Società
Scalfari ed il giardino di Calvino
Scalfari era anche un poeta: chi ha segnato la sua vita con la poesia è stato Italo Calvino.
Erano compagni di banco al Liceo Gian Domenico Cassini di Sanremo e, come raccontava il fondatore di “Repubblica”, li accumunava un’amicizia forte dominata dalla dea Atena.
Per la dea Pallade avevano entrambi un debole, perché attraverso la Ragione- ed erano adolescenti- già concertavano la loro vita.
“Atena la incontrammo insieme nei libri, che lèggevamo, nei pensieri e nelle immagini che popolavano la nostra fantasia, nelle lettere che per cinque anni ci siamo scambiati, quando eravamo lontani l’uno dall’altro”.
Ma erano dominati anche da Saturno, Dio della malinconia che per Scalfari non si deve confondere con la tristezza.
È infatti la malinconia è irrorata dal rimpianto di non aver potuto coltivare un amore, di non aver potuto sostenere una battaglia fondamentale, di aver rinunciato a qualcosa che era a portata di mano ma che non abbiamo inspiegabilmente voluto.
Calvino tuttavia era anche ironico e leggero e vedeva e colorava la realtà con le sue favole per renderla meno feroce ed atroce. Ma sprigionava poesia, dice Scalfari, come “tempo sospeso, perduto e ritrovato, come rapimento melanconico. La poesia come il solo modo di accarezzare se stesso e gli altri, di consolazione dell’esistenza”.
“Il Giardino di Calvino ”fatto di favole, ironia, la buona allegria, Scalfari lo ha portato nel cuore per tutta la vita, perché Calvino se ne andò troppo presto.
Calvino gli trasmise la leggerezza dell’ Ora del blu”
“L’heure bleue“, quell’ora della giornata e della fantasia sempre più preziosa, ove si compie il miracolo di accogliere le cose dentro di te, invece di invaderle e possederle.
Ma la poesia prelude ad Eros che ha potenza ma soprattutto tenerezza ed il suo languore ed il suo passo misterioso sentiremo camminarci sull’anima.
Perché Eros, dirà Scalfari, lo porterà a sconfiggere il sentimento della morte, conferisce la linfa vitale di superare le difficoltà della vita. Così quando ti tocca la “Regina”,come la definiva, il buio non potrà inghiottire tutto.
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