Religione
Semplicemente una che vive. Vita e opere di Adriana Zarri
«Questo posto [il deserto] non è adatto alle complicazioni……le complicazioni generano inutile disordine e il disordine genera inutile calore. E ulteriore calore è inutile disordine che genera sofferenza. Chi genera disordine, bestemmia, ha scritto padre de Foucauld. E ha aggiunto: “esistere è la mia preghiera, come esisto è come prego. L’esistenza di questi uomini…è una preghiera che piace a Dio e rende felice la Terra”. Utile bellezza» (Maggiani, Il viaggiatore notturno)
Ci sono libri che vanno letti subito. Oggi.
Tra questi sicuramente collocherei la bella biografia di Adriana Zarri in libreria in questi giorni, scritta con puntiglio e passione da Mariangela Maraviglia.
Viviamo tempi di pressione conformista evidente. In ogni ambito sociale, civile, ecclesiale è forte la stretta perché tutti si adeguino, perché nessuno canti fuori dal coro.
Fa parte di questa pressione la dimenticanza che ha caratterizzato la memoria di questa donna unica e originale che è stata Adriana Zarri.
Eremita eppure immersa nella storia del suo tempo, mistica e orante, ma partecipe delle vicende sociali, politiche senza mai tregua. Immersa nella lettura dei grandi padri della chiesa, dei teologi contemporanei e capace di articoli in grado di suscitare grande scalpore su giornali come Il Manifesto o L’Unità.
Così ha scritto, Giannino Piana, teologo: «Il lascito di Adriana Zarri, la prima donna teologa ed eremita d’Italia, è, a distanza di pochi anni dalla sua morte, piuttosto ignorato. Sulla sua complessa personalità, che ha vissuto una folgorante esperienza di Dio e di fedeltà all’umano e alla terra, sembra essere calato il silenzio. Nonostante l’impegno solerte a tenerne viva la memoria da parte di un’associazione di amici costituitasi a Ca’ Sassino, l’ultima sua residenza, con incontri sulla sua figura e con la pubblicazione di alcuni significativi suoi saggi, pochi ricordano il suo contributo alla ricerca religiosa e alla vita civile».
A distanza di anni da vicende di cui noi vediamo gli esiti, leggere le riflessioni e i giudizi di Adriana Zarri rende giustizia della sua capacità di discernimento. Riprendere le sue preghiere è un’esperienza che immerge nella sua passione di credente dal linguaggio autentico e dalle immagini profonde.
C’è anche un’altra ragione di grande attualità che motiva l’interesse odierno per questa figura: il suo cristianesimo venato di grande amore per la terra e gli animali propone un impegno di grande responsabilità in chi vi si accosta nella drammatica emergenza ambientale del nostro tempo. Non in termini predicatori, ma evocando la bellezza e la trasparenza simbolica del creato in cui viviamo.
C’è infine un riscatto che Adriana Zarri propone al cristianesimo dei nostri giorni: uscire dai recinti religiosi e dagli spazi sacri per tornare a dire il vangelo con le parole del lavoro, della natura, dell’amicizia e dell’amore, di ciò che fa davvero la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo.
Perché l’annuncio cristiano torni ad essere lanterna in questi tempi oscuri con lo splendore di uomini e donne “che semplicemente vivono”, come Adriana Zarri si autopresentava.
Mariangela Maraviglia, Semplicemente una che vive. Vita e opere di Adriana Zarri, Il Mulino
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