Benessere
Covid: realtà o fantascienza?
Covid…sembrava scomparso…ma dalle notizie diffuse quotidianamente e aggiornamenti ovattati, la percentuale di casi risente di oscillazioni da monitorare. Varianti e reinfezioni stanno emergendo con nomi degni di film di fantascienza: KRAKEN, ERIS e PIROLA, sono lignaggi del Sars-CoV-19. Acronimi da attenzionare non tanto nella comprensione delle nomenclature quanto nella crescita dei casi rispetto alle settimane precedenti e ai sintomi da non sottovalutare. Manifestazioni equiparabili alle comuni allergie, naso chiuso, mal di gola, tosse e congestione delle vie respiratorie ma anche febbre alta, raffreddore e perdita del gusto e dell’olfatto a seconda del tipo di variante contratta. Ma se i vaccini generano una risposta immunitaria umana contro le varianti circolanti, si profila all’orizzonte un nuovo imminente vaccino presentato dai virologi come strumento chiave non obbligatorio ma consigliato per la protezione dei casi cosiddetti fragili.
Una ripresa, seppur esigua del Covid, si evince dalla frequenza e l’accesso nelle farmacie per sottoporsi ai tamponi rapidi e capita di imbattersi con qualcuno che indossa mascherine chirurgiche. I luminari del Covid, cominciano a frequentare i programmi televisivi, dal professor Galli a Bassetti e Pregliasco e riprendono ad esprimersi in modo differente rispetto al leggero aumento rilevato, cui non bisogna allarmarsi. Nuovo vaccino Covid per tutti? Se in passato su larga scala la vaccinazione era obbligatoria da 0 a 100 anni senza alcuna distinzione, Bassetti esprime il proprio personale disappunto di vaccinare già a partire dai 6 mesi ammettendo che nella prossima campagna vaccinale, la sua famiglia non si sottoporrà al nuovo farmaco. Pregliasco anticipa che, sebbene nel prossimo futuro ci sarà un incremento di casi gravi, visti gli indicatori e le statistiche in salita, rassicura che non si ripeteranno diffusioni a livello nazionale o pandemico… i ricordi e le conseguenze del Covid hanno segnato in modo luttuoso, portando strascichi psicologicamente negativi.
L’obbligo di isolamento in caso di positività alle nuove varianti e le rispettive sanzioni è venuto meno, è stata abrogata la norma che prevede “il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura dell’isolamento” ma per il professor Galli “non è finito nulla, forse solo nelle speranze di qualcuno ma non nelle certezze”. Sebbene sia attualmente considerata una malattia banale, l’invito a rafforzare le misure di protezione e prevenzione non è mai abbastanza: senza creare allarmismo, con il Covid dovremo imparare a convivere con la consapevolezza di sentire periodicamente di nuove varianti e vaccini sperimentali da testare. Il pericolo di nuovi virus potrebbe essere presente, batteri e/o simili sono rapidi a diffondersi, essere prodotti o sfuggire per mano umana dai laboratori. E non è una previsione nefasta e futuristica quanto la risposta reale rispetto all’origine del Covid-19: il virus non si era trasmesso dagli animali all’uomo il cosiddetto “spillover”, la pandemia è scoppiata per un incidente di laboratorio a Wuhan.
E se dalla Cina è sfuggito il virus che ha messo in ginocchio il mondo, dal Giappone si anticipano progressi farmacologici riguardo la produzione di vaccini sublinguali più semplici da somministrare e anche più efficienti nell’impedire al virus l’ingresso nel nostro organismo, per evitare che l’incubazione della malattia si aggravi. Ad oggi queste sperimentazioni sono effettuate su scimmie e scimpanzé, i nostri antenati geneticamente vicini con cui condividiamo il 98% del DNA. La realizzazione del futuro farmaco richiede ancora tempo ma la medicina fa passi da gigante avvalendosi di tecnologie innovative e non ci saranno limiti nella ricerca biologica…non c’è da meravigliarsi se ci sarà l’affidamento persino all’Intelligenza Artificiale. Bisogna auspicare che l’impiego delle biotecnologie e della tecnologia in generale possano apportare validi contributi pensando che, con i cambiamenti climatici a cui andiamo incontro e lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento di microrganismi sarà su vasta scala. L’età di virus e batteri è infatti aumentata e la diffusione di nuove malattie è avvenuta in zone dove si credeva impensabile l’esistenza: malattie trasmesse da zanzare e zecche in zone tropicali, tularemia in Svezia, TBE in Siberia, dengue in Europa e questa non è fantascienza.
Tuttavia a chi non è capitato di imbattersi in autori e romanzi in cui malattie contagiose, epidemie e “catastrofi piacevoli” da leggere sono gli argomenti di letture utili per superare le nostre paure del futuro. Isaac Asimov, Michael Crichton e Stephen King sono solo alcuni autori che hanno raccontato di previsioni apocalittiche della Bibbia, la fine dell’universo, il surriscaldamento globale o una nuova era glaciale, dall’esplosione del sole all’impatto con un meteorite, dall’esaurimento delle risorse a una nuova pandemia universale. Quando Michael Crichton anticipò l’esistenza di virus epidemici e laboratori sotterranei per identificare il mortale invasore e combatterlo era il lontano 1969. La sua profezia di batteri provenienti da altri continenti si è concretizzata in modo impressionante pensando ai laboratori di Wuhan, e Stephen King nel 1978 aveva “raccontato” il caso di un morbo che si sarebbe scatenato sulla Terra, per via di un errore di laboratorio, e sterminato la stragrande maggioranza della popolazione mondiale: i protagonisti furono costretti ad ammettere che la pestilenza non è la fine, ma solo l’inizio di una convivenza a vita.
Che sia fantascienza, thriller o orrore, immaginare il diffondersi di virus sfuggiti dal controllo umano o esperienze immaginarie cui potremmo andare incontro in futuro è facoltà di scrittori e menti geniali, forse i nostri virologi sono i principali lettori del genere letterario e noi ci affideremo a loro che “possiedono appieno la saggezza delle cose future” ma, profezia o suggestioni librarie, vengono i brividi pensando alla data di pubblicazioni poi avveratesi nei contenuti. Tuttavia, scongiurando catastrofi reali o previste dalla fantascienza, una certezza si evince, dovremo convivere con virus e nuovi batteri, uomo e microrganismi hanno sempre combattuto per un’esistenza che non si è mai conclusa con un vincitore e un vinto. Dal classico di H. G. Wells, La guerra dei mondi (1897), si legge: “Le microscopiche creature, causa di malattie e di contagi, si sono rivelate nostre insostituibili alleate nonostante i sacrifici sostenuti da questa lunga e non semplice convivenza e grazie ad esse la nostra specie ha sviluppato una forza di resistenza, l’uomo ha acquistato il suo diritto alla vita sulla Terra ed essa è sua, contro chiunque venga a conquistarla, persino i marziani”.
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