Religione

Nelle reti della mia solitudine. Quando realizzi che hai sbagliato ad amare

27 Ottobre 2017

L’amore è inclinazione.
H. Arendt

Tempo fa ho sentito la storia di una rosa che si era accorta della sua particolare bellezza. Inebriata dal suo splendore, decise che voleva essere accarezzata solo dal leggero tocco delle farfalle, pertanto non apprezzava i moscerini e gli altri piccoli insetti che le volavano intorno. Un giorno, vedendo passare un ragno, gli chiese di tessere intorno a lei una delle sue tele, in modo che i moscerini non riuscissero ad avvicinarla. Il ragno non si fece pregare e si mise subito al lavoro. La rosa fu ampiamente soddisfatta, soprattutto quando cominciò a vedere che i piccoli insetti rimanevano crudelmente impigliati nella rete. Avvenne però che le farfalle, avvicinandosi alla rosa, vedevano quel triste spettacolo e, addolorate e spaventate, si allontanavano rapidamente. La rosa finì così con il passare in solitudine la sua breve vita.

Assistiamo ormai sempre più spesso a questa tendenza all’isolamento, mascherata da una falsa rivendicazione dei propri diritti. Vogliamo essere al centro e pretendiamo di selezionare la qualità delle nostre relazioni. Le dogane che abbiamo soppresso alle frontiere, le abbiamo ricostituite sui margini delle nostre esistenze. Sta diventando ormai un modo di pensare che attraversa non solo le scelte politiche, ma anche il modo di vivere delle comunità e delle persone. Pian piano abbiamo sostituito alla bellezza della relazione, l’ossessione per il nostro io. L’altro non è più il forestiero che attraversa la nostra terra, ma il nemico da escludere.

Sembra strano che un dottore della legge chieda a Gesù quale sia il comandamento più importante, ma come avviene anche nella nostra vita, possiamo essere persone corrette, ma non arrivare mai ad amare. Quel dottore della legge sa qual è il primo comandamento, ma probabilmente non lo ha mai vissuto. La Chiesa è piena di gente che conosce i precetti, ma non ha mai cominciato a metterli in pratica.

E Gesù individua dove sta il problema: amare è una questione di cuore! Ma il cuore, nel linguaggio biblico è la persona, è l’unità e la totalità della persona. Non si può amare a rate o a intervalli. Se uno ama, lo fa sempre con tutto se stesso. Il cuore, dice Gesù, è là dove l’anima e i pensieri trovano la loro sintesi, dove cioè quello che penso esprime veramente quello che sento. Noi invece siamo spesso persone scisse, frammentate, incoerenti.

Amare Dio non è solo il precetto numero uno da assolvere per passare al livello successivo. Amare Dio è il fondamento della possibilità di amare l’altro, semplicemente perché solo nella relazione con Dio mi sento fondamentalmente amato. Solo nella relazione con Dio posso sentirmi perdonato nonostante la mia fragilità. Solo se mi sento riconosciuto in questa relazione originaria, che scava nei luoghi più profondi del mio cuore, allora posso generare amore. Molta gente non riesce ad amare perché non è disponibile a fare questa esperienza profonda di riconoscersi peccatori, ma immeritatamente amati. Non siamo disposti a fare l’esperienza di una gratuità inspiegabile che ci sorprende.

Proprio per questo motivo l’amore di cui ci parla Gesù non è un amore meramente umano, non è filantropia, non è un amore che si risolve nell’impegno sociale. L’amore di cui parla Gesù è un amore fondato. Un amore che trova le sue risorse in una relazione più profonda e originaria a cui ogni uomo è chiamato.

Solo se siamo ancorati in questa relazione primaria con Dio possiamo vivere l’amore per l’altro in maniera sana, senza fusioni e senza opposizione: amare l’altro come se stessi non vuol dire fondersi o annullarsi con l’altro.

Amare l’altro come se stessi vuol dire invece permettere all’altro di sperimentare quello che noi abbiamo vissuto nella nostra relazione fondamentale con Dio.

Amare l’altro vuol dire vedere il suo reale bisogno, non proiettare su di lui il miobisogno insoddisfatto.

Amare l’altro vuol dire accoglierlo se è forestiero, dargli il mantello se è nudo, dargli un padre se è orfano.

Se al centro ci sono io con il mio bisogno, non arriverò mai ad amare veramente. L’altro sarà l’ostacolo alla mia libertà, il limite alla mia espansione. È l’illusione della rosa che si condanna a vivere la vita in solitudine.

*

Testo 

Mt 22,34-40

Leggersi dentro

  • Dove sperimenti l’amore di Dio per te?
  • Come dimostri l’amore per gli altri?

 

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