Benessere

Sela. Pregare in tempo di emergenza sanitaria

1 Marzo 2020

“Quando la paura ci governa emergono aspetti della nostra umanità che ci fanno assumere degli atteggiamenti che non corrispondono ai principi della nostra fede che ha come fondamenta l’assoluta fiducia in Dio: la concorrenza e l’egoismo vincono sulla solidarietà; la diffidenza, il sospetto, l’ostilità e in alcuni casi la violenza gratuita si affacciano pericolosamente nella nostra società, l’irrazionalità vince sulla ragione ed il buon senso.

Desideriamo prendere sul serio quel senso di paura verso l’ignoto e il desiderio di poter fare qualcosa davanti al senso di impotenza che ci coglie davanti ad eventi che non governiamo e che ci paiono minacciosi. Al tempo stesso non possiamo dimenticare che in molti brani la Scrittura, soprattutto di fronte ad eventi minacciosi, ci chiede di fermarci, esaminare noi stessi, metterci in preghiera per non perdere il senso profondo delle cose che ci accadono e della nostra vita, della vocazione a cui siamo chiamati”.

Sono le parole che ha rivolto ai membri della chiesa la Tavola valdese il 28 febbraio.

L’invito a mettersi in preghiera è stato raccolto dal gruppo di pastore e pastori delle Chiese cristiane protestanti di Milano.

E ha elaborato un sermone in forma di filmato in cui ciascuno ha commentato una parola tra le molte che sono circolate in questi giorni alla luce della Scrittura (il filmato è visibile al seguente link: https://youtu.be/_o-EC-vw1jg).

Chiese chiuse, niente culti ma possibilità per tutti di raccogliersi in ascolto, di vivere uniti oltre la dispersione a cui costringe l’emergenza sanitaria.

Per vivere l’invito che spesso inframmezza i salmi biblici: SELA, cioè pausa, riposo, respiro, contatto con la propria coscienza.

Guardando con favore all’appello di Asfa Mahmoud, presidente della Casa della cultura musulmana di via Padova: “Ho scritto al sindaco e al vicesindaco per chiedere che ci diano il permesso di riunirci a pregare fra leader delle religioni presenti a Milano…la ricerca scientifica sta lavorando per dare un contributo e anche i politici sono al lavoro. Noi religiosi vogliamo fare la nostra parte. Se il comune ci dà l’autorizzazione potremo pregare tutti assieme all’aperto, o in una sala. Sappiamo che c’è il divieto fino al primo marzo di convocare i fedeli e allora lo faremo tra noi che siamo al vertice delle diverse istituzioni religiose cittadine: una preghiera sincera di ogni religione per proteggere Milano, la Lombardia e l’Italia”.

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