Relazioni

La Bella e la Bestia e la “battaglia del divano”

20 Aprile 2020

Tutto cambia, tutto assume un nuovo significato. Stando a casa prendono coraggio tante voci che fino a poco fa erano rimaste sopite, schiacciate o nascoste. Ed è così che, leggendo la “La bella e la bestia” alle mie figlie mi accorgo che il coronavirus può cambiare, o dare un nuovo senso, anche alle fiabe.

Ieri sera ho seguito Belle nel suo viaggio fantastico e ho scoperto che questa fiaba ha molto a che fare con ognuno di noi e con le vicissitudini di questi giorni di isolamento.

Ho visto Belle aggirarsi libera e spensierata nei vicoli del suo paesino, schivare le persone grette e sciocche che non apprezzavano i suoi interessi letterari, divincolarsi dalle grinfie di un pretendente molesto per rifugiarsi in un sogno meraviglioso con un lui che avesse le sue stesse passioni. E insieme a lei, ho visto ognuno di noi camminare libero nelle proprie città, frequentare i posti che più ci gratificavano, seguire dei corsi interessantissimi, postare sui social tutto ciò che corrispondeva alla nostra visione del mondo ed ignorare i “non mi piace” di facebook per contare avidamente i “mi piace”.

Poi ho visto Belle perdersi in un terribile bosco ed approdare in un castello spaventoso. Essere catturata e capire, di punto in bianco, che sarebbe rimasta chiusa là dentro per sempre. Così ho visto ciascuno di noi apprendere, dall’oggi al domani, che le scuole, i bar, i ristoranti sarebbero rimasti chiusi per molto tempo, che quasi tutte le attività sarebbero state sospese per un tempo indeterminato, che non ci avrebbero più permesso di uscire e che, in definitiva, la nostra bella casa si sarebbe trasformata nella nostra prigione. Ho detto “bella” perché grande o piccola, lussuosa o umile che sia la casa è sempre la casa. È il nostro rifugio, è il luogo dove possiamo curare i nostri affetti, riposarci, scaricare le nostre tensioni per poter poi affrontare di nuovo il mondo esterno.

Ho seguito Belle aggirarsi per quel castello e l’ho vista spaventarsi a morte alla vista di quei mostruosi gargoyles che spuntavano ad ogni angolo, che si nascondevano in cima ad una colonna…ed infine l’ho vista terrorizzata di fronte all’apparire della Bestia. Insieme a lei ho trovato anche tutti noi che inizialmente abbiamo cavalcato l’onda dei nuovi slogan che ci invitavano a restare sul divano ricordandoci che i nostri nonni erano dovuti andare in guerra per sconfiggere il nemico e che, in fondo, noi non avevamo il diritto di lamentarci, ma poi abbiamo cominciato a vedere come le nostre belle abitazioni si siano trasformate in castelli spaventosi. Anche le nostre case infatti ad ogni angolo ci hanno proposto un gargoyle, un mostro orribile che solitamente avremmo sconfitto uscendo di casa e non pensandoci più. E poi, passo dopo passo, divano dopo divano, gargoyle dopo gargoyle, ci siamo trovati davanti alla bestia vera e propria! Davanti alla nostra bestia, quella che abbiamo dentro e che fino ad ora, forse, proprio come Belle, non pensavamo nemmeno esistesse. È accaduto così che le madri più pazienti abbiano avuto una crisi di rabbia dopo l’ennesimo capriccio della loro dolcissima creatura, che i mariti più premurosi abbiano scardinato una porta dopo averla sbattuta in seguito al centesimo urlo della moglie scatenato dal ritrovamento di un oggetto fuori posto, che la mia novantenne vicina di casa, che già non usciva da anni se non una volta alla settimana, sia caduta in depressione perché <non c’è niente di peggiore che non POTER uscire di casa!>, che quella bella signora, tanto sicura di sé, non potendo più andare dal parrucchiere o dall’estetista, non sopporti più di scorgere la sua immagine riflessa, per non parlare poi delle famiglie con figli adolescenti…ogni tanto qualcuno le chiami per sentire se sono ancora tutti vivi!

Ed è accaduto che forse ci siamo accorti che, se è vero che stare sul divano non ha mai ucciso fisicamente nessuno, però ci vuole un certo addestramento per non morire o restare gravemente feriti dentro.

In seguito ho notato che Belle ha preso coraggio, ha guardato negli occhi quella bestia spaventosa. L’ho vista smettere di rifugiarsi nella sua stanza come faceva prima. Lentamente la nostra principessa non si è più sentita così distante dall’orribile bestia, nei suoi occhi ha visto qualche cosa di familiare. E con lei ho trovato noi terribilmente spaventati dalla scoperta della bestia che si nasconde in ognuno di noi. Pensavamo di essere persone migliori di quelle che abbiamo visto in questi giorni…e la paura ha preso il sopravvento. Non eravamo addestrati a combattere questa “guerra del divano”. Poi però abbiamo preso coraggio per combattere e per vincere. Per non scappare più e sfruttare questi giorni per affrontare quel nemico, quella bestia che abbiamo fuggito per tutti questi anni. Abbiamo intuito che forse possiamo accettare quello che stiamo vedendo di noi, che forse possiamo sopportare l’idea che quel brutto carattere sia davvero il nostro, che quell’insicurezza ci appartenga davvero.  Come Belle ci siamo persino innamorati di quella parte di noi che adesso non ci fa più paura. Per me è stato così, perché il coraggio per vedere davvero chi sono l’ho trovato in Gesù Cristo che si è avventurato prima di me alla ricerca della mia bestia per sconfiggerla e ammansirla così che io, vedendola, potessi trovarvi lo sguardo di quel bellissimo Principe che ha combattuto al posto mio.

Dopo tutto ciò ho visto la bestia donare alla principessa uno specchio magico attraverso il quale non ammirare più se stessa ma il volto del suo caro padre malato. Come se Belle potesse riprendere il contatto con il mondo esterno, con gli altri, soltanto dopo aver trovato il coraggio di guardare negli occhi la bestia.

Proprio come sta accadendo a noi con i nostri smartphone e tablet. In pratica, mi sono accorta stasera che Belle è stata in una specie di comunità di recupero delle relazioni e che soltanto dopo essere riuscita a sottomettere la sua bestia ha potuto iniziare la famosa “fase 2” (che ormai sta bene su tutto), quella che riapre alle relazioni con gli altri. Così anche per noi questo tempo di isolamento si sta trasformando in una cura per le nostre relazioni. Belle ha conosciuto la sua bestia ed ora può andare verso l’altro senza giudicarlo, senza sentirsi migliore (per le principesse Disney è un pericolo molto serio!), senza voler per forza primeggiare. Allo stesso modo i nostri contatti con gli altri stanno cambiando. Non ci guardiamo più come prima, forse non ci sentiamo più in competizione gli uni con gli altri. Ci cerchiamo per alleviare la sofferenza di questi giorni. Si moltiplicano le  telefonate a chi sappiamo essere solo, a chi non possiamo vedere, ci interessa sapere come stanno i nostri parenti e amici, cerchiamo di dare conforto, di aiutare chi nel nostro condominio ha bisogno.

Ecco l’altro aspetto della “guerra del divano”. Il nostro approccio agli altri si era abituato ad essere usa e getta e, dopo aver rifiutato la plastica monouso, forse è arrivato il tempo di non considerare più usa e getta neanche le persone. Di non guardarci più come semplici indicatori del proprio buon nome e della propria buona fama. Abbiamo utilizzato i social non tanto per conoscere l’altro, per entrare il relazione con l’altro ma, forse, per continuare ad ammirare noi stessi, per riuscire a ricevere dallo sguardo dell’altro un like, qualcosa che ci compiacesse. Ed è così che i nostri schermi luminosi, più che finestre aperte verso l’altro, si sono rivelati essere degli specchi  pronti a mostrare soltanto quello che vogliamo vedere. Come Belle che, nel suo paesino viveva in un’altra dimensione, snobbando tutto e tutti, e ritrovandosi, in pratica, a parlare solo con delle pecore. Chissà che adesso non stia per avverarsi anche per noi quella magia che ha trasformato lo specchio di Belle in uno schermo che mostrasse davvero l’altro, i suoi sentimenti, il caro padre malato. Chissà che questo isolamento non serva anche a noi da centro di recupero delle relazioni. Forse adesso che abbiamo conosciuto la nostra bestia, che l’abbiamo guardata e domata non abbiamo più paura che l’altro scopra qualcosa di noi, e neanche di vedere nell’altro la sua bestia perché, come si dice, abbiamo scoperto di essere davvero tutti sulla stessa barca. Anche la principessa che credevamo di essere si è arresa all’evidenza.

Le fiabe finiscono tutte con un lieto fine. E già scoprire che Qualcuno ti ama anche quando scopre la bestia che è in te, che la affronta e che la sconfigge per regalarti la pace direi che è un bel lieto fine. Ma questo finale individualistico si allarga in un lieto fine globale. Il paese di Belle, dopo aver combattuto contro la bestia, scopre che in realtà quella terribile creatura era un magnifico principe. Si conclude una pace, scoppia la festa e i confini del paese si allargano includendo quel castello che prima incuteva tanto terrore.

Sono sicura che la “guerra del divano” porterà con sé un meraviglioso lieto fine.

 

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