Costume

La Comunità Ebraica non ha partecipato al concerto per Tullia Zevi al Quirinale

5 Febbraio 2019

Era nata il 2 febbraio del 1919 a Milano Tullia Zevi, figlia di un affermato avvocato antifascista che quando in Italia furono promulgate le leggi razziali si trovò costretto a non far rientrare la sua famiglia a casa dalle vacanze in Svizzera. La Zevi, cresciuta tra Italia, Svizzera, Francia e Stati Uniti, tornò a Roma nel 1946 raggiungendo il marito e continuando la sua brillante carriera di scrittrice ma prima di tutto giornalista. La donna, figura di spicco dell’ebraismo italiano, dal 1978 fu vice presidente dell’UCEI, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, del quale diventò presidente cinque anni dopo.

In occasione del centenario della sua nascita, la Presidenza della Repubblica ha organizzato un concerto per celebrarla che si è tenuto alle presenza di Mattarella, nella Cappella Paolina, tradizionale sede dei concerti domenicali del Quirinale trasmessi in diretta dalla Rai e non officiata se non a Natale e Pasqua, pur rimanendo formalmente consacrata. Peccato che proprio l’attuale presidente dell’UCEI Noemi Di Segni non ha partecipato al concerto dedicato a Tullia Zevi. Il motivo? La scelta del luogo dell’evento, ritenuto non idoneo.

A ricostruire la vicenda, che ha creato un certo imbarazzo, è JoiMag. Il giornale rivela che la presidente Noemi Di Segni ha persino richiesto un parere alla Consulta rabbinica, organo deputato a risolvere le questioni di tipo normativo religioso.

La Consulta rabbinica si è così epressa la prima volta il 17 gennaio scorso e il parere è stato sfavorevole: non bisognava partecipare al concerto in memoria della Zevi sulla base del divieto di entrare in luoghi di culto cattolici.

JoiMag riporta una parte del documento della consulta, in cui si legge: “La Consulta Rabbinica ritiene tale sede non idonea all’evento, in quanto la denominazione stessa e particolarmente le fonti informative che riferiscono delle cerimonie religiose che tuttora vi si svolgono in alcune occasioni, la identificano come luogo di culto, con la conseguente applicazione delle relative norme di Halachà che ne escludono l’utilizzo. La partecipazione di esponenti rabbinici a un evento musicale ospitato in altra occasione nella stessa sede non costituisce precedente, in quanto non era noto il perdurare della funzione cultuale della sala”.

La presidente Di Segni però (per il timore di incorrere in possibili problemi con la Presidenza della Repubblica) ha chiesto un altro parere alla Consulta rabbinica che in data 30 gennaio ha ribadito il parere contrario. Non solo, il giorno dopo, anche la Comunità Ebraica di Roma si è riunita e ha preso le distanze dalla partecipazione all’evento dichiarando la Cappella Paolina un luogo consacrato ad altro culto e invitando proprio l’UCEI e la sua presidente a rispettare il parere negativo espresso dalla Consulta rabbinica nel rispetto dell’articolo 48 comma 2 dello Statuto dell’Ebraismo Italiano.

La presidente dell’UCEI Noemi Di Segni, data la situazione, ha deciso di recarsi all’evento ma solo per porgere i saluti istituzionali al Presidente Sergio Mattarella, alle autorità presenti e alla famiglia Zevi. Al concerto hanno partecipato anche la senatrice a vita Liliana Segre e l’Ambasciatore di Israele Ofer Sachs. Noemi Di Segni è rimasta però fuori dalla Cappella durante il concerto.

Il fatto che l’UCEI non partecipi alla celebrazione di una figura importante dell’ebraismo italiano, sua ex presidente, e attiva nella vita sociale e politica del paese, per di più organizzata dalla Presidenza della Repubblica, solo perché organizzata in un luogo considerato non idoneo e dedicato ad altro culto non è forse anacronistico?

La Presidenza della Repubblica con Oscar Luigi Scalfaro assegnò alla Zevi il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza italiana, nel 1998 la donna fu eletta membro della Commissione per l’Intercultura del Ministero dell’Istruzione e membro della Commissione Italiana dell’Unesco.

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«Dovremmo cercare di trarre delle conclusioni da un’esperienza che ha travolto milioni di esseri umani e capire perché si debba conoscere questa storia, nonché quale lezione potremmo avere da questo passato». Tullia e Nathania Zevi, “Ti racconto la mia storia”.

 

 

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