America

Un dono d’amore

10 Aprile 2018

50 anni sono trascorsi in questi giorni dalla morte di Martin Luther King che avvenne il 4 aprile 1968.

King fu colpito alle 18:01 mentre si trovava sul balcone del secondo piano del motel Lorraine di Menphis, dove venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa.

Tutte le volte che mi sono trovato in una scuola a parlare di Martin Luther King agli studenti, ho trovato questa situazione: tutti sanno che è stato un grande leader per i diritti civili degli afroamericani. Ma quasi nessuno sa che era pastore di una chiesa evangelica battista.

Figlio, nipote e pronipote di un pastore battista.

E lui stesso in un sermone in una chiesa di Chigaco del 1967 così parla di sé: “…Non sono venuto a Mount Pisgah per tenere un discorso sui diritti civili, devo farne già tanti…Ma prima di essere un leader dei diritti civili ero un predicatore del Vangelo. Questa è stata la mia prima vocazione e rimane ancora oggi il mio impegno principale. Sapete, tutto ciò che faccio per i diritti civili lo faccio perché lo considero una parte del mio ministero. Non desidero altro, nella vita, che diventare un buon ministro cristiano del culto. Non ho intenzione di candidarmi a qualche carica politica. Non ho intenzione di fare altro che rimanere un pastore”.

Le Edizioni di Terra Santa ripropongono in libreria in questi giorni proprio una raccolta di sermoni già edita in Italia col titolo LA FORZA DI AMARE.

Un’occasione preziosa per ritornare ad apprezzare il segreto che ha motivato, sostenuto e indirizzato la tenacia e l’energia di King sulla scena pubblica nella ricerca della giustizia: la sua fede.

Il nuovo testo, per volontà della famiglia di King, è ora intitolato UN DONO D’AMORE.

Contiene gli stessi testi della prima edizione con un’aggiunta particolarmente significativa: un sermone tenuto in una chiesa battista di Dexter Avenue a Montgomery di ritorno da un viaggio in Terra Santa.

Un bel sermone in cui King rilegge in particolare la forza e l’energia della Pasqua di Cristo nella vita degli uomini: “Siamo stati sepolti in tante tombe; quella dell’incertezza economica, quella dello sfruttamento, quella dell’oppressione. Abbiamo visto la giustizia calpestata e la verità crocifissa. Ma stamani sono qui per dirvi che la Pasqua ci ricorda che non sarà sempre così. Ci ricorda che la luce di Dio può brillare in mezzo all’oscurità”.

Parole che oggi rivelano il senso di un’esistenza di impegno, di fatiche e ora di luce nella braccia di Dio, così cercato e così amato.

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