Scuola

Il Ministro Poletti, il nostro amabile e facondo Tartarino

24 Marzo 2015

Il Ministro Poletti è senz’altro  un brav’uomo  (peccato che abbiam bisogno di uomini bravi) e ha l’aria di un Tartarino di Tarascona che ha appena ucciso un leone quando ci comunica d’emblée le sue alzate d’ingegno, in questo caso  di  ridiscutere le vacanze estive degli scolari italiani a suo avviso troppo lunghe, integrandole magari con il lavoro (che peraltro non c’è per i gggiovani e gli esodati, ma evidentemente sta pensando di “crearlo” con qualche decreto ad hoc).  È il nuovo Ministro della chiacchiera libera che c’è in ogni governo che miri a non farsi rispettare. Nei tempi andati era il ministro Ferri, e il trastullo del cazzeggio pubblico innescato da quel Ministro verteva- con il tono sciroccato delle “cause eleganti” del diritto e del rovescio  che si intrattenevano certamente a  Bisanzio – sui limiti di velocità: 130 o osiamo di più? E osa, e osa. E giù:  si apriva immancabile   il “dibbbattito” direbbe Arbasino.

Adesso ci viene incontro  la facondia di questo rubizzo brav’uomo romagnolo, che non avendo altro da fare (jobs act? “fatto o quasi”!; riforma della Fornero?: “si potrebbe, è allo studio, mancano i soldi” e bla bla bla), non contento degli affari suoi che non riesce a condurre in porto, eccolo con argomenti cinobalanici (alla “c*** di cane” copyright Gadda – N.d.R)  invadere il campo della Giannini che strepita giustamente …  Per intanto la Madia rotea gli occhioni nel vuoto e arrotola una ciocca di capelli botticelliani in attesa della riforma della P.A. che i suoi tecnici le stanno approntando, campa cavallo, e non ha nulla da aggiungere al dibbbattito sul lavoro estivo degli studenti che interseca Ministeri vari e assortiti, per fortuna,  pur essendone chiamata in causa, lato insegnanti, seppur indirettamente. Però ci pensa il “ministerial-governativo”  TG1 a cogliere la palla al balzo e ad amplificare la chiacchiera,  interrogando in un servizio televisivo di ieri la sora Cecia e la prof sicula, in un tentativo di abbracciare tutto l’immenso dibbbattito che si è aperto tra i peninsulari, su questa proposta di senno uscita dal Ministro per mancanza di prove Poletti.

Che dire? Divino Gadda, aiutaci tu, tu che hai sondato come nessun altro il “romanesimo” ministeriale che colpisce alla lunga chiunque gestisca Alti Affari nella Città Eterna,  quell’aria di “faccio cose vedo gente”  e di “ce  semo riuniti e amo delibberato” (quando non si riuniscono e non deliberano in verità né tanto meno studiano i dossier), quell’ “ozio senza riposo e quella fatica senza lavoro” che è l’attività parlamentare (come ebbe a definirla un peone della vecchia e defunta DC) che ha ghermito  puranche  l’operoso e prode cooperatore Ministro Poletti in un momento di caduta della vigilanza critica (e degli zuccheri) e in quella voglia di rimestare aria fritta che assale evidentemente chi per troppo tempo, tra uno studio televisivo e una magnata alla “Parolaccia”  con avventori sconosciuti e tradimentosi, s’è lasciato cullare da quel “romanesimo” appunto che aveva circuito (e alla lunga stremato) perfino  il Politecnico Ingegnere. Che così dipinge nel “Pasticciaccio” don Ciccio Ingravallo in un istante di smarrimento personale, colto in quei momenti grevi  in cui si cade  «preda, a tratti, di quel certo “sopore d’ufficio” che gli appiombava così utilmente le palpebre. Momenti di vivacità e d’ironia: scatti come di repentina impazienza: tedio come se le scartoffie lo annegassero: duri incisi» … « Che? Le carte magiche della dolce inanità burocratica, addio? I tepori dell’Amministrazione centrale? I “cospicui” incrementi del diagramma della pesca delle sardelle? Le franchigie di salagione? Il temporalesco e pur diletto borbottio della Finanza, il santo riverbero della Corte dei Conti? Addio?».

Ma perché non parlare solo dopo aver approntato corposi dossier studiati fin nei minimi dettagli e con tutti i “piani b” eventuali,  o  dire gatto avendo nel sacco  decreti pronti cui basta un fiat del parlamento o del Consiglio dei Ministri?  Perché indulgere al  dibbbattito che non ha neanche le sembianze del solito ballon d’essai? Massì, alle prossime “sardelle di salagione” Ministro, alle prossime!

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