Religione
Non esiste una superiorità morale della Chiesa cattolica
È spesso piena di rabbia e fastidio la vita del non cattolico in Italia. I praticanti sono una parte nettamente minoritaria dela popolazione, ma nei media e per la politica la voce degli altri conta poco o niente, mentre è ossessiva la propaganda delle idee della Chiesa.
A parte il Gianburrasca Salvini, nessuno mette in discussione le idee del Vaticano sull’immigrazione clandestina, quasi nessun politico osa dire che la legislazione in tema di matrimonio, patti civili, eutanasia, fecondazione artificiale, diritto del lavoro, scuola confessionale etc. deve prescindere da quel che si pensa in Vaticano e deve soltanto riflettere quello che pensano gli Italiani, che siano cattolici praticanti o tiepidi, apostati, atei, buddisti, musulmani o devoti a Giove e Apollo.
Il non cattolico sente di essere al massimo tollerato, che è cattiva educazione dire di essere ateo, che spesso si può fare quello che si vuole, ma senza dirlo a voce alta e senza pretendere parità di dignità per sé e per le proprie idee. Se credo che vada rispettata la legge che vieta l’immigrazione clandestina sono un animale o poco più, sono un essere senza etica, perché l’unica etica è quella cattolica, al massimo quella cattocomunista. Non esiste nemmeno la parvenza di una parità di riconoscimento della dignità morale di chi non segue le indicazioni di Santa Madre Chiesa.
Fa eccezione la materia sessuale, si dà per scontato che siano ormai mosche bianche quelli che rispettano i dettami del catechismo, anche nel clero, con probabile eccezione per le suore (mistero incomprensibile, si ha rarissima notizia di suore con una vita sessuale). Si fa quello che si vuole, però il bastione legale resta in mano ai tradizionalisti e l’Italia è forse l’ultimo Paese occidentale a non riconoscere legalmente le relazioni omosessuali.
Nella televisione di Stato è evidente che tutti i messaggi che il clero vuol far passare arrivano agli ascoltatori in modo martellante, mentre opinioni diverse al massimo vengono esposte come curiosità tollerate. Visto comunque li parziale successo che la comunità gay ha ottenuto nel reclamare uno spazio di ammissibilità, il non cattolico si ritrova a sognare magari un “Non Catholic Pride”.
Improprie sono le prediche della Conferenza Episcopale, soprattutto in tema di politica economica. L’attuale papa non capisce nulla dell’economia moderna, è più arretrato dei comunisti cinesi di vent’anni fa e persino di Raul Castro, la resistenza alle modifiche del nostro fallimentare Stato assistenziale è palese.
La Chiesa italiana non dà a Cesare quel che è di Cesare, abituata per secoli ad esercitare anche il potere secolare e a impedire uno Stato nazionale che possa reclamare almeno parità di diritti e si arroga una superiorità morale che non esiste. A Bergoglio bisogna riconoscere il merito di aver bonificato quel verminaio che era lo IOR, cuore marcio della Roma peggiore, di aver terminato l’omertà nei confronti dei preti che abusavano dei minorenni, ma nonostante un track record poco esaltante non cessa la pretesa dei cattolici di essere superiori moralmente agli altri, pretesa curiosamente condivisa dalla sinistra italiana. Ci sono preti che sbagliano, è la furba solita scusa, ma la Chiesa no.
Purtroppo non è vero e la vicenda dei funerali del boss ex zingaro Casamonica lo dimostra. Fa imbestialire il parroco sfrontato che dice che rifarebbe tutto quanto, perché Casamonica era un cattolico praticante.
Per Dio, quali comandamenti praticava Casamonica?
Magari sono arrivate consistenti elemosine e per opporsi ci sarebbe voluto un po’ di coraggio, tutti sappiamo che un parroco che non ce l’ha, come già don Abbondio, il coraggio non se lo può dare, ma qualche superiore avrebbe potuto appoggiarlo prima o sconfessarlo dopo, invece la Chiesa, così pronta a puntare il dito verso gli altri, tace.
Purtroppo non tace don Mazzi, che cerca squallidamente visibilità con la vicenda dei due sadici genitori dell’acido e ostenta una noncuranza nei confronti della già malandata giustizia italiana, le cui sentenze considera carta straccia.
La Chiesa italiana non fa il proprio dovere e invade costantemente lo spazio dello Stato, inteso come comunità di cattolici e non cattolici, castrando costantemente questi ultimi. Svillaneggia chi ha opinioni diverse, peraltro non trascurando di tutelare attentamente i privilegi economici che ha ottenuto. Nel frattempo àncora l’Italia nella retroguardia dei Paesi civili. È ora di smettere, iniziando dal levare il clero dal trono etico che occupa abusivamente nei media e nella testa dei politici. Almeno ridateci Peppone, che aveva pari dignità con don Camillo.
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