Religione
Le persone transgender nella Chiesa cattolica. Un libro per parlarne finalmente
La Chiesa cattolica – lo sappiamo – rappresenta ancora oggi uno dei più tenaci fautori dell’eteronormatività, eppure negli ultimi anni, grazie soprattutto all’azione instancabile di gruppi di cristiani lgbt e famiglie (per citarne alcuni: La Tenda di Gionata, il Guado), la sensibilità e la comprensione di molti cattolici si è allargata, rendendo – si spera – meno dolorosa l’esperienza di omosessuali, transessuali e bisessuali all’interno della comunità dei fedeli.
Ad aiutare in questa opera di conoscenza e comprensione sono stati recentemente pubblicati alcuni libri che toccano in vario modo la questione, cito tra gli altri “Amori consacrati, testimonianze di suore, frati e preti omosessuali in Italia” a cura di Franco Barbero (Gabrielli editori), “Nella giustizia e nella tenerezza. Storie sacre di religiose lesbiche e queer” a cura di Grace Surdovel e in edizione italiana a cura di Laura Scarmoncin e Cristina Simonelli (Effatà), ma c’è un volume appena uscito ad accostare un aspetto se possibile ancora meno praticato nelle nostre comunità, quello delle persone transessuali e transgender, si tratta di “Figli di un Dio minore? Le persone transgender e la loro dignità” di Luciano Moia, storica firma di Avvenire e già autore di “Chiesa e omosessualità”.
Moia accosta il complesso mondo della disforia di genere e della transizione attraverso un percorso di incontro personale con chi vive la situazione e mette le sue pagine a disposizione della voce diretta di dieci persone transessuali, transgender o genitori di transgender credenti. La prefazione è di don Andrea Conocchia, parroco di Torvaianica, che racconta la sua “scoperta” del mondo delle sex worker transessuali, duramente colpite dal lockdown. Attraverso la sua esperienza incontriamo una Chiesa che sa riconoscere le chiamate del Signore a passare sempre e di nuovo “all’altra riva”, andando oltre pregiudizi e precomprensioni e facendosi convertire dalle vite delle persone concrete.
Il cuore del libro, però, sono le dieci testimonianze, ricchissime e raccolte con profonda empatia dall’autore. Il primo elemento ad avermi colpita è stata la rapida smentita di uno dei più radicati luoghi comuni legati alla transessualità, ovvero un’esperienza familiare negativa, quando non direttamente abusante. Nei racconti torna e torna il quadro di famiglie serene, amorevoli, potremmo dire “normali”, entro le quali si scopre la discrepanza tra sesso biologico e genere percepito già nella primissima infanzia.
Senza voler dire troppo di questi bellissimi racconti di vita, emerge in primo piano – luminoso – il dono della fede, la scoperta salvifica del Dio che “ci ama così come siamo”, anche quando la comunità non sa accogliere e capire. E altrettanto ricca è la testimonianza delle coppie di genitori che stanno camminando accanto ai propri figli nella loro ricerca di armonia tra corpo e identità profonda. Storie di rinascita.
A chiudere il volume si trovano interviste a un bioeticista, a un teologo e a un sessuologo che permettono di mettere a fuoco le tante dimensioni implicate in questo fenomeno, ma che rivelano anche l’impreparazione del discorso teologico e dottrinario di fronte a queste vite così sfuggenti rispetto alle categorie usuali.
Al termine della lettura, però, appare chiaro che la vera teologia si consumi tra le pagine delle testimonianze di questi credenti, che con la loro stessa vita testimoniano un volto di Dio liberante, la cui potenza creatrice e redentrice supera qualsiasi comprensione umana. Si parla di sofferenza, certo, ma anche – e tanto – di speranza e di amore ed è per questo che “Figli di un Dio minore?” è un libro importante, per tutti.
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