Scuola
Il preside di Rozzano non è il Grinch (e non voleva rubare il Natale ai bambini)
Ci sono momenti in cui la verifica delle notizie diventa importante tanto quanto le notizie stesse. Nell’epoca della diretta permanente effettiva, quando le notizie vengono sparate a decine in pochi minuti, prendere un granchio (cioè, per meglio dire, scrivere una cazzata) diventa facilissimo: non è (solo) questione di mancanza di volontà, è che proprio spesso manca il tempo di verificare le proprie fonti, perché arrivare prima degli altri giornali è più importante che dare una notizia in maniera precisa. In provincia tutto questo discorso è fondamentale: sparare un pezzo di cronaca sui social network per primi può voler dire qualche centinaio di accessi in più del solito, e dagli accessi deriva la pubblicità, e quasi sempre dalla pubblicità deriva la sopravvivenza di un giornale online. Insomma, ci siamo capiti.
Poi ci sono altri casi, più pericolosi: quelli in cui sopra una notizia parziale, o tirata per i capelli, o in tutto e per tutto falsa, si costruisce una vera e propria campagna, secondo lo schema «notizia-commento-reazioni-controreazioni-ulteriore commento» e via andare: a volta si fa anche un pezzo sulle bufale del web, evitando accuratamente di ammettere di essere stati complici della loro diffusione. Si riempie il giornale, si incassano visite, si discute, si chiacchiera. Questo è, ad esempio, il caso del professor Marco Parma, dirigente scolastico all’istituto comprensivo «via dei Garofani» di Rozzano, in Lombardia. Ebbene, a un certo punto quest’uomo è stato accusato di aver fatto togliere i crocifissi dalle sue aule, di aver rinviato il concerto di Natale all’anno nuovo e di aver deciso di proibire i canti di natura religiosa. Una cosa del genere, giusta o sbagliata che sia, è destinata a far discutere nell’Italia diventata un po’ isterica dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. Nella migliore delle ipotesi qualcuno parlerà di «relativismo culturale», nella peggiore Matteo Salvini pubblicherà sulla sua pagina di Facebook il numero della scuola per permettere ai suoi (e)lettori di dire la propria direttamente in faccia al preside.
A pensarci bene, giornalisticamente parlando (che brutta espressione), il preside Grinch che vuole rubare il Natale ai bambini, con corollario di discussione sulla necessità di non arretrare sui nostri principi e le nostre tradizioni all’alba dell’invasione del Califfo, è un colpo magistrale. Cioè, almeno è qualcosa di cui sparlare, un rientro su un tema di scottante attualità. Una volta, quando esistevano solo i giornali ‘di carta’, le redazioni avevano una coscienza soltanto intuitiva di quello che potesse interessare ai lettori (ci si affidava alle mitiche ‘esse’: sesso, sangue, soldi e sport). Adesso, con tutti i vari strumenti a disposizione online, un caporedattore è in grado di sapere esattamente cosa legge chi va a consultare il suo giornale. E questo può non essere un bene: lo sventurato cronista, talvolta, si ritrova a scrivere un pezzo di ritorno sul nulla al solo scopo di portare acqua al mulino della notizia che si sta seguendo. Anzi, forse la metafora giusta non è quella dell’acqua e del mulino, ma quella della benzina e del fuoco. Anche qui: ci siamo capiti.
Comunque, il preside Parma dell’Isc di Rozzano per diversi giorni è stato travolto dalle notizie e dalle relative reazioni. L’hanno fatto nero: a destra gli hanno dato praticamente del fiancheggiatore dell’Isis, mentre da sinistra è uscito fuori un insospettabile spirito tradizionalista nel nome della difesa di Gesù, Giuseppe, Maria, del bue e dell’asinello: chiedere a Michele Serra per ulteriori spiegazioni. Il preside Parma non ha avuto modo di reagire, ha trovato appena spazio in qualche battuta d’agenzia con le sue parole che sembravano confermare lo spirito non laico ma laicista dell’iniziativa: un disastro. Un ufficio stampa capace magari gli avrebbe consigliato di agire diversamente e di fare altre dichiarazioni, ma nelle scuole spesso manca addirittura la carta igienica e, quindi, chi ha i soldi per pagare un ufficio stampa?
Il 28 novembre, però, il professor Parma ha diramato una circolare intitolata «Natale e dintorni», che finalmente ci aiuta a fare chiarezza su quanto successo. O almeno a sentire anche la campana dell’Isc di Rozzano, che male non fa. Questo è il documento e ogni commento, a questo punto, appare superfluo.
Devi fare login per commentare
Accedi