Religione

Nullità del matrimonio: ecco le novità della riforma di Papa Francesco

8 Settembre 2015

La decisione è storica: Papa Francesco riforma la Sacra Rota accogliendo le richieste dei vescovi nei Sinodi nel 2005 e del 2014. La riforma è contenuta in due Motu Proprio (documenti che sono il risultato di sue decisioni, senza suggerimenti della Curia): il primo “Mitis Iudex Dominus Iesus” è rivolto alla Chiesa di rito latino, l’altro, “Mitis et misericors Iesus”, alle Chiese di rito orientale. Le novità per la dichiarazione di nullità del matrimonio sono importanti e comprendono processi più snelli, meno burocrazia e procedure gratuite.

Chi deciderà sulla dichiarazione di nullità del matrimonio.

Il Vescovo diocesano potrà dichiarare nulle le nozze nell’ambito del processo canonico veloce se le cause della richiesta sono evidenti o riguardano la mancata fede di uno dei due coniugi. Il Motu Proprio stabilisce infatti che: “allo stesso Vescovo diocesano compete giudicare le cause di nullità del matrimonio con il processo più breve ogni qualvolta la domanda sia proposta da entrambi i coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro”; oppure quando “ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una situazione più accurate, e rendano manifesta la nullità”.

I tempi per la dichiarzazione di nullità del matrimonio.

Basterà solo un grado di giudizio, quindi una sola sentenza in favore della nullità esecutiva del matrimonio, e non più due sentenze uguali. Nel Motu Proprio viene precisato che è sufficiente la certezza morale raggiunta dal primo giudice a norma del diritto. Questa decisione permetterà in tempi più brevi che le parti siano ammesse a nuove nozze canoniche. L’obiettivo è favorire la celerità dei processi.

Le circostanze che consentono la dichiarazione di nullità breve davanti al Vescovo.

Al titolo V si elencano le motivazioni che consentono la dichiarazione di nullità breve: “La mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo stesso delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione”. Tra le giuste cause è presente anche “la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici”.

Il ruolo del giudice-Vescovo. Le motivazioni.

Per tradurre concretamente l’insegnamento del Concilio Vaticano II, la riforma rende evidente che il Vescovo stesso, nella sua Chiesa, di cui è pastore e capo, è giudice tra i fedeli a lui affidati. Nelle grandi, come nelle piccole diocesi, il Vescovo dovrà quindi offrire sostegno e non lasciare agli uffici della curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale, soprattutto nel processo breve per la risoluzione dei casi di nullità evidente.

La gratuità delle cause presso la Sacra Rota

Alla Rota Romana le cause sono già per l’80% gratuite. Il collegio rotale ha dato il consenso affinché la gratuità diventi una consuetudine, “salva la giusta e dignitosa retribuzione degli operai dei tribunali”. Un avvocato d’ufficio, solitamente, per una causa chiede tra i trecento e i quattrocento euro.

 

 

 

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