Scuola
L’edizione critica di Mein Kampf a scuola?
Qualche giorno fa, su Amazon italia era disponibile l’edizione critica di Mein Kampf: i diritti li deteneva la Baviera, come deciso dagli Alleati, ma ora, a settant’anni dalla morte del loro “autore”, sono scaduti.
A causa dell’elevato numero di richieste, Amazon Deutschland avvertiva di non avere informazioni attendibili sulla disponibilità.
L’associazione degli insegnanti tedeschi pensa di leggerne delle parti a lezione (per la verità già si faceva, e non solo in epoca nazista, anche se in seguito lo si è fatto per impedire l’indottrinamento) e vorrebbe usare la nuova edizione critica (curata dall’Institut für Zeitgeschichte di Monaco) al fine di “immunizzare” gli studenti tedeschi contro il virus dell’ideologia nazista (si veda cosa afferma Josef Kraus sullo Handelsblatt), solo però a partire dai sedici anni, raggiunta cioè l’età della ragione (o quasi).
Ma che cosa vuol dire edizione “critica”? In attesa di vederla, formulo due ipotesi: a) con le varianti, le fonti ecc. ecc., cioè, filologicamente corretta; b) con informazioni, analisi e interpretazioni che hanno l’obiettivo di de-ideologizzare, de-mitizzare il testo rendendolo inoffensivo.
Forse valgono entrambe le accezioni del termine. Il tempo dirà se questa edizione possa contribuire a cancellare il mito Hitler, a chiarire che cos’è questo testo, a smontarne le posizioni (presenti in troppi epigoni e nostalgici) e a chiarire le fallacie dei suoi ragionamenti.
Per il momento, per togliervi ogni piacere della lettura (ammesso che qualcuno di voi lo voglia comprare), vi ricordiamo che non è (solo) un’autobiografia, anche se Hitler parla della sua vita e delle sue riflessioni. Se si inizia a leggere, comunque, ci si rende ben presto conto che, oltre a mentire sulla propria vita (come sottolinea la storica Brigitte Hamann sulla Zeit online, Hitler era piuttosto gracile, ma racconta di aver lavorato come muratore nel periodo tra il 1908 e il 1913, così come racconta di essere stato un antisemita precoce e abbellisce il suo lavoro come pittore di cartoline) tutto quello che vi è contenuto è frutto di un plagio. Tutte le sue “idee” non sono che trascrizioni di posizioni altrui.
Un po’ di libelli antisemiti, incluso il mito del complotto ebraico preso dai falsi Protocolli dei savi di Sion (vedi qui e qui per approfondire), o nazionalisti (per esempio, il leader della Alldeutschen Partei, Georg von Schönerer insisteva per l’unione tra Austria e Germania, predicava il culto degli ariani e nel suo gruppo ci si salutava con “Heil”, come riferisce ancora Hamann), qualche programma scopiazzato. L’antiparlamentarismo, il revisionismo nei confronti del trattato di Versailles, l’espansione verso Est (lo “spazio vitale”) e il pregiudizio antislavo erano talmente diffusi che si fatica a individuarne l’origine. Ma andavano molto di moda anche le simbologie esoteriche, per esempio tra Guido von List o Lanz von Liebenfels, che aveva già identificato (adottandola) nella croce uncinata il simbolo dell’arianità. Liebenfels, poi, aveva anche pubblicato opere che anticipavano il programma “Lebensborn” (donne ariane, considerate come uteri e selezionate a tal fine, avrebbero dovuto produrre a ritmo accelerato biondi ariani incrociandosi con le migliori SS).
Il divieto, ora caduto, è stato probabilmente un grave errore. L’indice dei libri proibiti, come ogni censura, provoca sempre ciò che vuole evitare: curiosità e interesse. Ciò che è vietato diventa affascinante.
Eppure, nonostante il divieto possa stimolare l’interesse, quando si prova a leggere Mein Kampf si fa una fatica incredibile a continuare. Una noia mortale (si vocifera anche di persone morte dal ridere per le baggianate pazzesche ivi contenute, con numerose ore di straordinario per i becchini).
Chissà se qualcuno (storico o simpatizzante) è riuscito a leggerlo fino in fondo? Provate a chiedere in giro e fateci sapere.
Se qualcuno in Germania, durante i dodici anni della dittatura, l’ha letto è perché l’hanno obbligato (i programmi scolastici prevedevano la lettura di parti dell’opera) e se la gente se lo comprava era per opportunismo e perché ve lo davano quando vi sposavate o prendevate il diploma di maturità (io mi sarei augurato regali più interessanti).
Oggi, gli studenti tedeschi dovranno leggerselo per combattere il nazismo. Poveri loro!
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