Religione

Le scarpe di Francesco

26 Aprile 2025
Non è un particolare di poco conto, ma, di converso, pieno di significato, un dettaglio preziosissimo dal quale desumi la personalità: Francesco ha voluto indossare e portare con sé nella bara, per l’ultimo viaggio, le sue scarpe consunte, allargate perché ortopediche, prive di cromatura, solcate ai bordi per l’uso eccessivo, allacciate alla rinfusa.
Erano scarpe come quelle di un clochard, di un poverello, certo di un uomo di scarto.
Perché Bergoglio come Francesco d’Assisi non amava, disdegnava le ricchezze ed era votato alla carità, parola bellissima, sontuosa, che irradia di splendore vero il papato di questo immenso sacerdote del popolo.
Carità, pietà, innocenza e soprattutto misericordia: Francesco stava bene con gli emarginati, che lo hanno aspettato per l’ultima Messa, alla quale solo essi potevano partecipare, non i cardinali e neppure gli uomini di Stato.
Si è tenuta nella chiesa di Santa Maria Maggiore e ne erano 40, da lui invitati: disperati, disoccupati, senza tetto, conosciuti durante i pranzi di Natale o Pasqua, o quando lavava loro i piedi e li baciava durante la liturgia del giovedì Santo.
Si è potuto desumere che ne erano ammessi , poiché tenevano tra le mani una rosa bianca, fiore carissimo a Teresa di Lisieux, santa della quale Francesco era devotissimo.
Francesco- come ha detto il Cardinale di Napoli, Domenico Battaglia, da lui nominato e scelto-ascoltava il pianto delle madri, il silenzio dei morti, il grido dei poveri.
Aveva con sé l’immanenza del Vangelo, il suo potere di viverlo, di attuarlo ed aveva la tenerezza di andare dagli ultimi; ma con le sue scarpe consumate.
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