Scuola
Materie opzionali. Una scuola à la carte?
Sulla Repubblica online del 26 gennaio, la senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria Pd, ha avanzato una proposta che dovrebbe essere contenuta nel pacchetto della Buona Scuola: le materie opzionali.
Prima che qualcuno fraintenda, diciamo subito che si tratta, per ora, di una limitazione agli ultimi anni (o all’ultimo anno) dell’indirizzo di studio e che, oltre alle materie obbligatorie per tutti, gli studenti avrebbero la possibilità di scegliere alcune materie da approfondire che normalmente non sono presenti, o che sono in alternativa rispetto ad altre.
Chiariamo come funzionano le cose in Francia, per esempio: alla fine del percorso degli studi gli studenti, se hanno scelto l’indirizzo umanistico, hanno alcune discipline e non altre, e così per l’indirizzo scientifico, il che significa che si approfondiscono quelle d’indirizzo che, probabilmente, daranno un’impronta anche per gli studi universitari.
Il sistema tedesco è ancora più radicale, e sembra assomigliare molto alla proposta citata: se tedesco, matematica e scienze, oltre a un corso di storia di base sono obbligatori per tutti, una seconda lingua, o filosofia, o più ore di arte applicata o un modulo extra di approfondimento di storia (diciamo 6 ore settimanali invece di 2) sono tra le opzioni.
Difetti? Be’, se l’essenziale lo devono fare tutti, e se tutti devono acquisire un livello minimo di competenze (al momento promuoviamo quasi tutti, anche se questi livelli minimi non li raggiungono), di difetti non ce ne sono.
Pregi? Innanzitutto, uno studente o una studentessa possono costruirsi un percorso autonomo accanto a quello obbligatorio, il che permetterebbe già di ottenere maggiore motivazione (la bestia nera di molti insegnanti che hanno a che fare con studenti svogliati) e agevolerebbe sia i passaggi tra le scuole (per gli studenti che si rendono conto di aver sbagliato indirizzo o scuola) sia la possibilità di restare in una scuola che si ritiene sbagliata (perché, tanto, si fanno alcune cose che si desiderano).
Un caso concreto: al liceo scientifico, oltre al piano base, molti studenti vorrebbero aggiungere una seconda o una terza lingua, o fare il doppio di ore di sport, letteratura latina in lingua latina ecc. Perché non permetterglielo? In questo modo non andranno a iscriversi in un’altra scuola che offre queste opportunità in più.
La conseguenza sarebbe, effettivamente, uno svecchiamento dei programmi, delle materie, una dinamicità nuova dell’istruzione.: una sperimentazione rivoluzionaria, cui contribuiremmo molto volentieri.
Quando si parte, caro presidente del Consiglio? Questa non ce la vogliamo proprio perdere.
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