Religione
Natale. Dio salva
Luca 2,21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall’angelo prima che egli fosse concepito.
Io credo che la novità del Natale possa essere espressa in modo sintetico in questo modo: il dono di una vita umana che racconta Dio. Non un uomo che è anche Dio, ma Dio che è quest’uomo.
L’evangelista Giovanni la racconta così: “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere” (1,18).
Quest’uomo si chiama Gesù cioè “Dio salva”, riscatta con l’amore, illumina con la sua luce il buio della storia.
La narrazione evangelica ha questo ordine: Gesù cresce e vive esperienze umane.
La prima, successiva al parto, è quella di ricevere un nome.
Con quest’atto, come per tutti noi, viene iscritto dai genitori in una discendenza.
Ma nello stesso tempo viene dichiarato essere unico e irripetibile, originale.
E’ una sorta di spossessamento quello di Maria e di Giuseppe, del tutto simile a quello compiuto dai nostri genitori per tutti noi.
Dare un nome è dire al figlio: tu hai una tua vita, una tua strada, che è proprio la tua, in forza di ciò che tu sei nell’unicità e nell’originalità del tuo esistere.
Proprio quest’atto da parte di Giuseppe e Maria rende possibile la vocazione di Gesù. Il suo ascoltare Dio, il suo cercare il suo posto e la sua missione.
Se Maria e Giuseppe non avessero obbedito all’ordine umano delle cose, all’ordine con cui Dio le ha stabilite con la creazione (rappresentata dalla parola dell’angelo) non avremmo avuto quell’uomo affascinante e libero che Gesù è stato.
Un uomo ospitale, teso a valorizzare, dare dignità, rimettere in piedi gli uomini e le donne che incontra.
Un uomo non giudicante, generoso, capace di una compagnia e di un’amicizia per tutti, non solo per i bravi.
Un uomo sensibile e capace di ascoltare, in lotta contro ogni pregiudizio e ogni etichetta.
Un uomo attento ad ogni incontro e ad ogni parola, convinto che da tutti si possa imparare.
Un uomo capace di un amore gratuito e a fondo perduto che arriva fino al dono della vita per dire: tu sei più importante di me, hai un valore infinito.
Gesù riceve un nome, entra nella vita come ci siamo entrati tutti noi e fa la sua strada.
Ci apprestiamo a vivere il Natale. Sia la festa dell’uomo, della vita, dell’ordine della creazione. Quell’ordine al quale Maria, Giuseppe e Gesù hanno obbedito e che è per noi tutti l’esperienza straordinaria di Dio. Del Dio che ha un nome: salvezza.
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