: lo smartphone in aula non dovrà pertanto essere il fine di un’equivoca volontà di innovare la didattica, ma un mezzo per migliorarla nel rispetto dei suoi obiettivi e dei suoi programmi.
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