Scuola
Idee per la scuola: un hub digitale per raccogliere le belle storie di DaD
Si chiama Idee per la scuola ed è un progetto che ha l’obiettivo di condividere le idee creative e innovative di insegnanti e scuole alle prese con la DaD. L’emergenza sanitaria, per quanto abbia colto di sorpresa la scuola nell’organizzare la didattica a distanza, ha anche stimolato la creatività di molti che hanno visto in questo momento un’occasione per offrire agli studenti soluzione alternative che si sono rivelate efficaci e che vorremmo mettere a disposizione di tutti.
Idee per la scuola è la concretizzazione tramite un sito, www.ideeperlascuola.it e canali sui social media (Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn) dell’idea venuta un mese fa a Cristina Simone, consulente e docente di social media marketing. Da lì dopo aver comprato il dominio per il sito, la Simone ha creato un team di 25 persone che, pro bono, raccolgono in un unico spazio digitale quanto di bello la scuola, ma anche genitori e alunni, possano creare collaborando.
Com’è nato Idee per la scuola
“L’idea mi è venuta il 26 ottobre scorso. Era un lunedì e stavo scorrendo il feed di Facebook pieno di lamentele per l’imminente chiusura delle scuole”, spiega Cristina Simone. “In quei giorni qualcuna lo era già, ma non c’erano ancora le zone rosse, gialle e arancioni arrivate con il DPCM del 3 novembre. Non solo quel giorno, anche in quelli precedenti avevo letto di genitori preoccupati. E io che faccio formazione, e adesso anche online, lo so bene: la DaD può essere inefficace solo se trasferisci online esattamente quello che facevi in aula e non dovrebbe essere così”.
E se è vero che nel primo lockdown eravamo forse tutti impreparati, da settembre in poi la scuola poteva e può giocarsi la sua grande chance, ridisegnando gli spazi fisici e diventando davvero digitale, il che non vuol dire usare la tecnologia come un fine ma come un mezzo.
In cosa consiste il progetto: le storie
Ed è proprio la tecnologia alla base del progetto Idee per la scuola che, tramite il sito e i social media, raccoglie e condivide le storie di docenti e scuole che hanno fatto didattica a distanza e in presenza in modo innovativo. Ci sono storie come quella di Francesco Uccello, docente di Lettere al liceo delle Scienze Umane “Rocco Scotellaro” di Sangiorgio a Cremano (NA), che ha utilizzato il blog come strumento didattico e da lì è nato “I Maturandi” (questo il nome).
O ancora la storia di Francesco Raccioppo, insegnante di Bellaria Igea Marina (Rimini) che usando i Pokemon è riuscito a coinvolgere un bambino autistico con la DaD. Ma le idee per la scuola “per una scuola piena di idee” come recita il claim non finiscono mica qui.
C’è anche Veronica Marzi, alias “maestra Vero” che ha introdotto la playfulness nella scuola primaria Monsignor Saba ad Elmas (Cagliari). Come? Con cacce al tesoro, teatro, travestimenti. Inoltre a ogni lezione assegna a un alunno il compito di assistente specifico: “assistente al meteo”, “assistente all’orario”.
Questi sono alcuni esempi, tutto il resto sul sito che viene aggiornato settimanalmente con nuove storie e idee, da Nord a Sud.
Come partecipare a Idee per la scuola
In questa prima fase le storie sono state raccolte dal team dei copywriter ma è attiva la call to action per insegnanti che vogliono proporre il loro modo di fare DaD o gestire le lezioni in presenza e scuole, ma anche per i genitori e gli allievi, tutti protagonisti di questo modo diverso di trasmettere la cultura.
Ma Idee per la scuola non è solo un hub, è anche un motore di ispirazione. Spiega ancora l’ideatrice del progetto, Cristina Simone: “Da Idee per la scuola, grazie a una reazione a catena, potrebbero nascere nuove idee. Un insegnante di Torino potrebbe leggere cosa fa il suo collega di Canicattì e applicare lo stesso metodo alla sua classe. Una scuola di Frosinone potrebbe prendere ispirazione da un altro Istituto di Bari e così via.
L’insegnante può sia avere visibilità raccontando quello che fa, sia trovare nuove idee da altri colleghi. Così per le scuole. I genitori potrebbero finalmente capire che si può fare e gli studenti potrebbero ritrovare fiducia nella scuola. È più utile e stimolante leggere storie belle rispetto alle solite lamentele. Purché siano concrete, reali. E queste storie lo sono”.
Il team
Chi c’è dietro il progetto? Oltre alla Simone, ideatrice e project manager, ci sono: Cristina Maccarrone, giornalista, SEO copywriter, formatrice, guida il team dei copywriter, Rafael Patron, growth hacher & developer guida il team web e Raffaella Amoroso, consulente di digital marketing il team social media.
“Vogliamo che sia un progetto collaborativo con la partecipazione di tutti”, spiega Maccarrone “Noi che lavoriamo con la scrittura, ci metteremo del nostro per raccontare il tutto al meglio. Perché di insegnanti bravi ce ne sono, ma purtroppo spesso anche i miei colleghi giornalisti esaltano solo ciò che non va o magari fanno passare per eccezionale qualcosa che è normale”.
Aggiunge Rafael Patron “Ho creduto da subito in questo progetto e sono felice di poter offrire il mio supporto per di più in una categoria come quella della formazione. È stimolante poter collaborare con un team con competenze verticali e mettere a disposizione le mie, anche, per formare nuovi professionisti”
Gli fa eco la Amoroso: “Per me è una rivincita nei confronti di chi nelle criticità non vede la possibilità di un cambiamento costruttivo. Io coordino il team social media: abbiamo l’onere o l’onore di diffondere il nostro progetto, certamente, ma soprattutto le voci e l’impegno di chi in queste settimane sta insegnando, anche a distanza, con passione, creatività e un’infinita forza di volontà”.
Oltre ai responsabili ci sono altre 21 persone, età media 31 anni, chiamati a partecipare su Instagram con una serie di stories creati dalla Simone. E a rispondere sono stati tanti in un giorno e con competenze diverse e che grazie al progetto ne stanno apprendendo di nuove. Si lavora a distanza tramite un gruppo chiuso su Facebook, chat di WhatsApp e una cartella su Google Drive.
Ma qual è l’obiettivo più alto? “Beh’”, ammette la Simone: “Ci piacerebbe far conoscere il progetto alla ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, da sempre attenta alle nuove idee”.
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