Costume
#Urbanzen. “Più siamo più silenzio facciamo!” e la meditazione diventa flashmob
Un detto Zen, recita “Quello che gli altri buttano via lo zen lo utilizza”. Così, la città, con il suo caos e la sua vita frenetica, non deve essere buttata via: se trasformata in consapevolezza è nutrimento per l’essere umano e un punto di partenza per costruire una nuova società. È questa la “filosofia” alla base di #Urbanzen, un movimento di consapevolezza e pratica zen nato nel 2015 per iniziativa del Monastero Zen Il Cerchio di Milano.
Un giornale per sedersi e una strada per meditare
I flashmob #Urbanzen nascono sul web e su Facebook e danno vita ad aggregazioni spontanee per donare e donarsi pochi momenti di meditazione seduta, di silenzio consapevole e sensibilizzare le persone ad una partecipazione consapevole della vita in città. Queste meditazioni di strada sono aperte a tutti e senza troppi formalismi. Si può praticare il silenzio meditativo anche in jeans e maglietta fermi in mezzo a una strada. L’importante è portare un quotidiano da usare per sedersi sopra e praticare la meditazione silenziosa, seduti metaforicamente sulle notizie della realtà. Questo movimento vuole ribaltare la “classica” idea che tutti hanno della meditazione come pratica solitaria e quasi “ascetica” perché qui non si assiste solo passivamente a ciò che accade intorno a noi ma si interagisce, fermandosi di fronte al traffico, alle piazze rumorose, ai monumenti storici, con la vita che scorre, respirando piano, lasciando che l’attimo prenda forma.
“Più siamo più silenzio facciamo!”
“Portare dieci minuti di silenzio nella città aiuta a vedere la nostra città da una prospettiva diversa, quella della consapevolezza – spiega il Maestro del Cerchio, Carlo Tetsugen Serra -. Non serve essere buddhisti e religiosi e non importa in cosa si crede, basta credere nel silenzio delle sofferenze, delle ingiustizie, per creare, insieme, una nuova consapevolezza e un nuovo ‘ritmo’ per vivere la nostra città, la nostra vita di ogni giorno. Il vero cambiamento inizia proprio da pochi minuti di silenzio”.
La Notte delle Lanterne: una serata storica
I primi flashmob organizzati a Milano hanno registrato un crescente numero di partecipanti, culminato nella Notte delle Lanterne della scorsa estate con oltre 80 mila persone accorse alla Darsena, il “porto” di Milano. Una partecipazione inaspettata e meravigliosa, un piccolo miracolo, nato certamente dalla curiosità ma che rivela una tendenza e un bisogno: sono sempre di più le persone che cercano risposte alla necessità immediata di affrontare l’elevata complessità della vita di oggi.
Stare nel disagio della realtà
“Meditare in strada – continua il Maestro Tetsugen – può non essere facile ma ogni momento del nostro vivere quotidiano può essere vissuto come un grande momento di immersione nella realtà, soprattutto là dove regna il disagio. In questi momenti coltivare l’osservazione delle nostre abituali reazioni, momento per momento, è un’occasione unica per riconoscere i muri che ci impediscono di stare nelle situazioni e aprirsi a ciò che succede senza giudizio. Una persona consapevole, che si ferma anche solo per qualche minuto e interrompe il normale flusso di azione-reazione porta chiarezza alla propria vita, più persone consapevoli formano una società consapevole”.
Meditare nelle metropoli multietniche
Milano, come altre grandi città italiane dove #urbanzen ha portato i propri flashmob, è ormai a pieno diritto tra le metropoli europee multietniche. Da anni coesistono decine di comunità di diverse provenienze e fedi religiose. Il tema dell’integrazione ha posto in questi anni e pone tuttora in modo sempre più urgente l’urgenza di dare vita a reali occasioni di incontro e di dialogo ma anche la necessità di riconoscere luoghi dove questa complessità possa trovare espressione. La strada diventa allora un luogo perfetto perché è lì che si incontrano, contemporaneamente, tutte le “facce” che colorano la nostra società. Ed è proprio da qui che possono iniziare a cadere i muri che troppo spesso sono motivo di divisione. Conoscendoci.
Per maggiori informazioni: www.mindfulzen.it oppure www.monasterozen.it
Devi fare login per commentare
Accedi